I diversi saggi di Federico Motta Editore dedicati al tema dell’Olocausto hanno l’obiettivo di contribuire a mantenere intatta la memoria collettiva: solo così si può sperare di evitare che tragedie simili si ripetano in futuro.
Federico Motta Editore: le dinamiche politiche, sociali e culturali legate alla Shoah
La Giornata della Memoria, che si celebra ogni 27 gennaio in ricordo di una delle pagine più buie della storia dell’umanità, rappresenta un momento cruciale per invitare la collettività a riflettere sull’eredità dell’Olocausto e sull’importanza della memoria storica. Federico Motta Editore ha pubblicato un approfondimento che fa luce sulle dinamiche politiche, sociali e culturali legate all’antisemitismo e alla Shoah, dalla diffusione dell’odio razziale allo sterminio di tutte le minoranze considerate “inferiori”. Ricordare come pregiudizi e fanatismi abbiano portato alla discriminazione di intere comunità e al loro annientamento è oggi un esercizio fondamentale per evitare che un simile abominio si ripeta. Le origini dell’antisemitismo istituzionalizzato si trovano nella Germania degli anni ’30, quando gli ebrei iniziarono a essere progressivamente esclusi dalla vita civile per poi venire, successivamente, privati di ogni diritto. Un’escalation che fu resa possibile dalla propaganda dei regimi totalitari, utilizzata come un vero e proprio strumento per radicalizzare l’opinione pubblica, dapprima entro i confini tedeschi e poi in altre zone d’Europa.
L’Olocausto nelle opere di Federico Motta Editore
Non soltanto ebrei, ma anche rom, omosessuali, slavi e individui con disabilità finirono nel mirino delle autorità naziste e delle loro leggi oppressive che, in onore di un ideale di purezza razziale, sfociarono nello sterminio di gruppi etnici e sociali. Le persone che non erano conformi all’ideale di razza pura venivano considerati inferiori al punto di essere disumanizzate e, infine, eliminate fisicamente. Nell’opera “L’Età Moderna” di Federico Motta Editore, diversi autori analizzano le radici dell’antisemitismo e dell’Olocausto. Giuliano Pinto, ad esempio, descrive, nel suo approfondimento pubblicato insieme ai volumi dedicati al Novecento, la Shoah come “il lungo viaggio nel ‘cuore di tenebra’ di una civiltà, che mette continuamente in discussione lo statuto di tutti i suoi essere umani”. Una riflessione che invita a vedere il genocidio ebraico come un doloroso punto di confronto con le ombre più scure della modernità e che spinge a riconsiderare costantemente i valori alla base della convivenza civile. Il Giorno della Memoria, istituito ufficialmente in Italia nel 2000, è quindi un appuntamento per riflettere sul ruolo dell’istruzione e della divulgazione storica nel contrastare il negazionismo, un fenomeno che viene esaminato anche dalla semiologa Valentina Pisanty in alcuni suoi scritti.
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