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giovedì 31 agosto 2023

Le infezioni estive dei bambini: parla l’infettivologa Susanna Esposito

Con il caldo arrivano i virus dell’estate che colpiscono soprattutto i bambini, provocando gastroenteriti. La professoressa ordinaria di Pediatria dell’Università di Parma Susanna Esposito spiega quali sono quelli più diffusi e come ci si contagia.

Susanna Esposito, la bio dell’infettivologa 


 

Susanna Esposito: traumi e infezioni intestinali tra i principali motivi di visita al pronto soccorso

Nei pronto soccorso pediatrici in estate i casi che arrivano sono in numero contenuto e dovuti soprattutto a traumi e infezioni intestinali". A spiegarlo è Susanna Esposito, Responsabile del Tavolo tecnico di malattie infettive della Società Italiana di Pediatria, nonché professoressa ordinaria di Pediatria presso l’Università di Parma. A differenza dell’inverno, in cui i virus che vanno per la maggiore attaccano le vie respiratorie, in estate viene preso di mira soprattutto l’intestino. Complice il caldo che favorisce la proliferazione di virus e batteri nei cibi mal conservati e nelle piscinette, nei mesi estivi tante famiglie si ritrovano alle prese con bambini in preda ad attacchi di diarrea, vomito e rialzi termici. Tipiche della bella stagione sono anche le punture di zecche. “Le punture di questi animali possono portare infezioni come quelle da Borrelia burgdorferi, che causa la malattia di Lyme, dalle possibili gravi conseguenze se non adeguatamente diagnosticata e trattata”, avverte Susanna Esposito.

Susanna Esposito: i virus e i batteri che provocano la gastroenterite

In cima alla lista dei virus che attaccano l’intestino e sono molto diffusi tra i più piccoli troviamo il rotavirus e il norovirus. A questi bisogna fare attenzione in particolare nei primi 12 mesi di vita. “Per i bambini sotto l’anno di vita possono essere pericolosi a causa del rischio di disidratazione. Per questo, in caso di sintomi, è bene non aspettare troppo prima di rivolgersi al proprio pediatra”, precisa la professoressa Susanna Esposito. Un'altra famiglia di virus che ama il caldo è quella degli enterovirus, i quali “si manifestano con sintomi gastrointestinali e respiratori ma anche con eruzioni esantematiche, come la mani-piedi-bocca”. Esistono poi le gastroenteriti provocate dai batteri, come la salmonella, gli Escherichia coli e lo stafilococco aureo. Questi si diffondono tramite alimenti sottoposti a sbalzi termici o lasciati per troppo tempo al caldo. L’impetigine è, ad esempio, una malattia “tipicamente estiva e contagiosa” che colpisce i bambini sotto i 10 anni ed è causata dallo stafilococco aureo.

DVR Documento di Valutazione dei Rischi Studio Tecnico Bastianelli

 

DVR Documento di Valutazione dei Rischi

DVR Documento di Valutazione dei Rischi Studio Tecnico Bastianelli è il documento che in riferimento normativo per la prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro D.Lgs. 81/2008, racchiude tutti i rischi e misure di prevenzione per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, tale documento è obbligatorio per tutte le aziende con almeno un dipendente.

Ma che cos’è e come si redige un documento di valutazione dei rischi

Cos’è il DVR e chi lo redige

Il DVR è il documento che analizza e individua i possibili rischi presenti in un luogo di lavoro e quindi occorre analizzare, valutare e cercare di prevenire tutte le situazioni di pericolo per i lavoratori.

Di fatto si può dire che il DVR sia la fotografia fatta in quel momento sull’azienda per sapere tutto quello che occorre o è stato fatto in materia di sicurezza e per prevenire gli infortuni dei propri dipendenti.

Prima di passare alla stesura del documento (in forma cartacea o digitale) è necessario raccogliere alcune informazioni circa l’attività oggetto di valutazione: numero di addetti, mansioni svolte, fasi del processo lavorativo, ecc.

Una volta eseguita la valutazione dei rischi, viene attuato un piano di prevenzione e protezione con l’obiettivo di eliminare, o quantomeno ridurre, le probabilità di situazioni pericolose.

Altre figure nel DVR Documento di Valutazione dei Rischi

Ma chi redige il DVR? Colui che ha l’obbligo di compilare il DVR è il Datore di Lavoro: tale compito non può essere delegato ma può decidere di affidarsi a un tecnico specializzato nel campo della sicurezza sul lavoro per una consulenza mirata, inoltre insieme al datore di lavoro ci sono anche altre figure che sono implicate nella redazione del DVR, ovvero:

1. Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) che affianca il datore in fase di valutazione dei rischi e contribuisce a pianificare le misure di protezione e prevenzione;

2. Medico Competente (MC) che contribuisce a valutare i rischi specifici in relazione alla salute dei lavoratori e si occupa di predisporre il protocollo di sorveglianza sanitaria, tale figura è esterna all’azienda;

3. Rappresentante dei Lavoratori (RLS) che viene consultato preventivamente sul contenuto della valutazione dei rischi e deve riceverne una copia per presa visione, in quanto rappresenta i lavoratori ed è stato eletto da questi ultimi;

DVR a cosa serve e come funziona

Il DVR serve a valutare le probabilità di un evento dannoso per i lavoratori, calcolare il danno che ne può derivare e le misure di prevenzione e protezione da attuare. Il DVR deve contenere:

· anagrafica aziendale;

· organigramma aziendale: anagrafica delle figure professionali presenti nel DVR;

· descrizione del ciclo lavorativo: elenco di impianti, macchinari, attrezzature, sostanze chimiche impiegate, ecc.;

· identificazione delle mansioni;

· valutazione dei rischi, che individua i pericoli presenti in ogni fase lavorativa e per ogni mansione individuata, i dipendenti esposti ai rischi specifici, esposizione e gravità del danno; 

· programma delle misure di prevenzione e protezione, eventuali procedure da adottare per migliorare la sicurezza, i tempi di realizzazione e l’indicazione dei DPI da utilizzare;

· interventi migliorativi necessari per aumentare la sicurezza.

DVR Documento di Valutazione dei Rischi sul Lavoro

DVR Documento di Valutazione dei Rischi: quando è obbligatorio

Indipendentemente dal settore di categoria, il Documento di Valutazione dei Rischi è obbligatorio per tutte le aziende che hanno almeno 1 dipendente o collaboratore (soci lavoratori, tirocinanti, lavoratori con contratti temporanei) e va redatto:

 - entro 90 giorni per una nuova attività

 - nell’immediato, quando un lavoratore entra in forza a un’impresa già avviata.

Essendo una fotografia della realtà aziendale, non è prevista una scadenza del DVR, che però deve essere rivisto ogni volta in cui avvengono significative modifiche per quanto riguarda:

·        processo produttivo

·        organizzazione del lavoro

·        nuovi macchinari

·        nuove mansioni

·        scadenze periodiche per quanto riguarda alcuni rischi specifici (quali rumore, vibrazioni, stress lavoro correlato, ecc).

La copia originale, firmata da tutte le figure coinvolte (Datore di Lavoro – RSPP – Medico del Lavoro – RLS), viene conservata in azienda e resa disponibile per eventuali visite d’ispezione di ASL, INPS, INAIL o Vigili del Fuoco che possono richiederne la visione.

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Documento di Valutazione dei Rischi: quando è obbligatorio

Indipendentemente dal settore di categoria, il Documento di Valutazione dei Rischi è obbligatorio per tutte le aziende che hanno almeno 1 dipendente o collaboratore (soci lavoratori, tirocinanti, lavoratori con contratti temporanei) e va redatto:

 - entro 90 giorni per una nuova attività

 - nell’immediato, quando un lavoratore entra in forza a un’impresa già avviata.

Essendo una fotografia della realtà aziendale, non è prevista una scadenza del DVR, che però deve essere rivisto ogni volta in cui avvengono significative modifiche per quanto riguarda:

·        processo produttivo

·        organizzazione del lavoro

·        nuovi macchinari

·        nuove mansioni

·        scadenze periodiche per quanto riguarda alcuni rischi specifici (quali rumore, vibrazioni, stress lavoro correlato, ecc).

La copia originale, firmata da tutte le figure coinvolte (Datore di Lavoro – RSPP – Medico del Lavoro – RLS), viene conservata in azienda e resa disponibile per eventuali visite d’ispezione di ASL, INPS, INAIL o Vigili del Fuoco che possono richiederne la visione.


Mancata redazione del Documento della Valutazione dei Rischi

È importante ricordare che la mancata o incompleta elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi può comportare pesanti sanzioni per il Datore di Lavoro

 - ammenda da un minimo di 3.000 € fino ad un massimo di 15.000 €, oltre a pene detentive fino a 8 mesi;

 - sospensione dell’attività imprenditoriale in caso di reiterata mancanza di compilazione del DVR e mancata nomina dell’ RSPP;

 - modifica dei contratti subordinati aziendali: da tempo determinato, intermittente o somministrato a tempo indeterminato.

Le uniche realtà esenti dall’obbligo del DVR sono i lavoratori autonomi e le imprese familiari, che seguono la normativa dell’art. 2222 del Codice Civile.

Consulenza e supporto nella compilazione del DVR: a chi rivolgersi

Il nostro studio si avvale di professionisti seri che ti supporteranno nella compilazione del tuo Documento della Valutazione dei Rischi a Roma senza sbagliare.

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Paolo Gallo: Italgas, nel I semestre crescono utili e ricavi, ridotti consumi ed emissioni

Il primo semestre del 2023 ha visto Italgas crescere grazie alle reti smart e digitali. Migliorano anche gli indicatori di sostenibilità. Il Gruppo guidato da Paolo Gallo punta alla neutralità carbonica al 2050 e alla valorizzazione delle risorse umane.

Paolo Gallo (Italgas)

Paolo Gallo: “Italgas, semestre di successo con reti smart per la transizione ecologica”

Non si ferma la crescita di Italgas. Dopo un 2022 solido e 24 trimestri consecutivi a macinare utili e ricavi nonostante il contesto condizionato dall’incremento dei costi delle materie prime, anche nella prima metà del 2023 il Gruppo guidato da Paolo Gallo ha infatti registrato un’ulteriore accelerazione. Secondo i risultati al 30 giugno approvati dal Cda presieduto da Benedetta Navarra, l’utile netto adjusted di Italgas è cresciuto del 14,9%, toccando quota 213,2 milioni di euro (+14,9%), mentre i ricavi totali hanno segnato un deciso +31,7%, attestandosi a 931,8 milioni di euro. Numeri che per l’AD testimoniano ancora una volta “il ruolo chiave delle reti del gas - intelligenti, digitali e adattabili - e del Gruppo Italgas per il conseguimento degli obiettivi del REPowerEU e, attraverso di essi, di una transizione ecologica sicura e competitiva”. Positivi anche gli indicatori di sostenibilità: nei primi sei mesi dell’anno Italgas è riuscita ad ottenere una riduzione dei consumi netti di energia del 14,7% (Grecia inclusa, -18,7% considerando solo l’Italia) e delle emissioni correlate del 12%. Il Gruppo rafforza quindi il suo contributo all’obiettivo della neutralità carbonica al 2050: “Per promuovere attivamente l’ulteriore cambiamento – ha ricordato Paolo Galloabbiamo introdotto anche nuovi target riferiti a un’equità retributiva di genere e allo sviluppo di competenze e valorizzazione delle risorse: azioni indispensabili per continuare a puntare sull’innovazione”.

Italgas punta sull’idrico, Paolo Gallo: “Gas rimarrà centrale, non saremo multiutility”

Nei primi mesi del 2023, in linea con il Piano Strategico, Italgas ha portato a termine anche diverse operazioni nel settore idrico. Tra queste l’acquisizione, conclusasi a giugno, delle società di Veolia attive nel servizio idrico nelle regioni Lazio, Campania e Sicilia. L’obiettivo è “diventare un player rilevante” sfruttando il know-how accumulato con il gas. Tuttavia, come sottolineato da Paolo Gallo, Italgas non diventerà una multiutility: “La distribuzione del gas rimarrà il nostro core. Anche perché pensiamo che giocherà un ruolo centrale nella transizione energetica e noi siamo qui per giocare quel ruolo”. Trasformazione digitale, repurposing ed estensione del network gli altri pilastri della strategia 2023-2029, con Italgas impegnata a fornire al Paese infrastrutture all’avanguardia in grado di accogliere e distribuire gas rinnovabili come biometano e idrogeno verde. Il Gruppo continuerà inoltre ad espandersi attraverso gare ATEM, M&A e a rafforzare la propria presenza nel mercato greco.

Economia Circolare: Luca Dal Fabbro (Iren) parla del recupero dei Raee

Il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro ha illustrato l’importanza del recupero dei Raee in Italia per diminuire la dipendenza dalla Cina in quest’ambito: il manager, intervistato da Il Giornale d’Italia, è un esperto di transizione ecologica e ESG.

Luca Dal Fabbro (Iren)

Luca Dal Fabbro, materie critiche: l’economia circolare per risolvere il problema dell’approvvigionamento

La nostra filiera industriale dipende da alcuni specifici materiali critici, oggi ne parliamo e parliamo anche di soluzioni”: così ha esordito Luca Dal Fabbro in una intervista al Giornale d’Italia incentrata sull’argomento del riciclo dei RAEE, un tema chiave per chi si occupa di economia circolare. Una soluzione per garantire l’approvvigionamento dei materiali critici in Italia c’è, una soluzione utile a far sì che il Paese diminuisca la sua dipendenza dalla Cina. L’economia circolare e dunque il riciclo dei Raee potrebbero aiutare l’Italia a diventare indipendente al 34% dalle importazioni entro il 2035-2040. “Il 90% di tutti i Raee noi li esportiamo per farli lavorare all’estero, invece possiamo lavorarli qui e recuperare questi materiali” ha spiegato Luca Dal Fabbro. “Questo significa due cose: dare maggiore competitività alla nostra industria, perché significa averlo a prezzi più bassi, e, soprattutto, renderla più resiliente, più sicura, perché gli approvvigionamenti dall’estero possono arrivare ma anche non arrivare”.

Luca Dal Fabbro: l’impegno di Iren per la circular economy

Durante la sua intervista a Il Giornale d’Italia, Luca Dal Fabbro ha mostrato un lingotto d’oro ottenuto proprio grazie al riciclo dei Raee: il lingotto è stato prodotto da un impianto di Arezzo. “Si può estrarre oro dai metalli che si ottengono dai cellulari, dai televisori, questo significa recuperare l’oro, il metallo, il palladio, lo zinco, che sono sempre più scarsi e sempre più costosi. Il riciclo può recuperare il 40% di tutto il nostro fabbisogno nei prossimi anni”. Iren, che Luca Dal Fabbro rappresenta in qualità di Presidente, è attiva sul fronte del recupero dei materiali da riutilizzare poi per la filiera industriale. Per procedere spediti verso questa direzione, il Presidente auspica collaborazione da parte delle istituzioni così da condividere delle regole chiare e univoche per autorizzare i processi e i progetti: per competere e per avere materiali sicuri senza costi elevati serve agire celermente.

Investimenti sostenibili ESG: nuova puntata per “Time to Change” di Banca Generali in Minnesota

Nel contesto attuale in cui la necessità di un’energia più pulita e sostenibile si fa sempre più urgente, Banca Generali emerge come protagonista impegnata nel promuovere la transizione energetica. Uno dei suoi progetti chiave è “BG4SDGs - Time to Change”, un’iniziativa volta a indagare l’evoluzione verso i 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030 e gli effetti degli investimenti sostenibili ESG.

Banca Generali, primo Istituto in Italia per gli investimenti sostenibili ESG

Investimenti sostenibili ESG, Banca Generali: il penultimo appuntamento di “Time To Change”

Nel sedicesimo capitolo del progetto “Time to Change”, promosso da Banca Generali – primo Istituto in Italia per gli investimenti sostenibili ESG – per esplorare il percorso verso il conseguimento dei 17 obiettivi dell'Agenda ONU 2030, l’attenzione si sposta verso l’energia rinnovabile e accessibile. Questa tappa si concentra sulla transizione verso un futuro energetico più verde ed efficiente. Il fotografo Stefano Guindani è volato negli Stati Uniti, precisamente in Minnesota, per esplorare il Parco Solare di Aurora, una struttura di rilevanza eccezionale. Proprietà del gruppo italiano Enel, l’impianto fotovoltaico è il più grande in Nord America. La sua presenza costituisce un tassello fondamentale per il raggiungimento del Sustainable Development Goal (SDG) numero 7, che mira a garantire una transizione energetica sostenibile e a promuovere l’efficienza degli impianti per offrire servizi energetici a impatto ambientale ridotto. Il Parco Aurora si estende su un’ampia area e svolge un ruolo cruciale nell’accelerare la transizione energetica a favore della comunità agricola locale. Grazie alla vasta superficie di pannelli solari, converte direttamente la luce solare in energia elettrica, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2 (evita l’emissione in atmosfera di circa 150.000 tonnellate ogni anno).

Banca Generali: il Parco Aurora e gli investimenti sostenibili ESG

Uno degli elementi distintivi del Parco Aurora è la sua notevole dimensione e la capacità di generare una quantità significativa di energia. Grazie all’adozione di tecnologie all’avanguardia e all’efficienza dei pannelli solari, l’impianto è in grado di produrre circa 210 milioni di kWh all’anno. Questo risultato si inquadra perfettamente nell’obiettivo numero 7, che mira a fornire a tutti accesso a fonti energetiche economiche, affidabili e sostenibili. In questo contesto, “le fattorie Aurora di Enel in Minnesota rappresentano un esempio concreto di innovazione e attenzione ad un futuro migliore”, ha affermato Stefano Guindani, fotografo e curatore del progetto lanciato da Banca Generali. Queste centrali solari agro-fotovoltaiche non solo generano energia pulita, ma promuovono anche pratiche agricole sostenibili. Attraverso una sinergia virtuosa, gli spazi intorno ai pannelli solari sono mantenuti puliti grazie all’aiuto delle pecore. Le api, dal canto loro, favoriscono la biodiversità e l’impollinazione, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo numero 15 degli SDGs. Un esempio concreto dell’impatto positivo degli investimenti sostenibili ESG.

mercoledì 30 agosto 2023

Scarpe da Sposa Fleur d'Oranger Comfort per un Giorno Indimenticabile

 

Scarpe da Sposa

L'Importanza della Scelta delle Scarpe da Sposa: Eleganza e Comodità in un Unico Passo

Il giorno del matrimonio è un momento speciale. Ogni dettaglio è curato con attenzione, e tra gli elementi più importanti vi sono certamente le Scarpe da Sposa Fleur d'Oranger. Non si tratta solamente di un accessorio, ma di un elemento che può influenzare sia l'aspetto estetico che il comfort durante l'intera giornata. L'importanza della scelta delle Scarpe da Sposa va ben oltre l'apparenza, e in questo articolo esploreremo i motivi per cui questa decisione merita una particolare considerazione.

Espressione di Personalità ed Eleganza

Le Scarpe da Sposa Fleur d'Oranger non sono semplicemente un indumento, ma sono una dichiarazione di stile e personalità. La scelta del design, del colore e dei dettagli delle scarpe può riflettere il gusto personale della sposa e l'atmosfera dell'intero matrimonio. Se il matrimonio è classico ed elegante, delle scarpe con tacco a stiletto e dettagli raffinati potrebbero essere la scelta ideale. Al contrario, se l'evento è più informale e boho-chic, delle scarpe con zeppa o anche delle ballerine ricamate potrebbero risultare più adatte. Le scarpe da sposa non sono solo un elemento funzionale, ma un'opportunità per la sposa di esprimere se stessa e di completare il suo look in modo impeccabile.

Scarpe da Sposa

Comfort per un Giorno Indimenticabile

Uno degli aspetti spesso sottovalutati nella scelta delle scarpe da sposa è il comfort. Il giorno del matrimonio è lungo e intenso, con molte ore da trascorrere in piedi, ballando e interagendo con gli ospiti. Indossare delle scarpe scomode potrebbe non solo rovinare l'esperienza della giornata, ma anche influire sulla postura e sul benessere fisico della sposa. È fondamentale scegliere scarpe che non solo siano belle esteticamente, ma anche comode da indossare per ore. Molte marche specializzate offrono opzioni che coniugano stile ed ergonomia, garantendo che la sposa possa godere appieno di ogni momento senza sacrificare il comfort.







La Giusta Altezza

La scelta dell'altezza del tacco è un aspetto cruciale nella selezione delle scarpe da sposa. È importante considerare l'altezza del futuro sposo e la lunghezza dell'abito da sposa. L'obiettivo è raggiungere un equilibrio armonioso, evitando che l'abito strascichi per terra o che la coppia appaia sproporzionata nelle foto. Inoltre, la giusta altezza del tacco può influire sulla postura e sulla camminata della sposa. Se non si è abituate a indossare tacchi alti, è consigliabile optare per altezze più moderate o addirittura considerare l'idea di scarpe senza tacco.

Materiali e Dettagli Preziosi

La qualità dei materiali utilizzati per le scarpe da sposa è un aspetto da non trascurare. Tessuti pregiati, dettagli preziosi come cristalli, pietre e perline possono contribuire a elevare l'aspetto delle scarpe e a renderle veri e propri pezzi unici. Questi dettagli possono coordinarsi con gli elementi dell'abito da sposa o con gli accessori, creando un look armonioso e curato nei minimi particolari.

La scelta delle scarpe da sposa è un processo che va oltre la semplice selezione di un paio di calzature. Queste scarpe sono un'espressione di stile, personalità ed eleganza, ma devono anche offrire comfort per permettere alla sposa di godersi ogni istante del suo giorno speciale. La decisione riguardante il design, il colore, l'altezza del tacco e i materiali deve essere presa con cura e attenzione, poiché le scarpe da sposa rappresenteranno non solo un complemento al look, ma anche un ricordo tangibile di un momento indimenticabile.

Dal Gruppo Angelini a Unoenergy S.p.A.: l’evoluzione professionale di Luciano Castiglione

Luciano Castiglione è un manager che opera nel settore della distribuzione del gas e dell’energia. È stato Amministratore Delegato di DEA S.p.A. e Direttore Generale di Astea Energia S.p.A. Attualmente lavora nella Direzione Commerciale Area Adriatico Sud di Unoenergy S.p.A.

Luciano Castiglione

Luciano Castiglione: la formazione e gli anni in Edison S.p.A.

Luciano Castiglione nasce nel 1969 a Caltanissetta. Si laurea nel 1991 in Farmacia presso l’Università degli Studi di Palermo. La sua formazione prosegue con la frequentazione di corsi di specializzazione tenuti da enti e atenei rinomati quali Pharma Group e SDA Bocconi. Il suo percorso professionale ha inizio nel 1993, anno in cui viene assunto presso il Gruppo Angelini come Direttore Tecnico del Centro di Distribuzione di L’Aquila per conto di A.DI.VAR S.p.A. Qui arriva successivamente a ricoprire l’incarico di Responsabile Logistico-Commerciale per l’area del centro Italia. A inizio anni 2000 entra in Edison S.p.A. in qualità di Account Manager per la zona Adriatica, operando nel settore della vendita di Gas ed Energia Elettrica, con responsabilità di 24 Consorzi, 230 aziende e un totale di 48 milioni di euro di fatturato nel 2003. La sua crescita all’interno del Gruppo prosegue dapprima con la nomina a Responsabile e poi con quella a Wholesale Manager presso Edison Energia S.p.A. Quest’ultimo incarico lo porta ad occuparsi di operazioni di analisi, negoziazione e sviluppo contratti di vendita gas ed energia elettrica con Società partecipate e società di vendita esterne.

Luciano Castiglione: dall’esperienza in DEA S.p.A. alla Direzione Commerciale Area Adriatico Sud di Unoenergy S.p.A.

L’esperienza e le competenze acquisite durante il suo percorso in Edison S.p.A. gli aprono le porte verso ulteriori incarichi di responsabilità presso altre realtà del territorio. Nel 2014 Luciano Castiglione diventa così Amministratore Delegato di DEA S.p.A., occupandosi per tre anni della gestione delle attività di distribuzione nei Comuni di Recanati, Osimo e Polverigi. È inoltre impegnato nella gestione delle risorse umane, dei rapporti con i soci e delle attività relative al core business e all’I.P., sia sul piano tecnico che legale. In seguito passa a Roma Gas & Power S.p.A. in qualità di Direttore Commerciale e Marketing, incarico che lo vede in prima linea nella creazione, nello sviluppo e nella gestione di reti commerciali negli ambiti wholesale, top business e retail. Collabora, in aggiunta, alla creazione della struttura di back office commerciale e alla formazione delle risorse umane. Dal 2017 al 2021, Luciano Castiglione è invece alla guida di Astea Energia S.p.A. (Gruppo SGR) nel ruolo di Direttore Generale. Qui avvia il processo di privatizzazione aziendale e contribuisce all’espansione della linea business di efficienza energetica, in particolare verso fornitori, installatori e progetti innovativi. Dal 2021 opera nella Direzione Commerciale Area Adriatico Sud di Unoenergy S.p.A.

Ristrutturazioni Roma


Ristrutturazioni Roma: impresa edile specializzata nelle ristrutturazioni di interni ed esterni. Ditta edile operante nei servizi di ristrutturazione su Roma e provincia. Professionalità ed oltre 15 anni di esperienza garantiscono un servizio di ristrutturazione a Roma e provincia di altissimo livello e i nostri clienti sono da sempre la nostra garanzia!

Scarpe Sposa Online Fleur d'Oranger Raffinatezza Made in Italy a Portata di Clic

 

Scarpe Sposa Online

Scarpe Sposa Online Fleur d'Oranger, la Raffinatezza Made in Italy a Portata di Clic

Il giorno del matrimonio rappresenta uno dei momenti più importanti nella vita di una persona, e ogni dettaglio deve essere perfetto, comprese le scarpe da sposa. Nel mondo delle calzature da sposa, un nome brilla per la sua raffinatezza senza tempo e la maestria artigianale: Fleur d'Oranger. Fleur d'Oranger ha catturato l'attenzione di tantissime spose grazie al suo design impeccabile, alla qualità straordinaria e all'essenza stessa del lusso italiano.

Fleur d'Oranger è sinonimo di tradizione artigianale italiana. Fondata su un fondamento di competenze tramandate di generazione in generazione, l'azienda fonde l'esperienza degli artigiani con l'innovazione contemporanea. Ogni paio di scarpe da sposa Fleur d'Oranger è il risultato di un impegno appassionato per la perfezione e una dedizione all'eccellenza artigianale.

Design senza Tempo: Le scarpe da sposa Fleur d'Oranger si distinguono per il loro design senza tempo. Ogni modello riflette un equilibrio tra tradizione e modernità, incorporando elementi classici come pizzi intricati, dettagli floreali e linee eleganti. L'attenzione ai dettagli è evidente in ogni cucitura e finitura, creando calzature che non solo completano il look della sposa, ma diventano dei veri e propri capolavori.

Materiali di Qualità: La qualità è al cuore di ogni creazione Fleur d'Oranger. Utilizzando solo i materiali più pregiati, come pelli pregiate e tessuti di alta qualità, le scarpe da sposa Fleur d'Oranger garantiscono comfort e durata durante il giorno del matrimonio e oltre. La cura e la dedizione nel processo di produzione si riflettono in ogni aspetto del prodotto finito.










L'Espressione dell'Individualità

Ogni sposa è unica, e le scarpe da sposa Fleur d'Oranger offrono la possibilità di esprimere la propria individualità. Dalla scelta dei materiali alle opzioni di colore e design personalizzato, ogni coppia di scarpe è creata per rispecchiare la personalità e lo stile della sposa. Questo approccio su misura aggiunge un tocco personale e unico al grande giorno.

Scarpe Sposa Online

Scarpe Sposa Online L'Accessibilità Online: Una delle caratteristiche affascinanti di Fleur d'Oranger è la sua disponibilità online. Attraverso il negozio virtuale, le spose possono accedere alle bellissime scarpe da matrimonio Made in Italy. Questa accessibilità consente alle spose di scoprire e selezionare le loro scarpe da sogno con facilità, senza confini geografici.

Le scarpe da sposa Fleur d'Oranger rappresentano un'ode all'eleganza italiana e all'artigianato senza tempo. Con un'attenzione meticolosa ai dettagli, materiali di alta qualità e design personalizzato, queste calzature trasformano il giorno del matrimonio in un'esperienza di lusso e stile. Grazie alla piattaforma online, Fleur d'Oranger porta la tradizione artigianale italiana a spose di tutto il mondo, dimostrando che l'eleganza veramente straordinaria non conosce confini.

Stefano Venier: transizione energetica, Snam accelera nel primo semestre 2023

Snam nel primo semestre 2023, l’AD Stefano Venier: “Abbiamo raggiunto importanti progressi nella realizzazione dei progetti per la sicurezza e la transizione energetica del nostro piano strategico e nella riduzione delle emissioni di gas metano con un -32% rispetto allo stesso periodo del 2022”.

Stefano Venier (Snam)

Stefano Venier: Snam, i “solidi risultati” raggiunti nei primi sei mesi dell’anno

Emerge anche nel commento dell’AD Stefano Venier il valore della performance di Snam nel primo semestre 2023: “Abbiamo ottenuto solidi risultati in uno scenario complesso, caratterizzato da incertezza geopolitica, volatilità dei prezzi delle commodities e tassi di interesse in crescita”. Basti guardare ai numeri: ricavi totali per 1,89 miliardi di euro, in aumento del 18,4% rispetto agli 1,6 miliardi ottenuti nello stesso periodo dello scorso anno, Ebitda adjusted pari a 1,22 miliardi di euro (+5,7%) per effetto dell’aumento dei ricavi regolati e del contributo dei business legati alla transizione energetica, utile netto adjusted a 621 milioni di euro. L’AD Stefano Venier ha ricordato inoltre come a inizio luglio sia stata messa in esercizio la nave FSRU Golar Tundra a Piombino: “La capacità degli stoccaggi risulta ad oggi pari a circa l’87%”. In questi mesi sono stati raggiunti “importanti progressi nella realizzazione dei progetti per la sicurezza e la transizione energetica del nostro piano strategico e nella riduzione delle emissioni di gas metano con un -32% rispetto allo stesso periodo del 2022”. I risultati conseguiti permettono dunque a Snam di confermare i target finanziari a fine anno e di guardare “con maggior serenità al prossimo inverno rimanendo focalizzati sugli obiettivi di medio-lungo termine”. 

Stefano Venier: i progressi nella realizzazione dei progetti per la sicurezza e la transizione energetica

L’AD Stefano Venier sostiene fortemente l’impegno di Snam nel conciliare le proprie scelte strategiche con il raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) definiti dalle Nazioni Unite nel 2015. Degli investimenti totali realizzati nei primi sei mesi dell’anno il 56% è allineato ai Sustainable Development Goals e il 37% alla Tassonomia Europea. Nel semestre Snam, come ha ricordato anche l’AD Stefano Venier, ha registrato inoltre una riduzione delle emissioni di metano con un -32% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’impegno di Snam nell’ambito della sostenibilità è riconosciuto anche da diversi rating ESG: nominata da Sustainalytics Best Performer nel settore gas e utilities, è stata inclusa nella “A List” di CDP (Carbon Disclosure Project) che raggruppa le aziende che si distinguono per l’impegno e la trasparenza nel contrasto al climate change. Inoltre, Snam ha pubblicato il suo primo Tax Transparency Report che illustra la strategia fiscale ed evidenzia il rapporto tra le imposte pagate e il loro ruolo nello sviluppo sostenibile.

Federico Motta Editore: la storia dell’Editore tra innovazione, iconicità e tradizione

Federico Motta Editore vanta oltre 90 anni di storia, caratterizzata da opere iconiche come l’Enciclopedia Motta, collaborazioni con nomi illustri del panorama nazionale e internazionale, ad esempio Umberto Eco, e soprattutto da prodotti all’avanguardia. Oggi, la Casa Editrice milanese rappresenta un punto di riferimento nell’editoria italiana. Federico Motta Editore

L’innovazione: da sempre una costante in Federico Motta Editore

La costante ricerca dell’innovazione e la volontà di offrire prodotti all’avanguardia accompagnano le scelte della Casa Editrice fin dalla sua nascita. Il percorso di Federico Motta Editore è segnato da una lunga serie di proposte rivoluzionarie che hanno guidato il settore dell’editoria italiana per decenni. Erano gli anni ’80 e l’Editore già aveva introdotto il Sonobox, uno strumento multimediale per la lettura audio dei testi di Storia Contemporanea. All’epoca rappresentò una novità assoluta nella tecnologia digitale. Continuando a sperimentare con l’intento di portare innovazione con la sua proposta editoriale, qualche anno più tardi la Casa Editrice propose l’enciclopedia Motta multimediale: ai volumi si affiancavano floppy disk, CD-ROM, videocassette e Tavole Transvision. Una nuova ventata di novità arrivò poi con l’avvento di Internet. Federico Motta Editore avviò infatti innovativi progetti di editoria digitale, tra cui mottaformazione.it e l’Enciclopedia Motta con Internet TV. Queste scelte, che hanno contraddistinto l’operato della Casa Editrice milanese dalla sua fondazione, hanno fatto sì che oggi costituisca una pietra miliare nel panorama editoriale italiano.

Come e quando nasce Federico Motta Editore

Federico Motta Editore nasce in realtà come una modesta impresa specializzata nella produzione fotomeccanica. Era il 1929 e l’allora fotoincisore Federico Motta decise di fondare una società dal nome “Cliché Motta”. Trascorso del tempo, il fondatore ebbe l’intuizione di deviare dal percorso originale, concentrandosi sulla stampa dei fumetti. Fu però la pubblicazione della prima Enciclopedia Motta a segnare davvero l’inizio della sua avventura editoriale. L’Enciclopedia entrò a poco a poco nelle case degli italiani, affermandosi come un’opera iconica, nonché punto di riferimento per milioni di famiglie. Col passare degli anni, la Casa Editrice è andata arricchendo la propria offerta culturale, mostrandosi sempre pronta ad adattarsi ai cambiamenti della società con proposte e contenuti all’avanguardia. Federico Motta Editore è ormai simbolo di qualità, autorevolezza e tradizione.

Cristina Scocchia a “Business People”: il leader tra valori morali e competenze acquisite

Cristina Scocchia, AD di Illycaffè, spiega come la leadership sia basata su un mindset che è in parte innato e in parte va coltivato grazie all’esperienza e all’allenamento consapevole delle proprie attitudini.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: il compasso morale al centro della figura del leader

Cristina Scocchia ha ricoperto l’incarico di Amministratore Delegato di L’Oréal Italia dal 2014 al 2017. In seguito, ha mantenuto lo stesso incarico in KIKO Milano e oggi è AD di Illycaffè, un impegno che è iniziato a gennaio 2022. Tra le tematiche che stanno più a cuore alla manager vi è sicuramente quella della leadership, sulla quale si è espressa in una recente intervista rilasciata a “Business People”. “Servono competenze specifiche e abilitanti per svolgere determinate professioni, ma per essere un buon leader bisogna avere attitudini che prescindono dai ruoli e dagli studi”, ha specificato l’AD. Tra gli elementi imprescindibili per un leader ci sono le capacità analitiche, l’intuizione e il pensiero strategico. Cristina Scocchia ha inoltre messo in luce l’importanza di motivare le persone anche dal punto di vista emotivo e non solo razionale: “Sono necessari empatia, gioco di squadra e capacità di ammettere i propri errori. Più si cresce nella scala gerarchica, più contano l’intelligenza sociale e la capacità di influenzare positivamente gli altri, argomentando con chiarezza ed entusiasmo le proprie idee”. In questo senso, è fondamentale agire secondo un forte compasso morale, in grado di indirizzare le scelte del leader verso la giusta strada.

Cristina Scocchia: la carriera come una maratona

La carriera non è uno sprint, ma una maratona”: Cristina Scocchia spiega così il suo concetto di evoluzione professionale, evidenziando come non sempre si tratti di un percorso costante, che procede senza intoppi. Nonostante le cadute, ciò che è davvero importante è non fermarsi e continuare ad avanzare. Anche chi è più predisposto alla leadership deve imparare ad accettare gli errori e i cambi di rotta, coltivando con costanza le proprie capacità. L’AD spiega inoltre l’importanza di “guardarsi sempre intorno e indietro per aiutare chi sta affrontando la propria maratona”: non bisogna pensare solo a se stessi, ma l’intero team può essere d’aiuto nel percorso di crescita professionale. “Ho sempre ragionato così sin dall’inizio della mia carriera quando, durante i miei primi tre anni in Procter & Gamble, lavoravo sodo tutto il giorno per poi studiare la notte, e usavo i giorni di ferie per fare gli esami universitari”. Cristina Scocchia parte dagli insegnamenti del padre per spiegare questa sua scelta: non è importante il risultato, ma avere il coraggio di scendere in campo e fare del proprio meglio. Si tratta di un mindset che sta alla base della leadership, una dote che comunque può e deve essere coltivata nel tempo.

lunedì 28 agosto 2023

Mario Putin: l’iter professionale e il successo alla guida di Serenissima Ristorazione

Nel 1996, dopo aver preso una decisione cruciale, Mario Putin lascia l’azienda di famiglia per concentrarsi su Serenissima Ristorazione. Grazie alle sue capacità imprenditoriali, il Gruppo è cresciuto fino a diventare un leader nel settore, rispondendo alle esigenze di consumatori, aziende ed enti pubblici.

Serenissima Ristorazione, leader nei servizi di ristorazione collettiva e commerciale

L’esordio di Mario Putin nel Gruppo Serenissima Ristorazione

Mario Putin è l’imprenditore alla guida del Gruppo Serenissima Ristorazione, un’importante realtà nel panorama della ristorazione commerciale e collettiva a livello nazionale. Sin da giovane, dimostra una straordinaria determinazione, iniziando la sua carriera imprenditoriale a soli 16 anni con una scelta audace: lasciare l’Italia per stabilirsi in Spagna. Durante la sua esperienza all’estero, collabora con i fratelli Giovanni e Alberto, gestendo con successo Automatismo para ceramica, società specializzata nel settore ceramico. Nel 1969, ritornato in patria, si unisce al fratello Franco nella gestione dell’azienda Impianti Putin Installazioni Automatiche e Costruzioni (IPIAC). Qui rimane fino al 1996: durante questo periodo, sviluppa competenze gestionali e produttive che si sono successivamente rivelate fondamentali per la sua futura carriera. Nel frattempo, Mario Putin concede un proprio capannone in affitto a una società di ristorazione, Serenissima Ristorazione.

Serenissima Ristorazione: il contributo di Mario Putin

È il 1986 quando, attraverso l’acquisizione graduale di quote societarie, Mario Putin diventa azionista di maggioranza della società di ristorazione, trasformando radicalmente lo stile dell’azienda e ponendo l’accento sull’alta qualità e l’efficienza industriale. Nel 1996 arriva una scelta decisiva: l’imprenditore decide infatti di lasciare l’azienda di famiglia per concentrarsi esclusivamente su Serenissima Ristorazione. Grazie alla sua visione e leadership, trasforma il Gruppo in un punto di riferimento a livello nazionale nel settore della ristorazione. Oggi, l’azienda specializzata nei servizi di ristorazione collettiva e commerciale rappresenta una realtà imprenditoriale di spicco: riconosciuta per la sua solidità e capacità di soddisfare le esigenze sia dei consumatori finali sia delle grandi aziende e degli enti pubblici, offre servizi e prodotti di altissima qualità.

Investimenti sostenibili ESG, “Time To Change” di Banca Generali si chiude con l’SDGs n°16

Il fotografo Stefano Guindani si è recato al Peres Center for Peace, in Israele, per la tappa conclusiva del progetto “Time to Change” voluto da Banca Generali, primo istituto in Italia per gli investimenti sostenibili ESG.

Banca Generali, un approccio sostenibile

Investimenti sostenibili ESG, Banca Generali: focus sul nuovo appuntamento di “Time To Change”

Bambini che rincorrono un pallone, giovani di nazionalità diverse accomunati da valori di pace e dal linguaggio universale dello sport. Sono i protagonisti degli scatti di Stefano Guindani, volato a Giaffa, In Israele, per visitare il Peres Center for Peace in occasione dell’ultimo capitolo di BG4SDGs – Time to Change. Lanciato nel 2021 da Banca Generali, leader in Italia negli investimenti sostenibili ESG, il progetto fotografico nasce con l’obiettivo di esplorare i progressi sui 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030. Al centro dell’episodio conclusivo l’SDGs n°16: promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni responsabili e inclusive. La Fondazione israeliana, fondata nel 1996 dal premio Nobel per la Pace Shimon Peres, è impegnata a promuovere la pace e lo sviluppo tra le popolazioni del Medio Oriente con iniziative che spaziano dall’economia alla cultura passando per l’innovazione fino allo sport come modello di inclusione. Twinned Peace il nome della scuola sportiva realizzata dal Peres Center a Ramla, iniziativa raccontata dai lavori di Guindani, curatore del progetto targato Banca Generali. Il fotografo ha definito il Centro Peres come “concreto punto di riferimento” nella ricerca di pace tra i popoli: “Alla Fondazione sanno che la pace si sigla con accordi internazionali ma si crea anche partendo da una partita di calcio tra bambini di etnie e religioni diverse perché l’inclusione parte dal rispetto e dalla condivisione”.

Dagli investimenti sostenibili ESG a “Time To Change”: il valore della sostenibilità per Banca Generali

L’ultima tappa del progetto promosso da Banca Generali mette in evidenza quanto lavoro ancora ci sia da fare per provare a costruire società pacifiche e inclusive. Secondo una delle ricerche più recenti condotte dall’UN Global Compact sulle tensioni politiche e sociali, oggi solo dieci Paesi nel mondo sono esenti da conflitti di ogni tipologia. E se gli scatti dei bambini sui campetti di Me’ir Binet esprimono gioia e condivisione, spiega Guindani, è vero anche che “è difficile parlare di pace quando quotidianamente entrano nella nostra vita immagini e notizie di guerra; è strano parlarne da un territorio che di pace non ne vede da tempo”. Iniziative come quella del Peres Center sono quindi fondamentali per mantenere l’unione tra le differenze: lo racconta l’ultimo appuntamento di “Time To Change”, progetto che conferma l’attenzione che Banca Generali riserva alle tematiche legate alla sostenibilità. I risultati dell’iniziativa portata avanti insieme a Guindani saranno presentati il prossimo 30 agosto nel corso di una conferenza stampa dedicata. Ma è anche nella performance relativa agli investimenti sostenibili ESG che si riflette l’impegno di Banca Generali per la sostenibilità: d’altronde l’Istituto guidato da Gian Maria Mossa è stato il primo in Italia ad offrire ai propri clienti una piattaforma in grado di misurare gli impatti sociali e ambientali dei singoli prodotti finanziari.

venerdì 25 agosto 2023

ESG European Institute: focus su Luca Dal Fabbro, esperto in economia circolare e sostenibilità

Luca Dal Fabbro ha ricoperto ruoli apicali in diverse aziende internazionali che si occupano di energia. Esperto in economia circolare ed ESG, è attualmente Presidente dell’ESG European Institute.

Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren da giugno 2022

Luca Dal Fabbro: il ruolo presso ESG European institute

Luca Dal Fabbro è esperto in ambito ESG. Oltre a ricoprire la carica di Presidente per Iren, è impegnato in diversi altri ruoli di rilevanza internazionale. Di recente si è occupato di tematiche chiave quali la transizione ecologica, l’emergenza climatica, il problema della siccità e della sicurezza energetica, nonché di economia circolare e terre rare. Luca Dal Fabbro è inoltre Presidente dell’ESG European Institute, una associazione no profit che si pone come interlocutore qualificato per aziende, associazioni, cittadini, istituzioni e investitori in materia ESG. Le attività dell’ESG European Institute vertono sul business sostenibile, che crea nuovo valore sfruttando le potenzialità della sostenibilità, della circular economy, della cura delle persone e dell’ambiente, della valorizzazione dei territori, dell’uguaglianza e della tutela dei territori. L’associazione si contraddistingue per i valori di integrità, onestà ed equità.

Luca Dal Fabbro: il percorso professionale

Laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università di Roma, Luca Dal Fabbro ha conseguito in seguito un Master in Politica Internazionale presso ULB al Centre des Etudes Internationales et strategiques di Bruxelles. Ha inoltre studiato Advance Management al M.I.T. di Boston, ha fondato il Circular Value Fund ed è Vicepresidente vicario di Utilitalia. La sua esperienza internazionale nel settore dell’energia l’ha portato a ricoprire ruoli apicali in Terna S.p.A., GRT Group SA, Electro Power Systems SA, Domotecnica, E.ON Italia S.p.A. ed E.ON Energia S.p.A. Luca Dal Fabbro è stato Amministratore Delegato di Enel Energia S.p.A. e membro del Consiglio di Amministrazione di Enel Gas S.p.A. È inoltre autore di due libri: “L’economia del Girotondo” (2017), incentrato sull’economia circolare e sulle sfide della sostenibilità, e “ESG - La misurazione della sostenibilità” (2022), che si occupa di elencare e porre rimedio alle criticità degli attuali standard di rating ESG. 

Claudio Descalzi: To Zero Together, la neutralità carbonica si raggiunge solo insieme

Claudio Descalzi: “Non esiste una transizione energetica sostenibile senza che l’industria energetica e i suoi clienti siano pienamente coinvolti”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: To Zero Together, insieme per vincere le sfide della decarbonizzazione

L’AD Claudio Descalzi lo aveva sottolineato anche lo scorso anno quando l’Atlantic Council gli conferì il Distinguished Business Leadership Award 2022 riconoscendo il ruolo “straordinario” che riveste nel settore energetico a livello internazionale, il valore della trasformazione tecnologica di Eni orientata alla completa decarbonizzazione entro il 2050 e i progressi raggiunti in risposta alla sfida della sicurezza energetica italiana ed europea: “Non c’è un futuro economico sostenibile per l'industria senza la transizione. Tuttavia, è anche vero che non esiste una transizione energetica sostenibile senza che l’industria energetica e i suoi clienti siano pienamente coinvolti”. È questa la direzione in cui guarda Eni con “To Zero Together”, approccio distintivo che sostiene fortemente anche l’AD Claudio Descalzi: porre il cliente al centro di azioni e strategie funzionali al raggiungimento della neutralità carbonica entro la metà del secolo. “To Zero Together” è una sfida importante che guarda in più direzioni: la mobilità del futuro, le energie rinnovabili e la chimica circolare per citarne alcune.

Claudio Descalzi: un’energia più sostenibile, un impegno per le persone

Il coinvolgimento delle persone, come indicato anche dall’AD Claudio Descalzi, è fondamentale per portare avanti efficacemente la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Non a caso sono numerose le iniziative che Eni promuove anche nell’ottica di condividere la propria vision. Tra queste la partnership con il Meeting di Rimini: un’occasione importante per raccontare cosa significa mettere il cliente al centro e illustrare le funzionalità dell’approccio integrato alla decarbonizzazione implementato. Il Gruppo guidato da Claudio Descalzi è presente anche quest’anno nei padiglioni della Fiera. “Insieme alle nostre società retail mostriamo i prodotti e le soluzioni concrete per la transizione energetica: dalla ricerca sulle fonti rinnovabili e le loro applicazioni ai consumi domestici, ai progetti di chimica circolare, passando per nuovi servizi per una mobilità più sostenibile” si legge sul sito di Eni. La 44ª edizione del Meeting di Rimini, in programma dal 20 al 25 agosto, è stata intitolata “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”: al centro il tema della relazione con l’altro come invito al dialogo e alla condivisione di conoscenze ed esperienze reciproche.

mercoledì 23 agosto 2023

Alessandra Ricci: “Innovazione asset fondamentale, startup sono il futuro”

Alessandra Ricci tra gli speaker del SIOS23 Summer promosso da Startupitalia e SACE: “Con imprese innovative impatti esponenziali per il Paese”, ha detto l’AD a margine dell’evento.

Alessandra Ricci

Startup, un’opportunità per la crescita: l’intervento di Alessandra Ricci

L’appuntamento più importante per il mondo delle startup e delle PMI innovative: è con queste parole che Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE, ha definito il “SIOS23 Summer: INSIEME”, l’evento promosso in collaborazione con Startupitalia lo scorso 27 giugno e tenutosi per la prima volta a Roma nella sede dell’Università Luiss Guido Carli. Persone, trasformazione, collaborazione e impatto i quattro temi chiave della giornata, che ha visto la partecipazione di oltre 15.000 imprese impegnate in workshop, pitch ispirazionali e desk. “Imprese che come SACE vogliamo supportare nella crescita in Italia e nel mondo – ha dichiarato Alessandra Ricci a margine dell’evento - Essere qui oggi per noi significa metterci all’ascolto e dialogare con un segmento strategico per lo sviluppo del nostro Paese, perché le startup sono il futuro del Made in Italy”.

Alessandra Ricci: “Innovazione ed export moltiplicatori di crescita

Per l’AD di SACE le startup svolgono un ruolo strategico sul fronte dell’innovazione, oggi indispensabile per vincere le sfide della transizione digitale e sostenibile: “Sono il futuro del Made in Italy – ha dichiarato Alessandra Riccinon solo perché cresceranno e diventeranno imprese mature ma soprattutto perché sono il fulcro dell’innovazione, un asset che è e sarà sempre di più motore dell’economia”. A dirlo anche i numeri del Rapporto Export 2023 pubblicato da SACE lo scorso giugno: con transizione energetica e rivoluzione digitale che si confermano fenomeni destinati a incidere sulla presenza del Made in Italy sui mercati esteri, “chi innova di più esporta meglio”: “L’innovazione triplica le opportunità di crescita delle esportazioni e se consideriamo che l’export è a sua volta un moltiplicatore di crescita e di opportunità, ecco perché siamo convinti che #INSIEME alle start-up e alle imprese innovative possiamo avere impatti esponenziali per tutti noi”, ha concluso l’AD di SACE.

Impresa edile Roma


Impresa edile Roma: impresa edile specializzata nelle ristrutturazioni di interni ed esterni. Ditta edile operante nei servizi di ristrutturazione su Roma e provincia. Professionalità ed oltre 15 anni di esperienza garantiscono un servizio di ristrutturazione a Roma e provincia di altissimo livello e i nostri clienti sono da sempre la nostra garanzia!

martedì 22 agosto 2023

Infrastrutture, innovazione e riorganizzazione: i progetti del Gruppo FS nell’intervista a Luigi Ferraris

Luigi Ferraris ha raccontato a “Fortune Italia” le strategie aziendali, rivelando a quanto ammontano le risorse che il Gruppo FS intende mettere in campo nel prossimo decennio per l’ammodernamento delle infrastrutture, la digitalizzazione, l’innovazione e migliaia di nuovi posti di lavoro.

Luigi Ferraris

Luigi Ferraris: Gruppo FS investe 190 miliardi di euro per rivoluzionare il settore dei trasporti in Italia

Luigi Ferraris ha lanciato una sfida epocale nel settore della mobilità delle persone e delle merci, il che ha probabilmente contribuito a fargli guadagnare il titolo di “Businessperson of the year”, conferitogli da “Fortune Italia” per essere stato tra gli eccellenti manager italiani che lo scorso anno hanno creato valore per l’azienda e per gli stakeholder. I 190 miliardi di euro investiti nei progetti di ammodernamento delle infrastrutture, digitalizzazione, innovazione, autonomia energetica e riorganizzazione aziendale sono la risorsa con la quale Gruppo FS intende rivoluzionare il settore dei trasporti in Italia. “Puntiamo a far sì che mobilità collettiva e logistica diventino volani di uno sviluppo sostenibile del Paese e strumenti di una maggiore coesione territoriale e sociale – ha spiegato Luigi Ferraris - Tra l’altro intendiamo accrescere la capacità dell’infrastruttura ferroviaria di almeno un 20%, così da aumentare l’offerta di treni dove necessario e migliorare l’integrazione tra ferro e gomma favorendo la scelta della mobilità collettiva e condivisa”.

Luigi Ferraris: i progetti sulle infrastrutture e quelli per colmare il gap Nord-Sud

Le priorità assolute del Gruppo sono il mantenimento in efficienza dei treni e delle infrastrutture ferroviarie e stradali, che saranno oggetto di un progressivo ammodernamento tecnologico all’insegna della digitalizzazione e della connettività. A trarne beneficio saranno le prestazioni, così come l’affidabilità e l’attrattività. È risaputo, purtroppo, che le nostre infrastrutture siano vetuste, con un’età media che supera i 70 anni. “È anche per questo che va salutata con soddisfazione la stagione che stiamo vivendo, contrassegnata da parte sia delle istituzioni sia di ampi settori dell’opinione pubblica da una positiva attenzione al tema infrastrutture in particolare al Sud”, ha commentato Luigi Ferraris. Proprio nel Mezzogiorno, Gruppo FS è impegnato in diverse opere per colmare il divario infrastrutturale tra Nord e Sud. Sono in fase di completamento la Napoli - Bari e la Palermo - Catania - Messina, mentre è in fase di avanzata progettazione la Salerno - Reggio Calabria AV.

Sfida sulle auto elettriche, Luca de Meo: “Serve strategia per recuperare il gap con la Cina”

La transizione alla mobilità elettrica è un processo irreversibile, ma che richiede flessibilità, collaborazione e regole chiare. Questo è il messaggio che emerge dall’intervista a Luca de Meo, CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA.

Il CEO di Renault Group Luca de Meo

La mobilità elettrica secondo Luca de Meo

Come si sta preparando l’industria automobilistica europea alla sfida dell’elettrico? Quali le opportunità e le difficoltà che si presentano sul mercato globale? E il ruolo delle istituzioni e delle normative? A queste e ad altre domande ha risposto Luca de Meo, CEO di Renault Group e da gennaio anche Presidente dell’ACEA, l’associazione che rappresenta i costruttori automobilistici europei. In un’intervista rilasciata al quotidiano “Avvenire”, ha espresso la sua visione sulla transizione verso la mobilità elettrica. Secondo il manager la scelta dell’elettrico è irreversibile e richiede investimenti enormi da parte dell’industria europea – che si prepara a immettere sul mercato 250 miliardi da qui al 2030 – ma anche flessibilità e collaborazione da parte delle istituzioni. Ha poi sottolineato l’importanza di lavorare su tecnologie diverse tra loro, senza metterne una contro l’altra, e di avere accesso ai materiali fondamentali per costruire le batterie, oggi sotto il controllo dei Paesi asiatici. Il messaggio all’Unione Europea è chiaro: sì ai traguardi sul passaggio totale ma senza l’imposizione delle metodologie per raggiungerli. Fondamentale una strategia europea definita, in grado non solo di risolvere la questione infrastrutture ma di ottenere un peso più forte nella catena del valore: “Occorre un lavoro di squadra a livello politico e di relazioni internazionali. E un piano operativo che al momento manca: fissare una data di stop al termico e basta, come è stato fatto scegliendo il 2035, non aiuta”.

Luca de Meo: le sfide e le opportunità del mercato globale  

Luca de Meo ha parlato anche delle sfide e delle opportunità che si presentano sul mercato globale, nel quale i cinesi stanno arrivando con forza e innovazione grazie al percorso verso l’elettrico imboccato ormai da una decina di anni. Competizione, certo, ma anche trasferimento di valore aggiunto su processi e tecnologie: “Può essere stimolante, ma occorrono delle regole che permettano di giocare ad armi pari: non mi piace parlare di protezionismo ma di principi di reciprocità sui mercati che permettano anche a noi di approdare in Cina senza barriere”. L’intervista si conclude sul tema Euro 7. Da mesi Luca de Meo pone l’accento su quello che definisce “un cambio non produttivo per nessuno, né per l'ambiente né per costruttori”. La priorità per il Presidente dell’ACEA è concentrare tutte le risorse sullo switch elettrico, senza dimenticare le potenzialità dell’idrogeno: “Non basta solo fare e vendere auto elettriche: per rispettare le scadenze servono anche le infrastrutture. Per centrare gli obiettivi europei occorrerebbe moltiplicare per 7 l'attuale progressione. E le colonnine non le costruiamo noi”.

Gian Maria Mossa, AD di Banca Generali: il futuro dei giovani e il ruolo del risparmio privato

Il concetto di risparmio privato assume un ruolo fondamentale nell’intervista a Gian Maria Mossa. L’Amministratore Delegato di Banca Generali evidenzia come il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione siano sfide cruciali per il Paese, con un impatto sociale ed economico notevole. Pone il focus anche sulla crescente distanza dei giovani dal dibattito su produttività e innovazione, che porta a una domanda importante: dove risiede il punto d’incontro tra il mondo della consulenza finanziaria, dominato principalmente da clienti più maturi, e i giovani che rappresentano il futuro?

Banca Generali

Protezione del patrimonio e risparmio privato, Banca Generali: dialogo, inclusività e opportunità per i giovani

La risposta dell’Amministratore Delegato è inequivocabile: il punto d’incontro è ovunque. La protezione dei patrimoni nel lungo periodo e la pianificazione del risparmio privato sono temi che riguardano sia gli imprenditori sia le famiglie, e sono strettamente connessi al futuro dei giovani. Gli imprenditori sono spesso alle prese con la transizione generazionale nelle loro aziende e vedono la difficoltà di coinvolgere adeguatamente le nuove generazioni. Questa situazione può portare a un’asimmetria informativa e a una maggiore propensione verso investimenti “disruptive” e rischiosi, come nel caso delle monete digitali. Gian Maria Mossa sottolinea l’importanza del dialogo e di politiche inclusive che coinvolgano tutti gli attori interessati per cambiare direzione e garantire una crescita sostenibile e fiduciosa per il futuro. La seconda parte dell’intervista si concentra sulla situazione della consulenza finanziaria e il coinvolgimento dei giovani nel settore. L’AD di Banca Generali riconosce come l’accesso dei giovani al mestiere di consulente finanziario sia stato limitato negli ultimi anni. Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui un contesto altamente competitivo e la focalizzazione su profili più senior con esperienza consolidata. Nonostante ciò, il contesto sta cambiando, con una maggiore attenzione verso le dinamiche digitali e nuove opportunità per i giovani.

Banca Generali: diversificazione del risparmio privato a lungo termine

Gian Maria Mossa sottolinea quindi l’impegno di Banca Generali nell’inclusione dei giovani, con programmi di formazione e sviluppo “New Generation” e incontri mirati con neolaureati e giovani interessati al settore finanziario. La banca sta lavorando per cambiare la proposizione del mestiere di consulente finanziario, rendendolo più attraente per i giovani che cercano lavoro in team, con un’attenzione al digitale e alla sostenibilità. Il coinvolgimento dei giovani è considerato un tema strategico per la banca e richiede un impegno prioritario a tutti i livelli del management. Infine, viene posta l’attenzione alla questione delle preoccupazioni delle famiglie riguardo all’inflazione e alle complessità dei mercati finanziari. L’AD sottolinea come i clienti chiedano sempre più di essere accompagnati nella diversificazione del risparmio privato a lungo termine e nella tutela del patrimonio complessivo. La protezione dall’inflazione e dai rischi di mercato è una priorità, e Banca Generali continua a credere nel valore delle gestioni attive e degli strumenti assicurativi. Il ruolo della banca non si limita all’analisi degli investimenti, ma include anche l’accompagnamento dei clienti nelle sfide legate alle loro aziende e al passaggio generazionale.

lunedì 21 agosto 2023

Guida del serramentista: 6 domande alla sostituzione degli infissi

 


La sostituzione degli infissi di casa comporta sempre un investimento di tempo e denaro, per questo motivo occorre valutare bene ogni aspetto prima di imbarcarsi in una impresa che può avere un profondo impatto. Quali sono, quindi, le domande giuste da porsi prima di iniziare?

Perchè sostituire gli infissi di casa

Arriva un momento in cui finestre e porte smettono di funzionare come di deve, questi sono elementi vitali in una abitazione e non si può permettere che la loro usura possa rovinare il comfort nostro e della nostra famiglia. Infissi usurati e logori non sono più efficienti in termini di isolamento termico e acustico.

I segni più evidenti che può essere arrivato il momento di procedere alla sostituzione degli infissi sono:

  • Bollette più salate: se noti che le tue bollette iniziano a diventare più care, probabilmente i tuoi infissi iniziano a essere meno performanti. Infissi usurati e non più isolanti sono responsabili per circa il 30% della dispersione di calore di una abitazione;
  • Condensa sui vetri: degli infissi usurati, datati o non correttamente installati, possono permettere la creazione di un ponte termico tra interno e esterno. Questo causa condensa sulle superfici dei serramenti e sui muri e, di conseguenza, può dar vita alla formazione di muffe pericolose.
  • Aumento del rumore esterno: l'isolamento acustico (o la sua mancanza) è un altro segnale che sta arrivando il momento di sostituire i nostri infissi. Soprattutto se viviamo in contesti urbani, il rumore può essere una fonte di fastidio notevole.

Le 6 domande da porre alla sostituzione degli infissi

Se iniziamo a riscontrare uno o più dei problemi sopra elencati, può essere il momento di procedere alla sostituzione degli infissi. Per procedere al meglio, è sempre meglio mettersi nelle mani di serramentisti esperti e certificati. Per assicurarci di essere in buone mani possiamo procedere a porre una serie di domande mirate:

  1. Quale è il tipo di abitazione? La scelta del tipo di infisso varia a seconda che tu abiti in u condominio, piuttosto che in una villetta.
  2. Quale è lo stile della casa? Conoscere lo stile della casa ci aiuta nella scelta dello stile degli infissi e dei materiali.
  3. Dove è posizionata l'abitazione? Se desideriamo una soluzione a impatto zero, la scelta dei materiali può variare a seconda dell'ubicazione.
  4. Come sono orientate le finestre? Le finestre ricevono luce e calore in maniera differente se affacciano a settentrione o a meridione, di conseguenza le protezioni e le schermature dovranno essere adeguate.
  5. Che tipo di vetro è il più adatto? La scelta del vetro per i serramenti è un altro punto importante, ad esempio, se sono presenti delle schermature o meno, la scelta del vetro cambierà.
  6. Quale è il tuo stile di vita? Quanto vivi la tua abitazione? Rientri solo saltuariamente o la vivi 24 ore su 24? E hai una famiglia che condivida gli ambienti di casa? Sono tutti fattori importanti nella scelta degli infissi.

Qualità dell'infisso e della posa certificata

Ma queste domande sono solo la punta dell'iceberg, per quello che riguarda le domande da porsi alla sostituzione di infissi e serramenti. Occorre, naturalmente, affrontare altri punti importanti e, un serramentista professionista, potrà guidarvi nelle varie questioni maggiormente tecniche e burocratiche.

La posa in opera dell'infisso è fondamentale quanto la sua scelta. Per assicurarvi di ottimizzare il vostro investimento, vi raccomandiamo di rivolgervi a installatori qualificati in grado di effettuare, a regola d'arte, la posa certificata degli infissi.

La certificazione degli installatori dimostra la loro esperienza e la loro abilità per garantirti il miglior risultato.

Manutenzione ordinaria e straordinaria

Esistono anche delle precisazioni di natura burocratica da fare sulla sostituzione degli infissi. Soprattutto nella differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria degli infissi.

Si parla di manutenzione ordinaria quando non si cambiano il modello o i rivestimenti delle finestre (per alcuni comuni anche il cambio di colore può considerarsi modifica ordinaria) e si mantiene la forma, la dimensione e le caratteristiche delle finestre precedenti. Infine, l'intervento deve ottimizzare il livello energetico dell'abitazione.

Se la sostituzione degli infissi rientra in un intervento più ampio di ristrutturazione, che comprenda anche la modifica della tipologia, forma o apertura degli infissi, o addirittura l'apertura di nuovi vani per finestre, allora si parla di manutenzione straordinaria.

Nuovo decreto antincendio INAIL: quando si applica in azienda

 


Nel 2021, INAIL ha pubblicato una serie di nuovi decreti in materia di prevenzione antincendio nelle aziende italiane; lo scopo dei decreti era aggiornare le normative già in essere per migliorare il livello di sicurezza. Ma come vengono messe in pratica?

Antincendio: quando si applica il nuovo decreto

Le disposizioni contenute nel Decreto sulla sicurezza antincendio interessano tutti i luoghi dell’azienda in cui vengono svolte attività lavorative.
(Eccezioni: mezzi di trasporto, industrie estrattive, pescherecci, campi e tutti i terreni facenti parte di un’azienda agricola o forestale).
Non fanno invece eccezione i cantieri temporanei o mobili, limitatamente alle prescrizioni degli articoli 4 (nomina degli addetti antincendio), 5 (formazione e aggiornamento degli addetti antincendio) e 6 (requisiti dei docenti).

Quando serve il piano antincendio

Sarà obbligo del Datore di lavoro redigere un piano antincendio per le emergenze se sussistono le seguenti casistiche:

  • sul luogo di lavoro sono presenti almeno 10 lavoratori;
  • il luogo di lavoro è aperto al pubblico e, indipendentemente dal numero dei lavoratori, sono contemporaneamente presenti più di 50 persone;
  • il luogo di lavoro in cui si svolgono le attività soggette a visite e controlli di prevenzione incendi, elencate nell’allegato 1 al Dpr 151/2011.

Le Aziende che non rientrano nelle casistiche sopra elencate hanno l’obbligo di attuare misure organizzative e gestionali in caso di incendio che andranno riportate nel DVR o redatte in apposita procedura.

Addetti al servizio antincendio

Il decreto conferma anche l’obbligo per il datore di lavoro di designare i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze, chiamati addetti al servizio antincendio che dovranno frequentare appositi corsi di formazione e di aggiornamento (ogni 5 anni).

Cambia la denominazione dei corsi, non più divisi in categorie di rischio ma in livelli: 

  • Rischio basso > diventa LIVELLO 1. 
  • Rischio Medio > diventa LIVELLO 2. 
  • Rischio Alto > diventa LIVELLO 3.

Vengono individuati 3 percorsi formativi in funzione della complessità dell’attività e del livello di rischio:

Attività di livello 3 – ex RISCHIO ELEVATO

Rientrano ad esempio gli alberghi con oltre 200 posti letto e gli impianti che effettuano stoccaggio di rifiuti.

Per tali attività è previsto un corso di formazione antincendio di 16 ore, con aggiornamento quinquennale di 8 ore.

Attività di livello 2 – ex RISCHIO MEDIO

Rientrano le attività soggette al controllo dei VVF ai sensi del DPR 151/11 con esclusione delle attività di livello 3.

Per le attività di “livello 2” è previsto un corso di formazione di 8 ore, con aggiornamento quinquennale di 5 ore.

Attività di livello 1 ex RISCHIO BASSO

Rientrano le attività non incluse tra quelle precedenti, ad esempio gli alberghi fino a 25 posti letto, ristoranti, ecc.. per le quali è previsto un corso di formazione antincendio di 4 ore, con aggiornamento quinquennale di 2 ore.

La cosa più importante nella sicurezza antincendio resta comunque sempre la prevenzione. La prevenzione è fondamentale perché, in caso di incendio, le conseguenze possono essere molto gravi e causare danni a persone, a beni materiali e all'ambiente circostante.

Per assicurarsi il miglior livello di prevenzione, è sempre bene affidarsi ad enti riconosciuti per corsi di formazione per la sicurezza antincendio; enti in grado di mettere in campo preparatori esperti e fornire conoscenze e consulenza per organizzare la prevenzione dei rischi e la gestione della sicurezza sul lavoro.

Solo con una formazione certificata e una consulenza professionale potrete assicurare un adeguato livello di prevenzione.