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martedì 9 aprile 2024

L’analisi di Sabrina De Filippis sulle ricadute ambientali della direttiva UE ‘Pesi e Dimensioni’

Circa 6,6 milioni di tonnellate di anidride carbonica in più ogni anno, 10 milioni di camion pesanti sulle strade, aumento dei rischi per la sicurezza e notevole degrado del manto stradale: queste sono le conseguenze negative della direttiva UE ‘Pesi e Dimensioni’ che Sabrina De Filippis, AD di Mercitalia Logistics, ha messo in evidenza nel corso della riunione dell’associazione di settore RFF.

Sabrina De Filippis

‘Pesi e Dimensioni’, le modifiche alla direttiva europea preoccupano Sabrina De Filippis

Le modifiche alla direttiva europea ‘Pesi e Dimensioni’ rischiano di comportare una serie di conseguenze estremamente negative sul piano ambientale ed economico: ad affermarlo sono gli AD delle maggiori società ferroviarie europee, tra cui Sabrina De Filippis, riuniti nell’associazione di settore RFF (Rail Freight Forward). La direttiva ha infatti alzato la quantità di merci trasportabili dai camion pesanti da 40 a 44 tonnellate, rendendo dunque gli autotrasporti più competitivi, ma a scapito del sistema ferroviario. Si tratta, secondo Sabrina De Filippis, di un gravissimo errore, che va contro gli obiettivi che l’UE stessa si è data in ambito ecologico e ambientale: in virtù della sua limitata capacità di trasporto, il camion è infatti il mezzo più inquinante in assoluto, e dovrebbe coprire solo le tratte che separano le merci dalla loro destinazione finale. Secondo lo studio messo a punto da RFF, l’approvazione delle modifiche comporterà invece il ritorno di 10 milioni di camion sulle strade, con un aumento delle emissioni di CO2 pari a circa 6,6 milioni di tonnellate all’anno.

L’intermodalità come strategia di trasporto sostenibile: l’analisi di Sabrina De Filippis

Nel suo intervento, Sabrina De Filippis ha sottolineato come le emissioni non siano l’unica conseguenza negativa delle modifiche alla direttiva: c’è anche infatti da considerare il degrado del manto stradale, che causerà un aumento significativo delle spese di manutenzione, tutto a danno dei contribuenti europei. La presenza di così tanti camion nella rete stradale aumenterà inoltre il traffico, nonché il rischio di incidenti gravi. Come alternativa all’utilizzo eccessivo di camion, l’AD propone la strategia intermodale: si tratta di un sistema che prevede l’utilizzo combinato di più forme di trasporto al fine di ridurre il più possibile i consumi, e di conseguenza le emissioni inquinanti. Navi e treni copriranno dunque la maggior parte della tratta, lasciando ai camion appunto il famoso “ultimo miglio”. Perché l’intermodalità funzioni in modo efficace, è necessario che ci siano appositi terminal e hub in cui possano avvenire i passaggi di mano delle merci. Tuttavia, come osserva Sabrina De Filippis, lo spostamento modale verso la strada causerà anche minori profitti alle società ferroviarie, rendendo l’instaurazione di un sistema intermodale ancora più difficile. I leader del RFF sono dunque compatti nel chiedere all’Unione Europea di investire sull’intermodalità e la sostenibilità, valorizzando il settore ferroviario.

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