L'Europa fa molto comodo alla politica
nostrana. Questo è uno dei motivi per cui ancora non si è
abbandonato il transatlantico che ha colpito l'iceberg.Bruxelles
prende ogni decisione, esautora e deresponsabilizza i nostri
rappresentanti. Il giudizio su di loro, dunque, ne esce parziale,
distorto. Ricordiamoci che l'Europa politica esisteva ben prima del
2000 o della adozione della moneta unica. Forse non tutti lo
rammenteranno ma c'erano già delle strutture che regolavano i
rapporti economici tra gli Stati. Il MEC, CECA, CEEA, non erano solo
delle sigle ma veri e propri tavoli delle trattative dove funzionari
di diversi Paesi concertavano di comune accordo i futuri piani
economici nazionali. La sostanziale differenza sta tutta qua. Se i
nostri delegati non tutelavano sufficientemente gli interessi delle
categorie di cittadini che rappresentavano ne pagavano anche il fio
politico. In teoria, alle prime elezioni utili, l'elettorato poteva
punire quel candidato o quella forza politica begandogli il proprio
voto. Oggi potrebbe ancora farlo ma è confuso in quanto le decisioni
che lo riguardano vengono prese altrove e non sa nemmeno bene da chi.
Il Parlamento italiano è (quasi) tutto unanime nel definire vitale
la permanenza nell'UE. Del resto, quello del politico è un mestiere
come un altro e per quale motivo ci si dovrebbe privare della
prospettiva di un avanzamento di carriera guadagnando e viaggiando
molto? Ci sarebbe l'etica... ma questa pare sia più introvabile di
un nuovo esemplare del famoso “Gronchi rosa”.
Pier Giorgio Tomatis
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