In
politica esistono i luoghi comuni? Proviamo a scoprirlo insieme."Si
stava meglio quando si stava peggio". Nato ovviamente con un
altro intento, questo luogo comune ben si adatta al clima politico.
Esso indica come il passaggio tra la prima e la seconda Repubblica (a
livello economico) sia stato tutt'altro che indolore. "Non
esistono più le mezze stagioni". Pur se bisognoso di qualche
aggiustamento, il detto può celare una velata critica alla stampa,
all'Informazione, rea di veicolare in tempi di crisi messaggi
governativi ottimistici sulla cosiddetta ripresa (che continua a non
arrivare). Si passa, dunque, dalle manovre "lacrime e sangue"
a quelle per "cavalcare la ripresa". La stagione di mezzo,
ovviamente quella che invece si sta vivendo, la più lunga e fredda
in assoluto, sembrerebbe non esistere più. Ma c'è. Eccome. "Gli
uomini con gli amici parlano solo di calcio e di sesso". Se c'è
un risultato che va ascritto alla nostra classe politica è proprio
che hanno saputo far cambiare dieta ai maschi italiani. Oggi, il pour
parler è fatto di tasse e soldi, di come arrivare alla fine del
mese. A suon di manovre fiscali, maschi e femmine d'Italia parlano la
stessa lingua e non ci sono più i monologhi in stanze diverse. "I
professori di una volta erano vocati; quelli di oggi prendono solo lo
stipendio". Per forza, con i nuovi contratti è un miracolo
arrivare a prenderne uno ragion per cui è proprio così disdicevole
desiderare di arrivare alla fine del mese? No. Penso proprio di no.
"C'è la Crisi ma i ristoranti sono pieni". Il problema è
che con le imposte e tasse di oggi non è difficile riempire un
locale ma guadagnarci. Occorre che i clienti paghino e lo Stato non
si rubi tutto l'incasso. Nei ristoranti, del resto, potrebbe esserci
una nutrita delegazione di "eletti" e, si sa, ciò che
questi delegati spendono ricade sulle tasche dei cittadini italiani.
In conclusione, voglio citare il proverbio più politico ed attuale
in assoluto. Si tratta di un "luogo comune" molto
conosciuto e diffuso nell'immaginario collettivo. "Non mi
conosci e quindi non mi puoi giudicare". Alzi la mano quel
Giudice che è senza peccato e che conosce vita, morte e miracoli del
politico che beffardamente sbatte in prima pagina, espone al pubblico
ludibrio. Per giudicare occorre guardare il curriculum vitae e non
l'esistenza del reato. Giusto? Lo immaginavo.
Pier Giorgio Tomatis
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