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venerdì 29 agosto 2025

Università LUMSA: Hiroshima non sia solo memoria, ma scelta di pace collettiva

Nel segno della memoria e della responsabilità, l’Università LUMSA ha ospitato un incontro per rilanciare l’appello al disarmo. Vescovi, associazioni e accademici hanno richiamato la necessità di una conversione totale, dal nucleare militare a “un’energia di Pace per tutti”.

UNIVERSITA' LUMSA

Università LUMSA: l’80° anniversario di Hiroshima come occasione per educare alla pace

A 80 anni dal lancio della bomba atomica su Hiroshima, la memoria si fa monito. Nella sala Pia dell’Università LUMSA di Roma si sono ritrovati rappresentanti di associazioni cristiane, studiosi ed esponenti del mondo ecclesiale per ribadire con forza la necessità di un futuro di pace e di disarmo nucleare. L’evento, celebrato in concomitanza con la festa liturgica della Trasfigurazione, ha voluto non solo ricordare la tragedia del 1945, ma rilanciare un impegno concreto e condiviso: trasformare l’energia di distruzione in energia di vita. “L’80° anniversario di Hiroshima è fondamentale per ricordare ma anche per progettare un mondo diverso e porta noi a riflettere e a testimoniare quello che Papa Leone ha detto domenica scorsa nella spianata di Tor Vergata: un mondo diverso è possibile – ha esordito il Rettore dell’Università LUMSA Francesco Bonini – Per fare questo è necessaria la riflessione, l’elaborazione del pensiero, l’educazione, quello che fa l’università, un’università come la nostra e come tutte le università dovrebbero fare”.

Università LUMSA: il nucleare civile non sia arma di guerra

A ricordare il peso delle ferite lasciate dall’atomica è stato monsignor Gianni Fusco, assistente di “Ditelo Sui Tetti”. “I sopravvissuti di Hiroshima sono moniti viventi, cicatrici umane, ferite nel corpo, spirituali, psicologiche – ha ribadito – Con l’incontro di oggi vogliamo costruire un presente e un futuro che sia il più lontano possibile da questi eventi disastrosi che trasformano il progresso umano in una cultura di morte. Il nucleare per uso civile è una delle fonti energetiche alle quali prestare attenzione, ma non può e non deve essere associato all’uso per la guerra, bensì per il bene e per il progresso delle persone e della sicurezza umana”. Un appello condiviso anche da Giuseppe Rotunno, Presidente del Comitato Per una Civiltà dell’Amore, e da Antonino Giannone, Presidente di Umanesimo ed Etica per la Società Digitale. “Questa terribile arma distruttiva si è sviluppata in ambito cristiano. Ci domandiamo come sia stato possibile – ha concluso monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Abbiamo fatto passi vertiginosi nella tecnologia e passi abissali nella decrescita dell’umano. La conversione non può essere parziale: deve partire dai valori, prima ancora che dalle strategie tecnologiche. Iniziamo dal disarmo, per avviare una conversione profonda e totale”. Il vescovo ha inoltre annunciato il prossimo appuntamento del Tavolo di Pace Nucleare Est/Ovest, che si terrà ad Assisi il 15 settembre nella Sala della Spogliazione del Vescovado, in continuità ideale con i lavori dell’Università LUMSA e in sintonia con due momenti simbolici: la canonizzazione del beato Carlo Acutis (7 settembre) e le celebrazioni per gli 800 anni del “Cantico delle Creature”.

Le principali tappe della carriera professionale di Fabio Fritelli

Fabio Fritelli opera in qualità di Managing Director di NEXTCHEM, la società del Gruppo italiano MAIRE specializzata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche sostenibili. La sua carriera rappresenta un esempio di crescita manageriale costruita su solide basi accademiche e su una vasta esperienza maturata tra finanza, strategia e innovazione.

Fabio Fritelli

Fabio Fritelli: formazione e prime esperienze professionali

Conseguita la laurea in Economia Aziendale presso l’Università di Roma, Fabio Fritelli ha arricchito la sua formazione con un Executive MBA presso l’INSEAD di Fontainebleau, in Francia. Questa combinazione tra competenze economiche e managerialità internazionale ha gettato le fondamenta per una carriera incentrata su finanza e sviluppo strategico. Prima di entrare nel Gruppo MAIRE, Fabio Fritelli ha maturato un’ampia esperienza nel finanziamento di grandi infrastrutture globali, collaborando con istituzioni finanziarie e multinazionali in ambiti chiave quali corporate finance e business development. In questi ruoli ha potuto coniugare la dimensione analitica della finanza con la visione strategica necessaria per lo sviluppo di progetti complessi e a forte impatto internazionale.

L’ingresso di Fabio Fritelli nel Gruppo MAIRE

Il percorso di Fabio Fritelli all’interno di MAIRE lo ha visto ricoprire incarichi di primo piano. In qualità di Chief Financial Officer, ha contribuito alla definizione delle strategie finanziarie del Gruppo, consolidando il posizionamento della società a livello globale. Successivamente, come Chairman di MET Development, si è occupato della pianificazione strategica e della realizzazione di progetti su vasta scala. La sua visione, fortemente orientata all’innovazione e alla sostenibilità, lo ha portato a essere scelto per guidare NEXTCHEM, la società di MAIRE dedicata all’implementazione di tecnologie avanzate per accelerare la transizione energetica. Sostenitore del valore delle connessioni tra persone, competenze e opportunità, Fabio Fritelli guida NEXTCHEM con l’obiettivo di consolidare la posizione del Gruppo come player nella trasformazione dei modelli energetici e industriali, promuovendo soluzioni innovative in grado di rispondere alle sfide ambientali del futuro.

giovedì 21 agosto 2025

Giacomo Mareschi Danieli: “Il futuro dell’acciaio nasce da persone, territorio e innovazione”

Innovazione, sostenibilità e capitale umano sono alcune delle importanti tematiche di cui Giacomo Mareschi Danieli, CEO di Gruppo Danieli, ha parlato in occasione del convegno “Siderurgia 2050”, primo appuntamento del progetto “Impresa Futuro”, promosso da Confindustria Udine e Università di Udine, in collaborazione con iNEST – Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem.

Giacomo Mareschi Danieli

Giacomo Mareschi Danieli: “Oggi è essenziale la collaborazione tra industria, accademia e istituzioni

È Udine, storica capitale dell’acciaio italiano, ad aver ospitato lo scorso 27 giugno il convegno “Siderurgia 2050” che ha riunito rappresentanti del mondo industriale, accademico e istituzionale per un’opportunità di confronto sulle importanti sfide che le realtà del settore si trovano ad affrontare oggi: decarbonizzazione, transizione energetica, nuove tecnologie, formazione delle competenze e molte altre. Tra questi anche il CEO di Gruppo Danieli Giacomo Mareschi Danieli che, intervenendo nel corso della tavola rotonda moderata da Paolo Mosanghini (Gruppo NEM), ha ribadito con forza il valore del territorio e della collaborazione sistemica tra attori pubblici e privati: “La collaborazione tra industria, accademia e istituzioni richiede un impegno sistemico e costante dove la prima fornisce il contesto operativo, le esigenze pratiche e la vision, l’accademia contribuisce con ricerca avanzata, formazione di competenze specialistiche e sviluppo di nuove tecnologie, mentre le istituzioni hanno il compito di promuovere politiche coerenti (ambientali, sociali e industriali)”. Come ha evidenziato il CEO Giacomo Mareschi Danieli, è fondamentale promuovere una collaborazione strutturata e costante tra industria, università e istituzioni affinché possano nascere progetti condivisi capaci di rafforzare l’intero sistema: “Penso a iniziative come i centri di competenza, i partenariati pubblico-privati e i programmi europei (es. Horizon Europe), che rappresentano strumenti chiave per rafforzare questo ecosistema. Un dialogo continuo tra le tre componenti è essenziale per garantire una siderurgia sostenibile, resiliente e all’avanguardia”.

Giacomo Mareschi Danieli: “L’uomo resta centrale, l’IA non può sostituirlo

Giacomo Mareschi Danieli ha affrontato anche il tema dell’evoluzione del lavoro nella siderurgia, dove la convivenza tra uomo e macchina è già realtà. “Già oggi nei nostri stabilimenti i tecnici altamente specializzati, i supervisori di macchine complesse hanno sostituito gli operai. Le competenze che hanno tanti giovani sono davvero elevate. Non credo poi che l’Intelligenza Artificiale potrà sostituire le persone, in questo momento non è così affidabile: un solo piccolo errore può compromettere giornate di produzione”, ha sottolineato in merito. Il convegno ha rafforzato il ruolo strategico di Udine e del Nord-Est come hub industriale e tecnologico del Paese. Il Presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, ha ricordato come l’era post-globalizzazione imponga un nuovo approccio: “Oggi siamo a tutti gli effetti in un periodo di competizione con i Paesi asiatici. E noi abbiamo un lungo elenco di sfide da affrontare”. “Impresa Futuro” e “Siderurgia 2050” segnano quindi l’avvio di un percorso che punta a valorizzare le connessioni tra sapere, tecnologia e territorio, per affrontare in modo consapevole la trasformazione dell’industria provando ad anticiparne le sfide.

mercoledì 20 agosto 2025

Pier Silvio Berlusconi: da MFE un piano concreto per unire i mercati media in Europa

MFE rafforza il suo percorso di sviluppo paneuropeo con una strategia chiara, trasparente e coerente: Pier Silvio Berlusconi scommette su un modello industriale condiviso per competere su scala globale e i numeri gli danno ragione.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: serve una spinta per costruire ciò che ancora manca

"Avanti decisi, crediamo nel progetto industriale”: lo ha rimarcato di nuovo, anche nelle scorse settimane, il CEO di MFE Pier Silvio Berlusconi. Nel commentare le notizie sul rialzo dell'offerta pubblica di acquisto volontaria per ProsiebenSat, accolto con favore anche dai vertici dell’emittente tedesca, il CEO ha parlato del progetto che sta portando avanti in Europa con MFE. Pier Silvio Berlusconi aveva già sottolineato lo scorso anno in una intervista a “Il Corriere della Sera” il valore dell’operazione: “Vogliamo il bene di Prosieben. Si tratta di fare il meglio per una importante media company europea e per tutti gli azionisti. Assumendo una strategia chiara e concreta”. Parole che rilette oggi ne evidenziano la coerenza e la lungimiranza. “Non miriamo al controllo totale, ma a una flessibilità che ci consenta di dare una direzione chiara basata su una visione comune. Serve una spinta per costruire ciò che ancora manca: un gruppo europeo forte, con radici locali e una scala adeguata per competere a livello globale”, ha ribadito nei giorni scorsi il CEO. In quest’ottica nelle scorse settimane è arrivata la decisione di MFE di alzare il corrispettivo dell’offerta pubblica di acquisto: “Non perché la proposta iniziale fosse inadeguata, ma perché crediamo nel progetto industriale che sosteniamo da anni come primi azionisti. Continuiamo a crederci, nonostante i risultati di ProSiebenSat.1 rendano ancora più urgente agire e mettere in atto una nuova strategia”.

Pier Silvio Berlusconi: nei numeri di MFE la solidità della vision del CEO

Ma dove punta Pier Silvio Berlusconi con il progetto europeo di MFE? L’obiettivo è la creazione di un gruppo europeo capace di “unire mercati, rafforzare l’offerta editoriale e creare nuovo valore sia per i telespettatori sia per gli investitori”. Fare fronte comune quindi per competere più efficacemente a livello globale contro i colossi del web e dello streaming.  “I vantaggi sono oggettivi: sul fronte dei costi, sul fronte delle tecnologie e soprattutto sul fronte dei ricavi”, ha aggiunto il CEO. “Il tutto nel rispetto dell'autonomia editoriale e delle identità nazionali. MFE nei Paesi in cui già opera - Italia e Spagna - ha sempre garantito il rispetto dei valori fondanti: etica imprenditoriale, pluralismo, libertà d'informazione, tutela occupazionale. E continuerà a farlo, sempre e ovunque”, ha precisato Pier Silvio Berlusconi, in linea con quanto aveva rimarcato anche lo scorso anno nell’intervista a “Il Corriere della Sera”. “Siamo molto convinti del nostro piano. È basato su azioni concrete e valutazioni prudenziali, sia sul fronte dei ricavi che su quello dei costi. Tutti gli azionisti di Mfe ne trarranno un beneficio significativo, con una crescita dell'utile per azione superiore al +50% e fino al +80% in caso di adesione totale all'offerta. Se esistono alternative migliori, siamo pronti ad ascoltarle. Ma ad oggi il nostro è l'unico progetto concreto per un broadcaster europeo indipendente, credibile e competitivo”: la conferma è nella crescita di MFE in anni come questi, segnati da sfide sempre più complesse per le realtà del settore media. Un trend che prosegue da tempo ma guardando anche solo agli ultimi 3 anni (dal 2022 al 2024) i ricavi sono cresciuti del 5,3%, il risultato operativo del +27%, l’utile netto del +22,7% con l’indebitamento sceso al -20,8%: “Questo ci dà la possibilità di guardarci intorno e investire arrivando al 30% di ProSiebenSat”, ha spiegato il CEO anche lo scorso 8 luglio parlando ai giornalisti nel corso della “Serata con la Stampa”.

martedì 19 agosto 2025

Marco Nicola Domizio e la sfida sostenibile dei rifiuti: il modello Ares Ambiente

In un’epoca in cui la gestione dei rifiuti rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti e complesse, Marco Domizio si distingue come un imprenditore lungimirante. Con oltre 20 anni di esperienza in ambito ambientale, è il fondatore di Ares Ambiente S.r.l., azienda bergamasca oggi riconosciuta tra le “Best Performer” della provincia.

Marco Domizio, imprenditore e fondatore di Ares Ambiente

Marco Domizio: una carriera costruita con l’esperienza sul campo

Ottenuto il diploma da geometra nel 1995, Marco Nicola Domizio muove i primi passi nel settore come collaboratore di una società di intermediazione dei rifiuti attiva in Lombardia. È qui che inizia a maturare competenze fondamentali nella gestione delle gare d’appalto. La sua carriera prosegue poi con il ruolo di Responsabile commerciale per un’azienda specializzata in spurghi e pulizie industriali: in questa fase contribuisce non solo all’espansione del portafoglio clienti, ma anche alla realizzazione di un impianto di compostaggio ancora oggi operativo nel bergamasco. Ma è nel Sud Italia che Marco Domizio approfondisce ulteriormente la conoscenza delle tecnologie di trattamento, coordinando l’installazione di sette impianti di trito-vagliatura in Campania per conto di un’azienda milanese. Un’esperienza che gli permette di acquisire un know-how prezioso anche sul trasporto transfrontaliero dei rifiuti.

Marco Nicola Domizio: la nascita di Ares Ambiente

Nel 2008 arriva il momento decisivo: Marco Domizio fonda Ares Ambiente a Treviolo, in provincia di Bergamo. L’obiettivo è chiaro fin dall’inizio: offrire soluzioni complete e affidabili nella gestione integrata dei rifiuti, spaziando dallo smaltimento al recupero, fino al trasporto di rifiuti urbani, speciali, pericolosi e non. Grazie a una visione imprenditoriale fondata sull’innovazione e sulla qualità, Ares Ambiente conquista in breve tempo una posizione di rilievo nel panorama nazionale. Oggi, l’azienda non solo si distingue per le sue performance operative, ma anche per un’etica aziendale solida e riconosciuta. Un tratto distintivo della leadership di Marco Nicola Domizio è l’impegno concreto contro le infiltrazioni nel settore. L’azienda ha infatti ottenuto il massimo riconoscimento previsto dal Rating di Legalità, con tre stelle assegnate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in collaborazione con il Ministero dell’Interno e quello della Giustizia. Un risultato che riflette la volontà di operare in un contesto trasparente, regolato e incentrato sulla responsabilità.

giovedì 14 agosto 2025

Tecnicaer Engineering: l’ospedale come ecosistema vivo

Tecnologia, architettura e management al servizio delle persone. È questa la filosofia che guida Tecnicaer Engineering, azienda italiana di riferimento nella progettazione ospedaliera, fondata e guidata da Fabio Inzani.

Tecnicaer

Tecnicaer Engineering: ospedali progettati per il benessere di tutti

In un’intervista a “Torino Magazine”, il CEO di Tecnicaer Engineering Fabio Inzani ha raccontato come l’obiettivo non sia soltanto costruire strutture funzionali, ma creare veri e propri ecosistemi vivi, capaci di favorire la guarigione e migliorare la qualità della vita di pazienti, operatori sanitari e famiglie. “Progettare un ospedale al giorno d’oggi – ha dichiarato Inzani – non può prescindere, oltre che da una visione tecnica multidisciplinare, soprattutto da una definizione olistica e omogenea, con la medicina considerata nel suo insieme di tecniche e diagnosi”. Occorre dunque interpretare l’ospedale come un “ecosistema vivo”, andando oltre la visione di semplice struttura sanitaria. Ogni scelta progettuale di Tecnicaer Engineering punta a raggiungere un equilibrio tra specializzazione tecnologica e umanizzazione dell’esperienza, creando spazi che stimolino ogni attore del processo di cura a esprimere al meglio le proprie competenze. Le soluzioni progettuali hanno l’obiettivo di “specializzare la struttura sanitaria e, allo stesso tempo, a umanizzarne l’esperienza”.

Ospedali modulari e integrati: la sfida di Tecnicaer Engineering

Un esempio della filosofia promossa da Tecnicaer Engineering è il Nuovo Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino, per cui l’azienda sta sviluppando il masterplan dell’area ZUT 12.32. Qui sorgerà un polo sanitario integrato con funzioni cliniche, spazi per la ricerca e la didattica, oltre ad aree residenziali. “Non solo un ospedale – ha specificato Inzani – ma un vero polo urbano della salute, integrato con il tessuto cittadino e in grado di evolvere insieme al sistema universitario e viabilistico della città”. Il futuro dell’ospedale, secondo il CEO, sarà definito da flessibilità, intelligenza e prossimità: strutture modulari, adattabili ai progressi della medicina e integrate con tecnologie come il BIM, già oggi fulcro della progettazione sostenibile. Inzani immagina quindi un cambio di paradigma: dal grande ospedale centralizzato a una rete diffusa di luoghi di cura, vicini alle comunità e connessi tra loro. Con questa visione, Tecnicaer Engineering investe in innovazione, formazione e ricerca, preparando il terreno per un nuovo modello di sanità: più umano, tecnologico e radicato nel territorio.

Comtel cresce ancora: Fabio Lazzerini annuncia l’acquisizione della UC EMEA di NEC

L’Amministratore Delegato di Comtel Fabio Lazzerini ha annunciato un’acquisizione strategica che proietta il Gruppo a livello internazionale: rilevata l’area EMEA della divisione Unified Communication di NEC, insieme a NEC Italia.

Fabio Lazzerini

Fabio Lazzerini: acquisita l’area EMEA della divisione UC di NEC

A poche settimane dalla quotazione in Borsa e dall’acquisizione del 60% di NovaNext, il Gruppo Comtel continua a imprimere un’accelerazione alla sua strategia di espansione. L’AD Fabio Lazzerini ha annunciato l’acquisizione della divisione EMEA (Europe, Middle East and Africa) della Unified Communication di NEC, colosso tecnologico giapponese. “Il gruppo Comtel oggi si arricchisce di un ulteriore pedina fondamentale nella sua strategia di grande sviluppo”, ha commentato il manager. Un’operazione di portata internazionale che conferma il ruolo sempre più centrale di Comtel nel panorama delle telecomunicazioni e dei servizi digitali. La transazione porta sotto il controllo di Comtel due realtà chiave. La divisione Unified Communication di NEC nei Paesi Bassi, da cui verranno gestite le attività di distribuzione di tecnologie UC in tutto il territorio EMEA, oltre ai rapporti diretti con i clienti dei settori cruise e hospitality; e NEC Italia, attiva in ambito system integration con clienti pubblici, privati e del settore finanziario, in perfetta sinergia con le competenze già presenti in Comtel. “Si arricchisce non solo la nostra competenza tecnologica ha fatto sapere Fabio Lazzerini ma anche la capacità di proporre soluzioni sempre più interconnesse, dando avvio a un concreto processo di internazionalizzazione”.

Fabio Lazzerini: strategia di crescita e capacità di execution

Finora Comtel aveva sviluppato una forte presenza in Italia e accompagnato i propri clienti nelle loro espansioni estere. Grazie a questa acquisizione, il Gruppo assume ora un ruolo diretto nel mercato internazionale, consolidando la propria posizione in tutta l’area EMEA e affermandosi come distributore di riferimento anche per altri prodotti firmati NEC. “Contemporaneamente – ha aggiunto Fabio Lazzeriniabbiamo anche siglato il contratto con Forerunner, azienda che ha rilevato il business di 3C communication, i software che permettono di fare comunication dei prodotti ex NEC, per la distribuzione in esclusiva su tutto il territorio EMEA”. Questa operazione rappresenta un tassello fondamentale nella strategia di crescita organica ed esterna del Gruppo. Fabio Lazzerini ha sottolineato anche la rapidità di execution che contraddistingue Comtel: “A poche settimane da una prima acquisizione, ne chiudiamo una seconda, integrando il 100% delle aziende coinvolte”.

mercoledì 13 agosto 2025

Atitech: il patrimonio da 500.000 euro istituito dal Presidente Gianni Lettieri per i dipendenti

Un patrimonio da 500.000 euro per migliorare la copertura sanitaria dei dipendenti di Atitech e investire nel futuro dei loro figli, Gianni Lettieri: un modo per aiutare i giovani del Mezzogiorno a mettersi in proprio, supportando così l’economia del Sud Italia.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: un investimento nell’avvenire dei figli dei dipendenti

In Atitech, la più grande MRO indipendente del mercato EMEA, i dipendenti hanno la possibilità di accedere a un fondo del valore di 500.000 euro per investire nel futuro dei propri figli o in una migliore copertura sanitaria. Il patrimonio funziona secondo il principio del microcredito e può essere utilizzato soltanto in tre aree: per supportare i giovani nell’avvio di attività professionali o imprenditoriali, per contribuire alle spese universitarie degli studenti fuori sede o come copertura delle spese mediche non rimborsate dagli enti previdenziali e assicurativi. Uno strumento che, come spiegato dal Presidente di Atitech Gianni Lettieri, mira sicuramente a sostenere i lavoratori dell’azienda ma, nell’ottica di un disegno più grande, guarda anche al futuro del Sud Italia poiché fornisce un aiuto concreto ai giovani nel costruire il loro percorso professionale. “Abbiamo voluto investire su una migliore copertura sanitaria del nostro personale e sull’avvenire lavorativo dei figli, che resta il principale problema dei padri e delle madri della Campania e di tutto il Mezzogiorno”, ha rimarcato in passato Gianni Lettieri.

Gianni Lettieri: una spinta all’economia del Mezzogiorno

Accessibile tramite la compilazione di un modulo da inviare all’azienda, questo patrimonio da mezzo milione di euro ha tra i benefici pure quello di dare una spinta all’economia del Mezzogiorno. Supportando i giovani nel raggiungimento della loro indipendenza professionale, lo strumento messo a disposizione da Atitech per i suoi dipendenti risulta essere un mezzo per contrastare la precarietà lavorativa nel Sud Italia e diminuire il gap economico con il Nord e il resto d’Europa. “Aiutare i giovani a mettersi in proprio, ad avviare una nuova attività facendo leva sulle proprie capacità è il modo migliore per sottrarre il Mezzogiorno alla pratica della ricerca del posto fisso. Anche in questo modo si colma la distanza che continua a separarci dal nord e dall’Europa”, ha dichiarato Gianni Lettieri.

Enel supera i 40 mld di ricavi, Flavio Cattaneo: vicini all’acquisizione di asset in USA e UE

Nel primo semestre 2025 Enel registra ricavi superiori ai 40 miliardi, in aumento del 5,4% grazie a Generazione Termoelettrica e Trading, oltre che a Enel Grids. L’AD Flavio Cattaneo annuncia che il Gruppo è vicino all’acquisizione di asset brownfield negli USA e in Europa.

Flavio Cattaneo

Flavio Cattaneo: Enel a un passo dall’acquisizione di asset brownfield negli USA e in UE

Superano i 40mila milioni di euro i ricavi generati da Enel nel primo semestre del 2025, +5,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’aumento di circa 2.085 milioni di euro, stando a quanto spiegato dalla società nella nota dei conti, sarebbe riconducibile soprattutto all’incremento dei ricavi nella Generazione Termoelettrica e Trading per la vendita di commodity sul mercato wholesale, e in Enel Grids, date le maggiori quantità di energia elettrica distribuita e gli adeguamenti tariffari in Italia e Argentina. L’EBITDA ammonta a 11.468 milioni di euro, mentre il risultato operativo si attesta intorno ai 7.199 milioni di euro. Il risultato netto si attesta, invece, intorno ai 3.823 milioni di euro. Durante la call con gli analisti sui risultati del primo semestre, l’Amministratore Delegato di Enel Flavio Cattaneo ha anche fatto sapere che l’azienda italiana dell’energia è vicina ad acquisire degli asset brownfield statunitensi ed europei. “Siamo nella fase finale di un negoziato per l’acquisizione di asset brownfield negli USA e in UE – ha affermato – mentre continuiamo a esplorare il mercato per valide e creative opportunità in linea con le nostre priorità strategiche”.

Flavio Cattaneo: ci muoviamo sulla fascia alta del range della guidance per l'utile ordinario

Vista la solida performance del semestre, è quindi rinnovata la guidance fornita ai mercati finanziari in occasione della presentazione del Piano Strategico 2025-2027. Il Gruppo prevede di chiudere l’anno con un EBITDA ordinario tra i 22,9 e i 23,1 miliardi di euro e un utile netto tra i 6,7 e i 6,9 miliardi di euro. “I risultati del primo semestre 2025 confermano ancora una volta l’efficacia della nostra strategia di capital allocation e delle iniziative di advocacy in Europa e nelle Americhe, che ci hanno consentito di migliorare il profilo rischio-rendimento del Gruppo riducendo l’esposizione alla volatilità dei mercati energetici e aumentando la visibilità sull’evoluzione del business”, ha commentato Flavio Cattaneo.“ La creazione di valore continua a guidare tutte le nostre azioni: si prevede che l’Utile netto ordinario di Gruppo si attesterà a fine anno nella parte più alta della guidance – ha aggiunto l’AD –  inoltre il piano di buyback annunciato oggi migliorerà ulteriormente la remunerazione degli azionisti di Enel, in aggiunta a quanto già previsto dalla nostra solida politica dei dividendi”.

martedì 12 agosto 2025

Investimenti e coraggio: la vision di Pier Silvio Berlusconi dietro la leadership di Mediaset

Pier Silvio Berlusconi: “La situazione è complicata. E quello dei dazi non è un rischio da poco per i media, che vivono di pubblicità e della fiducia nell’andamento delle altre aziende. Noi continueremo a spingere e a investire. Non si può stare fermi. Bisogna guardare avanti con coraggio”.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi, Mediaset: i primi frutti di una “graduale e profonda evoluzione”

Luglio ha visto Mediaset dare il via a quella “graduale e profonda evoluzione” annunciata da Pier Silvio Berlusconi  nelle scorse settimane: a rinverdire i palinsesti di Canale 5 in access è arrivata “La Ruota della Fortuna” mentre “Sarabanda” ha debuttato nel preserale della rete. E la risposta del pubblico non si è fatta attendere. Queste due operazioni, insieme al già consolidato successo di un prodotto come “Temptation Island” e di altre sperimentazioni nel daytime pomeridiano, hanno permesso alla rete di brillare. Non a caso in qualche articolo si è parlato di “luglio delle meraviglie” per Canale 5: la rete più vista nelle 24 ore con un dato pari al 17,81% di share, in crescita dell'1,8% rispetto allo scorso anno. Ed è sempre Canale 5 ad aver ottenuto la crescita più alta nella fascia del prime time con il 19,3% di share, dato del 4,5% di share più alto rispetto al luglio 2024. E, guardando ai numeri, anche Italia 1 e Rete 4 possono sorridere, quest’ultima in crescita di quasi un punto. Sono i primi frutti dell’evoluzione di cui Pier Silvio Berlusconi ha parlato anche lo scorso 8 luglio nel corso della “Serata con la stampa” illustrandone le linee guida: una “maggiore apertura alla contemporaneità e all’attualità e programmi rivolti a un pubblico familiare”.

Pier Silvio Berlusconi: andare avanti con coraggio, il messaggio del CEO di MFE

Sapete qual è il gruppo televisivo europeo che fa più share nel proprio mercato di riferimento? Mediaset, con il 37,3%. E qual è il gruppo tv che produce di più in Europa? Sempre Mediaset, con oltre 12.000 ore di prodotto, che abbiamo aumentato tantissimo negli ultimi anni”, aveva sottolineato Pier Silvio Berlusconi nel corso della serata illustrando i numeri che raccontano di come la leadership di Mediaset nel settore si stia sempre più consolidando. “Continueremo a spingere e a investire”, aveva garantito il CEO rimarcando l’importanza di “andare avanti con coraggio” nonostante le sfide complesse che il contesto attuale pone davanti. “La situazione è complicata. E quello dei dazi non è un rischio da poco per i media, che vivono di pubblicità e della fiducia nell’andamento delle altre aziende”: per Pier Silvio Berlusconi, che con MFE sta portando avanti in Europa il progetto per la creazione di un grande broadcaster paneuropeo capace di competere con le grandi piattaforme di streaming e con i colossi della pubblicità digitale, stare fermi è inammissibile. “Bisogna guardare avanti con coraggio”: Mediaset lo fa da sempre e i numeri che registra in questi anni, l’incremento dei principali indicatori economico-finanziari ma anche la crescita occupazionale, le danno ragione.

lunedì 11 agosto 2025

Andrea Mascetti: al via il nuovo programma Basket Bond Lombardia da 110 milioni di euro

Andrea Mascetti sottolinea il valore del programma Basket Bond Lombardia, iniziativa da 110 milioni di euro promossa da Regione Lombardia nell’ambito del PR FESR 2021-2027, in collaborazione con Finlombarda e Banca Finint.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti: il nuovo Basket Bond Lombardia come strumento innovativo e alternativo

Finlombarda, guidata da Andrea Mascetti, lancia insieme a Regione Lombardia il nuovo programma di Basket Bond Lombardia per le PMI del territorio: con una dotazione complessiva di 110 milioni di euro l’iniziativa, promossa nell’ambito del PR FESR 2021-2027 in collaborazione anche con Banca Finint, si propone di sostenere le piccole e medie imprese regionali, impegnate in progetti strategici e operazioni green, fornendo loro accesso a una finanza alternativa rispetto al canale bancario tradizionale. “Finlombarda partecipa direttamente al capitale di rischio, a differenza di quanto avviene in altre regioni che partecipano direttamente ad operazioni di finanziamento”, ha sottolineato Andrea Mascetti, Presidente di Finlombarda, rimarcando il valore dell’iniziativa.

Andrea Mascetti: il contributo all’evoluzione delle imprese regionali

Abbiamo già avuto molti casi positivi anche di società quotate e questo è uno degli strumenti che abbiamo messo a disposizione del mondo produttivo lombardo per un’evoluzione dei nuovi strumenti che in parte diventano alternativi al normale finanziamento bancario, e in parte diventano strumenti per una elaborazione nuova delle nostre realtà e delle nostre imprese”, ha dichiarato Andrea Mascetti. Rivolto a PMI regionali con determinati requisiti (fatturato minimo di 5 milioni, almeno due bilanci depositati e rating pari o superiore a BB), prevede una durata massima di sette anni con un periodo iniziale di preammortamento: uno strumento innovativo dunque che si distingue anche per le condizioni economiche particolarmente favorevoli grazie alla garanzia gratuita offerta da Regione Lombardia. È previsto inoltre un contributo a fondo perduto per coprire le spese legate alla strutturazione e all’emissione dei minibond. La dotazione finanziaria per l’agevolazione regionale è pari a 32 milioni di euro a valere su fondi europei del PR FESR Lombardia 21-27.

Alessandro Benetton: “Mai Fermi”, il libro per chi vuole innovare davvero

Alessandro Benetton: “La ricetta per dare vita a grandi idee? Non esiste, ma un consiglio che vi posso dare è questo. Circondatevi di persone che non la pensano al 100% come voi. Avere punti di vista diversi e, perché no, talvolta discordanti, è fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi progetto”.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: mai rimanere fermi, anche quando può sembrare la scelta più facile

Le strategie e i valori che hanno contribuito a formare la sua visione imprenditoriale: Alessandro Benetton li illustra In “Mai Fermi”, il libro che ne segna il ritorno in libreria dopo il successo ottenuto, in Italia e all’estero, con “La Traiettoria”. Per incuriosire ulteriormente i suoi lettori, Benetton ha dato un taglio originale scegliendo di “raccontarsi” attraverso le vite delle grandi personalità che lo hanno ispirato nel suo percorso umano e professionale. Giganti dell’arte, dell’architettura, dello sport e dell’imprenditoria: da Andy Warhol a Tadao Ando fino a Michael Schumacher e Amadeo Giannini, l’imprenditore spiega come siano riusciti a conquistare la vetta nei loro rispettivi settori partendo dal nulla e perseguendo con determinazione e coraggio i propri obiettivi. “Mai fermi”, appunto. Perché non sono mai rimasti fermi, reinventandosi, ricostruendosi anche quando davanti a loro si sono frapposti ostacoli, anche quando “stare fermi sembrava la scelta più facile”.

Alessandro Benetton: Warhol, quando arte e imprenditoria si incontrano

Da Michael Schumacher a Emilie Flöge, il libro è una raccolta di lezioni tratte da vite straordinarie. Alcuni dei quali non ho mai incontrato, ma che hanno plasmato il mio modo di vedere il mondo”, ha sottolineato Alessandro Benetton anche in una serie di video per i suoi canali social parlando di “Mai Fermi”. In uno di questi si sofferma ad esempio su Andy Warhol. “La ricetta per dare vita a grandi idee? Non esiste, ma un consiglio che vi posso dare è questo: circondatevi di persone che non la pensano al 100% come voi. Avere punti di vista diversi e, perché no, talvolta discordanti, è fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi progetto”, ha spiegato Alessandro Benetton aggiungendo che a insegnarglielo è stato proprio Warhol con la sua “traiettoria”. “Lui amava sperimentare. Era un rivoluzionatore vero e proprio”: difficile quindi non lasciarsi ispirare da “un artista che come forse nessun altro ci ha mostrato quanto arte e imprenditoria siano mondi molto vicini”.

Ares Ambiente: eccellenza bergamasca nella gestione dei rifiuti

Dalla passione per il settore ambientale alla costruzione di una solida realtà imprenditoriale: è la storia di Marco Nicola Domizio, fondatore di Ares Ambiente, riconosciuta tra le imprese “Best Performer” di Bergamo dal “Lombardia Post”.

Ares Ambiente

Dall’esperienza sul campo alla fondazione di Ares Ambiente: il percorso di Marco Domizio

Nel 1995, una volta conseguito il diploma da geometra, Marco Domizio fa il suo ingresso in una società lombarda attiva nell’intermediazione dei rifiuti. È qui che inizia a sviluppare competenze nei bandi pubblici e nella gestione di progetti complessi. Le esperienze successive consolidano il suo profilo tecnico e manageriale: prima come responsabile commerciale in un’azienda di spurghi e pulizie industriali, poi nella progettazione di un impianto di compostaggio nel bergamasco, tuttora in attività. Un’altra tappa importante è la collaborazione con una società milanese: qui contribuisce all’installazione di ben sette impianti di trito-vagliatura in Campania, ampliando così la sua visione sulle tecnologie di trattamento e logistica dei rifiuti. Terminata la gestione di una cava di estrazione e dopo ulteriori esperienze in aziende di trasporto e intermediazione, arriva il momento decisivo: nel 2008 nasce Ares Ambiente S.r.l., con sede a Treviolo, in provincia di Bergamo.

Ares Ambiente, tra efficienza operativa e responsabilità sociale

L’azienda cresce rapidamente, diventando un punto di riferimento nel panorama del waste management. La sua forza risiede nella capacità di offrire servizi completi di smaltimento, recupero e trasporto di rifiuti urbani, speciali (pericolosi e non), adattandosi con prontezza alle evoluzioni normative e di mercato. Ma Ares Ambiente non è solo efficienza operativa: l’impegno etico è una colonna portante della visione del suo fondatore. L’azienda ha fatto della trasparenza e della legalità valori fondanti, ottenendo il Rating di Legalità a 3 stelle dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, un riconoscimento riservato alle imprese che dimostrano una chiara volontà di prevenire fenomeni di infiltrazione mafiosa e agire con responsabilità sociale. Oggi, Ares Ambiente è simbolo di un’imprenditorialità capace di coniugare crescita economica e integrità, portando avanti un modello che guarda alla sostenibilità ambientale e alla correttezza nei rapporti con clienti, partner e istituzioni.

Luca Dal Fabbro: ridurre le perdite idriche è una priorità

Intervenuto in occasione della scorsa Giornata Mondiale dell’acqua, il Presidente di Utilitalia Luca Dal Fabbro ha ribadito l’importanza della gestione e della riduzione degli sprechi di acqua in Italia, proponendo una strategia industriale per il Paese sviluppata sulla base di tre pilastri.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: ridurre gli sprechi e migliorare la gestione dell’acqua

Spreco e gestione dell’acqua in Italia, questo è stato il focus dell’intervista che Luca Dal fabbro ha rilasciato lo scorso marzo in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua. Eletto come Presidente di Utilitalia il 10 luglio, federazione che riunisce le utility attive nei servizi pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell'energia elettrica e del gas, il manager ha ribadito l’importanza di pensare a una strategia industriale per l’acqua del Paese, costruita su tre pilastri: riduzione delle perdite nelle tubazioni, attualmente al 42% dell’acqua depurata; aumentare la sensibilizzazione della popolazione e dell’industria, in particolare quest’ultima deve spingere su riutilizzo dell’acqua usata per i cicli industriali; per ultimo, a margine dell’11% dell’acqua meteorica che viene raccolta su 300 miliardi di metri cubi, è fondamentale pensare a una strategia sugli invasi. L’acqua è un elemento necessario all’Italia per diversi ambiti, come evidenziato da Luca Dal Fabbro: “L’acqua è fondamentale per l’agricoltura e noi siamo la seconda potenza agroalimentare d’Europa. È fondamentale per l’industria, noi siamo la seconda potenza industriale d’Europa. È fondamentale per gli abitanti ed è fondamentale nella rivoluzione digitale di data center che consumeranno sempre più acqua”. 

Luca Dal Fabbro: il diritto dell’acqua in termini di quantità e qualità

Gli sprechi di acqua devono essere prima diminuiti e poi completamente eliminati, azioni che corrono parallele agli investimenti per ridurre le perdite e aumentare la qualità dell’acqua, poiché “è un bene preziosissimo — ha ribadito Luca Dal Fabbro — e che diventerà sempre più prezioso. È un diritto di tutti, va salvaguardato perché, oltre a garantire la vita, garantisce l’agricoltura e l’industria”. La siccità è infatti un problema che coinvolge ancora alcuni territori del Paese e, in aggiunta, è necessario ragionare anche in termini di qualità dell’acqua, e proprio su questo fronte Utilitalia sta lavorando. Come rimarcato da Luca Dal Fabbro, l’Italia è un territorio ricco di acqua, ma deve essere salvaguardata, raccolta e limitata negli sprechi, e per questo “c’è bisogno della collaborazione istituzionale, industriale e della popolazione”.

SACE e Gianfranco Chimirri: il futuro è flessibile con Flex4Future

Gianfranco Chimirri sta guidando SACE  in una trasformazione epocale grazie a Flex4Future, modello che ripensa la cultura e la tecnologia aziendale. Libertà, responsabilità individuale e intelligenza artificiale sono alla base di una struttura organizzativa agile orientata ai risultati.

Gianfranco Chimirri (SACE)

Gianfranco Chimirri: SACE e il futuro con Flex4Future

Il cambiamento organizzativo promosso da SACE trova nel modello Flex4Future un nuovo paradigma di lavoro flessibile e tecnologicamente avanzato. A raccontarlo è stato Gianfranco Chimirri, Chief People & Agile Organization Officer dell'azienda, durante il podcast "Voci Digitali" degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. Flex4Future, implementato da gennaio 2024, va oltre il lavoro agile tradizionale, basandosi su libertà e responsabilità individuale, consentendo alle persone di scegliere tempi, modalità e luoghi di lavoro secondo gli obiettivi aziendali e le esigenze personali.

Il modello Flex4Future elimina le tradizionali timbrature e supera il classico approccio alle giornate di lavoro prestabilite, introducendo la settimana lavorativa di quattro giorni come possibilità organizzativa flessibile, basata sulla responsabilità condivisa dei risultati. "Noi crediamo che questo modello, all'interno del quale c'è un framework chiaro, un framework valoriale e strategico, sostanzialmente identifica quelli che sono i valori comuni della comunità organizzativa", afferma Gianfranco Chimirri.

Al centro del cambiamento vi è una filosofia di libertà e responsabilizzazione, supportata dall'uso strategico di tecnologie innovative come l'intelligenza artificiale generativa e gli strumenti automatizzati che liberano tempo per attività a maggiore valore aggiunto.

Tra gli elementi chiave, l'introduzione della metodologia OKR per definire e monitorare gli obiettivi aziendali in modo trasparente e misurabile. "L'implementazione di un modello di obiettivi misurabile e verificabile è legato non all'attività, non all'output, ma all'outcome", sottolinea Chimirri. Il risultato è una struttura aziendale più agile e orizzontale, composta da team cross-funzionali e focalizzata sul valore generato dalle competenze individuali.

SACE: un cambiamento culturale e organizzativo profondo

Il nuovo approccio organizzativo di SACE, guidato da Gianfranco Chimirri, rappresenta un profondo cambiamento culturale e strutturale, con benefici tangibili per persone e azienda. L'indagine realizzata dal Politecnico di Milano sul primo anno di sperimentazione del modello ha evidenziato incrementi significativi nella produttività (+26% nel 2024) e nel benessere complessivo dei dipendenti.

Tuttavia, Chimirri ammette che una trasformazione di tale portata richiede tempo e disponibilità da parte delle persone a uscire dalla propria comfort zone, abbracciando responsabilità e libertà con un atteggiamento proattivo. Questo modello organizzativo non rappresenta soltanto una scelta gestionale, ma un approccio sostenibile al futuro del lavoro che mira a garantire performance elevate nel medio e lungo termine.

venerdì 8 agosto 2025

Aggiornamento DVR: Una Visione Proattiva per la Salute e Sicurezza sul Lavoro

Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) è un obbligo di legge per ogni azienda con almeno un dipendente. La sua redazione non è un adempimento da svolgere una volta per tutte, ma un processo dinamico che richiede un'attenzione costante. 

Il DVR deve essere un documento vivo, capace di evolvere insieme all'impresa. Un approccio proattivo alla salute e sicurezza sul lavoro si basa proprio su una costante revisione del documento.

Quando il DVR deve essere aggiornato?

L'aggiornamento DVR non ha una scadenza fissa. Le normative richiedono che venga rivisto ogni volta che si verificano cambiamenti significativi nel contesto lavorativo.

Tra queste rientrano la riorganizzazione aziendale, l'introduzione di nuove attrezzature o tecnologie e l'uso di nuove sostanze o preparati chimici. Anche l'assunzione di nuovi dipendenti con mansioni differenti o un cambio di sede comportano la necessità di un aggiornamento.

Il mancato aggiornamento del DVR può avere conseguenze legali serie. Le sanzioni possono essere molto pesanti. L'obiettivo è assicurare che il documento rifletta sempre lo stato attuale dei rischi presenti in azienda. In questo modo si garantisce la protezione dei lavoratori.

Chi è il responsabile dell'aggiornamento del DVR?

La responsabilità della redazione e dell'aggiornamento del DVR ricade sul datore di lavoro. Egli è il garante della sicurezza e della salute dei propri dipendenti. Il datore di lavoro può avvalersi della collaborazione di figure specializzate. Il Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) è un supporto essenziale in questo processo.

Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e il Medico Competente hanno un ruolo consultivo. Essi forniscono le informazioni necessarie per la corretta valutazione dei rischi. 

Anche i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) devono essere consultati prima di ogni revisione. Il coinvolgimento di tutte le figure è un principio del decreto legislativo 81/08.

Perché è importante mantenere il DVR aggiornato?

Mantenere il DVR aggiornato non è solo un obbligo di legge. Un documento non aggiornato non è in grado di proteggere adeguatamente i lavoratori dai rischi esistenti. Se un'azienda introduce un nuovo macchinario senza valutarne i rischi, i dipendenti potrebbero non essere a conoscenza dei pericoli.

L'aggiornamento periodico del DVR aiuta anche a ottimizzare i processi aziendali. Permette di individuare inefficienze o situazioni pericolose che potrebbero essere corrette. Un ambiente di lavoro più sicuro è anche più produttivo. La sicurezza sul lavoro porta benefici a tutta l'organizzazione.

Quali sono i rischi di un DVR non aggiornato?

Un DVR non aggiornato espone l'azienda a una serie di rischi, sia legali che operativi. Un lavoratore che opera in un ambiente non valutato correttamente è più esposto a incidenti. Le conseguenze possono essere molto gravi, sia per il dipendente che per l'azienda.

In caso di infortunio, le autorità competenti ispezionano il DVR. Se il documento risulta obsoleto, il datore di lavoro può essere ritenuto responsabile. Questo può comportare sanzioni penali e civili.

Un DVR non aggiornato può anche compromettere l'immagine aziendale. Questo può portare a una perdita di fiducia da parte dei dipendenti, dei clienti e dei partner.

Atitech ha stretto un accordo con CeSMA, "Centro Servizi Metrologici e Tecnologici Avanzati" dell'Università di Napoli Federico II, con lo scopo di realizzare progetti innovativi e tecnologici per ottimizzare i processi di manutenzione dei velivoli. Prevista anche la costruzione di un laboratorio congiunto per incrementare le attività di ricerca.

Atitech

Atitech: accordo con il CeSMA per l’innovazione tecnologica del settore MRO

Continua la crescita di Atitech all’insegna della ricerca e dell’innovazione tecnologica, all’interno di un contesto in forte espansione come la città di Napoli, come testimonia l’accordo stretto con il CeSMA, "Centro Servizi Metrologici e Tecnologici Avanzati" dell'Università di Napoli Federico II, che fornisce servizi avanzati al settore industriale e imprenditoriale da 12 anni. La più grande MRO indipendente del mercato EMEA e leader nella manutenzione di aeromobili civili e militari ha firmato un contratto per la consulenza tecnico-scientifica per lo sviluppo e la certificazione aeronautica di metodologie avanzate per la trasformazione dei velivoli. L’accordo siglato da Atitech include anche la costruzione di un laboratorio congiunto, finalizzato all’aumento delle attività nei settori della ricerca e dell’innovazione di comune interesse, con sedi operative presso l’Ateneo di San Giovanni a Teduccio e lo stabilimento di Capodichino Nord.

Atitech: integrazione tra il comparto accademico e industriale

Lo scopo di questa intesa, ovvero ottimizzare i processi di manutenzione e la sicurezza dei velivoli sottoposti a queste attività, è reso possibile grazie alla collaborazione tra Atitech e l’Università di Napoli Federico II, entrambe eccellenze del territorio campano. “Si tratta di un’attività strategica che porterà alla creazione di un laboratorio in cui sarà possibile effettuare test e sperimentazioni necessari all’approvazione dei componenti aeronautici utilizzati nelle fasi di manutenzione”, si legge in una nota dell’azienda guidata da Gianni Lettieri. Attraverso questa partnership, che prende forma attraverso il laboratorio congiunto, si manifesta un’integrazione tra il mondo produttivo e quello accademico, volto alla realizzazione di progetti altamente tecnologici e innovativi che permettano ad Atitech di consolidare la propria posizione in un settore strategico, potendo contare su qualità, ricerca e sicurezza.

RigenerARTi

Vene varicose | RigenerARTi propone un protocollo di flebologia rigenerativa che si distingue da chirurgia e sclerosanti. L'obiettivo è rigenerare le vene malate invece di distruggerle, migliorando sintomi e funzionalità. Il trattamento, pensato per uomini e donne, si prende cura del paziente a 360 gradi, affrontando l'insufficienza venosa e offrendo soluzioni a lungo termine per gambe più sane e leggere. 

giovedì 7 agosto 2025

Amica Chips: 35 anni tra snack gustosi e packaging green

Amica Chips, da 35 anni simbolo di qualità e gusto Made in Italy, conferma il suo successo internazionale con innovazione costante e packaging sostenibile.

 Amica Chips, azienda leader del mercato delle patatine

Amica Chips festeggia 35 anni tra qualità e sostenibilità

L’azienda mantovana celebra nel 2025 trentacinque anni di attività all'insegna di qualità, innovazione e sostenibilità ambientale. Fondata nel 1990 da Alfredo Moratti, l'azienda mantovana si è rapidamente affermata a livello internazionale diventando un marchio sinonimo di snack gustosi e genuini. Oggi Amica Chips è presente in 22 Paesi, vanta oltre 350 collaboratori, una struttura produttiva di 80.000 mq e un fatturato annuo superiore ai 140 milioni di euro. Tra le principali iniziative dell'azienda, spicca l’attenzione al packaging sostenibile, composto per il 30% da plastica riciclata, e i sistemi avanzati di depurazione delle acque che restituiscono risorse naturali in condizioni ottimali.

Innovazione e crescita internazionale firmate Amica Chips

Sin dalle sue origini, il brand di Castiglione delle Stiviere ha fatto dell'innovazione e della qualità il motore della propria crescita. Nel corso degli anni, acquisizioni strategiche come Dorita nel 1996, Pandal nel 1998 e Mia nel 2004 hanno contribuito a consolidare la leadership dell'azienda nel mercato degli snack salati. L'offerta prodotto è stata costantemente ampliata per rispondere ai gusti variegati del pubblico internazionale, dalle classiche Eldorada Amica Chips fino alle recenti Senorita Tortilla e Little Ranch. Grazie a una visione imprenditoriale chiara e ambiziosa, il brand continua a investire in tecnologie avanzate, qualità delle materie prime e sostenibilità ambientale. Come dichiarato dall’azienda, “la voglia di festa che le patatine risvegliano in ognuno di noi, ad ogni crunch” rappresenta ancora oggi lo spirito di un marchio che guarda al futuro con fiducia e determinazione.

Gruppo Riva: investimenti in qualità, sicurezza e sostenibilità

Gruppo Riva ha consolidato la sua leadership internazionale nel settore siderurgico grazie a una strategia di crescita basata su investimenti legati agli alti standard qualitativi dei suoi prodotti, sicurezza e sostenibilità ambientale dei suoi stabilimenti.

Il profilo aziendale di Gruppo Riva

Gruppo Riva: più di 70 anni di leadership nell’acciaio

“Il Gruppo Riva mantiene un’importante quota di mercato nei prodotti “lunghi” - che ne conferma la posizione di leadership in questo importante segmento di mercato”. Primo operatore siderurgico del Paese e tra i più importanti nel settore europeo dell’acciaio, il Gruppo è stato fondato nel 1954 dal precursore dell’acciaio del secondo dopoguerra Emilio Riva. Nel corso del tempo, ha definito la sua specializzazione nella realizzazione di prodotti “lunghi” tramite l’uso di acciaierie ad arco elettrico. Grazie ad alti standard produttivi, alla qualità dei prodotti e a una strategia basata su investimenti e crescita, Gruppo Riva ha consolidato la sua leadership internazionale nel settore in oltre 70 anni di attività, espandendosi nei più importanti Paesi europei.

Gruppo Riva: un modello aziendale basato su sostenibilità, sicurezza e giovani

Dal 2014, Gruppo Riva è guidato da Claudio Riva, il cui contributo è stato concentrato su investimenti che incrementassero maggiormente gli elementi qualitativi sia dei processi e dei prodotti, sia della sicurezza e della sostenibilità ambientale degli stabilimenti. Per questi motivi, il Gruppo è fornitore per i numerosi settori di mercato, tra cui quello meccanico, dell’automotive e del movimento di terra, che pretendono criteri di qualità molto esigenti. Tra le numerose componenti realizzate, la produzione include trafilati, pelati e rettificati, derivati dall’ulteriore lavorazione eseguita a freddo dei laminati. Gruppo Riva può contare su un team multidisciplinare di collaboratori e collaboratrici, con un numero sempre più alto di giovani laureati e diplomati qualificati. I suoi stabilimenti di produzione sono presenti in differenti Paesi europei e internazionali: Italia, Francia, Germania, Belgio, Spagna e Canada.

Enrico Vita: approvati i risultati semestrali di Amplifon

Approvati i risultati del primo semestre 2025 di Amplifon che, sotto la guida di Enrico Vita, ha registrato dati positivi nel medio periodo, nonostante le sfide imposte dalla congiuntura macro-economica e geopolitica. Presentato il piano “Fit4Growth” per migliorare l’EBITDA adjusted di 150 - 200 punti base entro il 2027 e i risultati nel lungo periodo.

Enrico Vita

Enrico Vita: i risultati del primo semestre di Amplifon

Sono stati approvati i risultati del primo semestre di Amplifon, Gruppo guidato da Enrico Vita, che ha chiuso il periodo con ricavi consolidati pari a 1,18 miliardi di euro, con una crescita dell’1,6% rispetto al primo semestre dello scorso anno. “Nel primo semestre abbiamo proseguito il trend di crescita dei ricavi, in un contesto di chiaro indebolimento della consumer confidence determinato da un quadro macro-economico e geopolitico particolarmente complesso, che dovrebbe aver raggiunto il picco nel secondo trimestre”, ha dichiarato Enrico Vita. In questo contesto, le ripercussioni sono state maggiori nei mercati chiave dell’area EMEA, nello specifico Sud Europa, Nord America e anche in Cina. “In controtendenza, la Francia ha registrato un’ottima performance, in linea con le attese, insieme alla Germania”. 

Enrico Vita: il piano “Fit4Growth” per aumentare la redditività nel lungo periodo

Nonostante il peggioramento dello scenario macro-economico e geopolitico del secondo trimestre, che ha influito su alcuni risultati di Amplifon, le prospettive nel medio termine dell’azienda rimangono molto positive per uno sviluppo sostenibile e profittevole. Come ha annunciato Enrico Vita, infatti: “Abbiamo lanciato il piano “Fit4Growth”, con l’obiettivo di incrementare il margine EBITDA adjusted di 150 - 200 punti base a regime entro il 2027”. Il piano è stato ideato per far fronte alle sfide odierne, migliorando strutturalmente la redditività e consolidando la competitività nel lungo periodo. Amplifon può contare sulle competenze dei suoi collaboratori e delle sue collaboratrici che, unite alla solidità del modello di business e alla normalizzazione progressiva del mercato, portano a “consolidare e rafforzare ulteriormente il nostro percorso di crescita sostenibile nel medio-lungo termine", ha concluso Enrico Vita.

mercoledì 6 agosto 2025

Tlc, Pietro Labriola lancia l’allarme: non c’è più ritorno sugli investimenti

L’Amministratore Delegato e Direttore Generale di TIM Pietro Labriola torna a parlare della centralità delle società di telecomunicazioni nell’economia digitale in un post su LinkedIn, mettendo in guardia sul pericolo di un eventuale arresto dell’infrastruttura.

Pietro Labriola

Pietro Labriola: non c’è più ritorno sugli investimenti degli operatori

Il digitale esiste perché qualcuno lo connette – scrive su LinkedIn il Presidente di Asstel, riprendendo un post pubblicato da Sebastian Barros, ex manager di Google ed Ericsson e attuale Managing Director di Circle – Negli ultimi dieci anni in Italia il costo medio di un gigabyte di dati mobili è crollato da 6,5 € a meno di 0,20 € (-97%), le velocità sono passate da 30 Mbps a oltre 110 Mbps, la copertura è cresciuta di oltre il 35%, l’affidabilità è migliorata e la latenza si è ridotta”. Numeri che, rimarca Pietro Labriola, “raccontano una verità che troppo spesso dimentichiamo: le telecomunicazioni hanno abilitato il mondo digitale. Grazie a questa rivoluzione silenziosa sono esplosi altri mondi: quello degli smartphone, dei servizi digitali, del cloud. Tutto perché la connessione digitale abilita questi servizi”. Adesso, però, secondo l’AD e DG di TIM serve un cambio di passo: “Non c’è più ritorno sugli investimenti. Se questa formula continua a dare sempre di più a sempre meno, l’equilibrio si rompe. Se si ferma l’infrastruttura che regge il digitale si ferma tutto”. Da qui l’appello: “È il momento di entrare in una nuova fase, che dia sostenibilità agli investimenti e permetta alle Telco di continuare a innovare. Solo insieme possiamo crescere e competere meglio”.

Il post di Sebastian Barros ripreso da Pietro Labriola

Le parole di Pietro Labriola fanno eco ai temi che il Managing Director di Circle ha sollevato nella sua analisi, aperta dalla domanda “Perché le persone ancora non amano le società di telecomunicazioni?” e conclusa con la proposta di dare vita a un nuovo stile di narrazione. Uno che sia in grado di dare la giusta rilevanza e visibilità al ruolo delle telco nell’economia digitale. “Secondo i sondaggi condotti a livello mondiale, gli operatori di telecomunicazioni sono tra le cinque industrie più antipatiche del Pianeta – riporta Sebastian Barros – Al di sotto delle compagnie aeree. Appena sopra le agenzie governative. Nonostante un investimento infrastrutturale di 1.500 miliardi di dollari in cinque anni. Nonostante svolgano un lavoro duro, fisico e pesante dal punto di vista del capitale per mantenere il mondo moderno online”. Quelle delle telecomunicazioni si presentano come delle infrastrutture “silenziose” e “poco appariscenti”, però fondamentali dal momento in cui connettono 5,5 miliardi di persone, alimentando “ogni cloud, ogni app, ogni strumento digitale”. “Le società di telecomunicazioni non parlano come se fossero dei facilitatori della vita digitale. Parlano come servizi di pubblica utilità. Non raccontano la storia di ciò che rendono possibile. Raccontano le specifiche mentre altri rivendicano i riflettori per aver costruito sopra di loro, le telecomunicazioni portano il peso sotto di loro”, prosegue il manager sudamericano. Poi dichiara: “È ora di cambiare le cose. Ci manca la narrazione”.  

martedì 5 agosto 2025

Pier Silvio Berlusconi: MFE un modello europeo, focus sul prodotto

Come evidenziato dal CEO Pier Silvio Berlusconi, il vero punto di forza del sistema crossmediale di MFE è la centralità del prodotto, reso protagonista dall’unione tra piattaforme, media tradizionali e digitali.

Pier Silvio Berlusconi

Mediaset cambia pelle: il prodotto al centro dell’evoluzione guidata da Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi lo ha definito “un graduale ma profondo lavoro di evoluzione, che punta a riportare al centro una televisione basata su contenuti reali, autentici e ben costruiti”. Mediaset guarda avanti, cambia pelle ma senza perdere la propria anima. E lo fa portando nuovamente al centro del prodotto la narrazione, l’identità, l’ascolto. Tradotto: contenuti sempre più solidi e ben costruiti, maggior spazio all’autenticità, a storie di valore e meno ai compromessi. Per una realtà che, da quando è nata, ha prodotto numerosi titoli entrati nella storia della televisione e anche del Paese “non è una rivoluzione, piuttosto una evoluzione”, come ha spiegato il CEO Pier Silvio Berlusconi durante la “Serata con la Stampa” dello scorso 8 luglio. Una TV che nello sguardo del pubblico possa sempre più essere percepita nella sua autenticità, fatta di volti e storie in grado di fidelizzarlo con coerenza e valore. Il rinnovamento di access prime time e preserale nei palinsesti di Canale 5 rappresenta il primo passo di questo percorso. E i numeri registrati dalle prime puntate de “La Ruota della Fortuna” sembrano dargli ragione come riportano anche diversi articoli: “L’evoluzione di Pier Silvio Berlusconi è vincente”.

MFE in Europa, Pier Silvio Berlusconi: l’importanza di “una TV calda, locale e in diretta”

Il prodotto, ha sottolineato Pier Silvio Berlusconi in più occasioni, è il cuore del sistema multi e crossmediale implementato da Mediaset che lo valorizza ulteriormente portandolo ad andare oltre la semplice offerta televisiva per abbracciare una filosofia di circolarità tra i vari canali e le piattaforme digital. Un modello “che funziona ed è efficiente: con TV, Web, Radio e DOOH ogni settimana raggiungiamo 95 milioni di italiani, numero notevolmente superiore a quello degli OTT”, ha spiegato anche recentemente parlando ai giornalisti. MFE è prima in Europa per prodotto originale (in Italia +27% negli ultimi 5 anni con 438 sere nella stagione 2024/25), per share di ore sul totale individui al 37,3%, e per Grp, con contatti pubblicitari al 21%. E la centralità del prodotto è tangibile anche nel progetto che Pier Silvio Berlusconi sta portando avanti in Europa con MFE: la creazione di “un broadcaster pan-europeo, unendo le forze con altri Paesi, come abbiamo fatto da poco in Spagna, per creare sinergie a livello di costi, a livello tecnologico per lanciare una piattaforma in grado di competere con i giganti del web e a livello pubblicitario”. Nessuna intenzione di “fare una TV italiana all’estero con prodotti congelati tipo quelli delle piattaforme, senz’anima”: al contrario il progetto di MFE si basa anche sulla consapevolezza che “ogni nazione deve farsi una TV adatta al proprio pubblico: calda, locale, in diretta, prodotta al momento e consumata nell’immediato”. Lo spiegava già lo scorso anno in una intervista rilasciata al “Corriere della Sera” parlando di ProsiebenSat: “Noi persino in Italia stiamo aumentando il prodotto italiano, lo stiamo facendo in Spagna dando vita a una TV moderata, familiare e moderna. Ed è quello che vorremmo si facesse e sarebbe giusto fare in Germania. Anche investendo di più e creando nuova occupazione”.

Fabrizio Di Amato racconta come è nata MAIRE: l’intervista

L’evoluzione di MAIRE da quando era un piccolo nucleo di tre persone a Gruppo quotato in Borsa presente in 50 Paesi: Fabrizio Di Amato racconta la sua esperienza da imprenditore e fondatore della società.

Fabrizio Di Amato

MAIRE: la storia di Fabrizio Di Amato nell’intervista di Marcello Ascani

La storia di MAIRE, il Gruppo ingegneristico che sviluppa soluzioni per la transizione energetica, si interseca con quella del suo fondatore e Presidente Fabrizio Di Amato, di recente intervistato dallo youtuber Marcello Ascani. Nell’intervista, racconta di come è passato dall’essere un giovane imprenditore a leader di un colosso dell’ingegneria da 6 miliardi di euro. Fabrizio Di Amato ha solo 12-13 anni quando un’esperienza lavorativa estiva gli fa capire che il suo futuro sarebbe stato nel settore dell’impiantistica, dell’ingegneria e della tecnologia. “C’era un artigiano diventato imprenditore che aveva un po’ di persone e io gli davo una mano. Ero molto bravo coi numeri e mi chiese di rimanere”, ricorda. Dopo averne parlato con i genitori, inizia a dividersi tra studio e lavoro, continuando per diversi anni. “L’unico tempo libero era la domenica. Dormivo fino all’una e il pomeriggio vedevo qualche amico, poi lunedì si ricominciava”. Avendo già acquisito esperienza a sufficienza, conclude le superiori e decide di lanciarsi nella sua avventura imprenditoriale. Così, nel febbraio dell’83 fonda il primo nucleo di MAIRE, costituito da soltanto tre persone. Pur mantenendo i piedi per terra, fin dal principio è convinto che sarebbe diventata “una grande azienda”.

Fabrizio Di Amato: le tappe più significative della crescita di MAIRE

Dopo aver acquisito i primi clienti, con non poche difficoltà, Fabrizio Di Amato investe i guadagni nell’azienda e continua in questo modo per un po’. “I margini erano bassi ma a me non interessava. Io ho sempre investito nell'azienda e devo dire che poi alla fine i risultati sono arrivati”. A segnare la crescita di MAIRE sono soprattutto due momenti, entrambi coincidenti con delle acquisizioni. La prima, di Fiat Engineering, si conclude dopo oltre un anno di trattativa e contribuisce ad espandere gli orizzonti della società. La seconda, di Tecnimont, a un anno di distanza dall’altra, serve a proiettare MAIRE in tutto il mondo. “Acquisirla non era solamente strategico da un punto di vista industriale, significava diventare di punto in bianco un player gigantesco in Italia”, afferma l’imprenditore. Ormai divenuta una realtà più che affermata, a novembre 2007 la società viene infine quotata in Borsa. Oggi, è presente in 50 Paesi a livello mondiale.

Noleggio Auto Senza Carta di Credito a Trapani GEM NOLEGGIO – Libertà di Viaggiare Senza Pensieri

 

Noleggio Auto Senza Carta di Credito a Trapani GEM NOLEGGIO – Libertà di Viaggiare Senza Pensieri

Noleggio Auto Senza Carta di Credito a Trapani GEM NOLEGGIO è la soluzione ideale per chi vuole godersi la Sicilia in piena libertà, senza dover possedere una carta di credito. Questa formula di noleggio, sempre più richiesta da viaggiatori e residenti, rompe i vecchi schemi e rende il noleggio accessibile anche a chi utilizza solo carte di debito, prepagate o bancomat.

Oggi, molti turisti e lavoratori si trovano in difficoltà nel noleggiare un’auto, nonostante abbiano tutti i requisiti economici e legali, solo perché non possiedono una carta di credito. GEM NOLEGGIO risolve questo problema offrendo un servizio chiaro, trasparente e soprattutto senza obbligo di carta di credito.



Chi è GEM NOLEGGIO e perché scegliere il noleggio auto senza carta di credito a Trapani

GEM NOLEGGIO è un’azienda siciliana con anni di esperienza nel settore. Con sedi operative a Trapani e nelle principali città della Sicilia occidentale, offre una gamma completa di veicoli per ogni esigenza: city car, auto familiari, SUV, e persino furgoni.

Ma il vero punto di forza è proprio la possibilità di noleggiare un’auto senza carta di credito a Trapani con GEM NOLEGGIO. Questo significa accessibilità per tutti: turisti stranieri, giovani viaggiatori, lavoratori stagionali o chi semplicemente non possiede o non vuole usare una carta di credito.

Servizi offerti da GEM NOLEGGIO a Trapani

Il servizio offerto da GEM NOLEGGIO si distingue per semplicità e trasparenza. Ecco cosa puoi aspettarti:

  • Noleggio auto senza carta di credito a Trapani

  • Prenotazione semplice via telefono, WhatsApp o online

  • Accettazione di carte di debito, prepagate, bancomat

  • Nessuna cauzione obbligatoria su molte auto

  • Assicurazione inclusa con possibilità di estensioni

  • Servizio clienti attento, cortese e disponibile

Inoltre, è possibile ritirare e riconsegnare l’auto presso l’aeroporto di Trapani (Birgi) o direttamente in città, a seconda delle preferenze del cliente.

Perché noleggiare un’auto a Trapani senza carta di credito

Trapani è una delle mete più amate della Sicilia. Le sue spiagge, le saline, le isole Egadi, Erice e Marsala sono solo alcune delle bellezze che meritano di essere esplorate. Tuttavia, i mezzi pubblici non sempre sono efficienti o comodi per spostarsi.

Con GEM NOLEGGIO, puoi ottenere un’auto in modo rapido e senza intoppi burocratici. Il servizio di noleggio auto senza carta di credito a Trapani ti permette di essere autonomo fin dal primo minuto, con costi chiari e senza sorprese.

Noleggio Auto Senza Carta di Credito a Trapani

Vantaggi concreti del Noleggio Auto Senza Carta di Credito a Trapani GEM NOLEGGIO

  • Libertà totale di movimento

  • Prenotazione flessibile anche all’ultimo minuto

  • Nessuna necessità di bloccare somme importanti sulla carta

  • Maggiore accessibilità per clienti giovani o stranieri

  • Ampia scelta di veicoli a prezzi competitivi

Chi può noleggiare senza carta di credito

Il noleggio auto senza carta di credito a Trapani GEM NOLEGGIO è accessibile a:

  • Persone con carta di debito (es. Bancomat, Maestro)

  • Titolari di Postepay Evolution o prepagate nominali

  • Stranieri in visita con conti non abilitati a carte di credito

  • Residenti locali che non vogliono usare carte di credito tradizionali

È richiesto solo un documento valido e una patente di guida. Il pagamento può avvenire anche in contanti in alcune condizioni, previa verifica con lo staff.

Come prenotare il tuo noleggio auto senza carta di credito a Trapani

Prenotare con GEM NOLEGGIO è facilissimo. Puoi:

  • Chiamare direttamente il numero dell’agenzia

  • Inviare un messaggio su WhatsApp

  • Compilare il modulo di prenotazione online sul sito ufficiale

In pochi minuti, il tuo veicolo sarà riservato, senza richieste complicate o cauzioni nascoste.

La scelta intelligente per viaggiare in Sicilia

Se vuoi evitare brutte sorprese e goderti la tua vacanza o il tuo soggiorno in Sicilia senza stress, il noleggio auto senza carta di credito a Trapani GEM NOLEGGIO è l’opzione più pratica e sicura. Con un servizio clienti disponibile, auto moderne e nessun vincolo legato alla carta di credito, viaggiare non è mai stato così semplice.

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lunedì 4 agosto 2025

Comtel espande la sua presenza nel mercato EMEA con l’acquisizione di NEC

In seguito alla finalizzazione dell’acquisizione di NEC Italia e NEC Nederland, Comtel rafforzerà la sua presenza nel mercato EMEA, espandendo il proprio portafogli di soluzioni nell’integrazione di sistemi ICT nel settore dell’ospitalità e delle navi da crociera.

Comtel

Comtel: finalizzata l’acquisizione della divisione Unified Communication di NEC Corporation

“Una tappa fondamentale per la nostra società. L’accordo apre all’internazionalizzazione di Comtel, ci consentirà di presidiare una base installata importante e dare continuità ai Clienti della divisione Unified Communication di NEC”, ha dichiarato l’AD Fabio Lazzerini in merito alla finalizzazione dell’acquisizione della divisione Unified Communication di NEC Corporation, avvenuta lo scorso 18 luglio. Nello specifico, è stato rilevato tutto il capitale sociale di NEC Italia S.p.A. e NEC Nederland BV, che detiene l’intero ramo di NEC Emirati Arabi Uniti a Dubai. In seguito a questa operazione, l’obiettivo di Comtel è quello di estendere i propri servizi di integrazione di sistemi ICT in tutto il territorio EMEA, potendo contare su una rete capillare di partner e system integrator locali. L’acquisizione, inoltre, consentirà all’azienda di allargare il proprio portafogli di soluzioni nel settore dell’ospitalità e delle navi da crociera, mettendo a disposizione le proprie competenze in alta tecnologia.

Comtel: espansione in nuovi mercati e nuove aree di business

A margine dell’acquisizione, NEC Italia e NEC Nederland diventeranno rispettivamente Comtel Innovation e Comtel International. “Inoltre, ci apre nuovi mercati e nuove aree di business: da questa operazione potranno nascere interessanti sinergie strategiche per il futuro con un player tecnologico di primo livello come NEC, affermato a livello globale”. L’azienda assume anche l’incarico di partner ufficiale per la vendita di servizi e soluzioni tecnologicamente avanzati di alcune delle Business Unit di NEC e le consente di distribuire soluzioni biometriche per il PA italiano, aprendo la porta a nuove collaborazioni future nel settore fibra ottica, IA e IoT. Le competenze consolidate di Comtel in tecnologie innovative per organizzare connessioni globali e supportare le imprese nella trasformazione digitale sono fondamentali in questa operazione e rendono la Unified Communication un pilastro portante del proprio business.