Claudio Descalzi: “Eni reputa necessario avere uno sguardo proiettato nel lungo termine per contribuire in maniera sostanziale allo sviluppo di breakthrough tecnologici, come la fusione magnetica, tecnologia che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’energia garantendo un futuro sostenibile, pulito e prospero”.
Claudio Descalzi: lo sviluppo dell’energia da fusione e i progetti di Eni
Per Eni, come sottolineato in più occasioni anche dall’AD Claudio Descalzi, è necessario “avere uno sguardo proiettato nel lungo termine per contribuire in maniera sostanziale allo sviluppo di breakthrough tecnologici”. Tra questi anche la fusione magnetica, tecnologia “che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’energia garantendo un futuro sostenibile, pulito e prospero”. Progettare, sviluppare e realizzare macchine in grado di riprodurre la reazione fusione è una delle più grandi sfide che stanno impegnando Eni in questi anni. La fusione di due nuclei d’idrogeno infatti libera un’enorme quantità di energia ed è la reazione fisica, totalmente naturale, che alimenta il Sole e le altre stelle. “L’energia da fusione è destinata a rivoluzionare il percorso globale di transizione energetica, accelerando la decarbonizzazione dei nostri sistemi economici e industriali, contribuendo a diffondere l’accesso all’energia e a ridurre i legami di dipendenza energetica nel quadro di una transizione più equa”, ha spiegato anche recentemente l’AD Claudio Descalzi rimarcando il valore dell’accordo sottoscritto lo scorso 7 marzo con The United Kingdom Atomic Energy Authority (UKAEA), l’organizzazione nazionale del Regno Unito responsabile della ricerca e sviluppo sostenibile dell’energia da fusione.
Claudio Descalzi: Eni tra le prime aziende energetiche a investire nella fusione a confinamento magnetico
Una delle tecnologie più studiate per vincere questa sfida è quella a confinamento magnetico: in questa direzione, ha spiegato anche l’AD Claudio Descalzi, guardano diversi programmi di ricerca che Eni porta avanti insieme a partner italiani e internazionali d’eccellenza: “Siamo stati tra le prime aziende energetiche a investire nella fusione a confinamento magnetico, oltre che essere azionista strategico di Commonwealth Fusion Systems (CFS), una start-up spin-out del Massachusetts Institute of Technology di Boston, nella cui roadmap vi è la realizzazione del primo impianto a fusione in grado di immettere energia elettrica in rete entro i primi anni Trenta”. Quando la fusione a confinamento magnetico diventerà matura a livello industriale si aprirà uno scenario completamente nuovo, in cui sarà possibile garantire una fornitura estesa di energia più pulita con un processo sicuro e virtualmente inesauribile. Centrali elettriche alimentate da reattori a fusione potranno soddisfare la crescente richiesta di energia di grandi insediamenti produttivi e urbani, mantenendo un’elevata sostenibilità. Inoltre, anche l’accordo siglato di recente con The United Kingdom Atomic Energy Authority (UKAEA) pone le basi “per un ulteriore progresso verso il traguardo della fusione”, ha spiegato Claudio Descalzi: al centro, nell’ambito di un più ampio impegno congiunto in attività di ricerca e sviluppo su progetti nel campo dell’energia da fusione, c’è infatti anche l’avvio dei lavori per la realizzazione del più grande e avanzato impianto al mondo per la gestione del ciclo del trizio, combustibile chiave nel processo di fusione.
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