Med Virtual Dialogue, l'intervento dell'AD di Eni Claudio Descalzi: transizione energetica e decarbonizzazione rappresentano "un obiettivo positivo e cruciale per il futuro di un continente come l'Europa".
Med Virtual Dialogue: l'AD di Eni Claudio Descalzi partecipa all'evento
"In questa situazione difficile la prima reazione è stata quella di capire cosa stesse accadendo perché siamo stati impattati duplicemente: da una parte la riduzione della domanda e dall'altra la variazione dei costi": a spiegarlo lo scorso 15 luglio è stato l'AD di Eni Claudio Descalzi, invitato a confrontarsi con Fatih Birol, Executive Director dell'International Energy Agency, in occasione del Med Virtual Dialogue. Parlando del futuro del settore dopo il Coronavirus anche in relazione agli impegni sul fronte della transizione energetica, l'AD ha ricordato come Eni, nonostante uno scenario complesso, non abbia rivisto gli investimenti: "Dobbiamo sviluppare un diverso tipo di business, questo sarà il futuro. Investiamo molto sulle rinnovabili ma anche su altre attività. Le rinnovabili sono essenziali ma ancora non bastano a soddisfare il fabbisogno energetico e ad assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici" ha aggiunto Claudio Descalzi evidenziando il ruolo essenziale del gas nel mix energetico. E ancora: "La transizione energetica avrà successo solo mantenendo le infrastrutture perché non possiamo cambiare tutto. La decarbonizzazione sarà sempre più essenziale e dobbiamo accelerare la nostra trasformazione e credo che l'emergenza Covid-19 abbia enfatizzato questo problema".
Decarbonizzazione e transizione energetica: l'impegno di Eni nelle parole dell'AD Claudio Descalzi
"Dobbiamo capire che il mondo sta cambiando e il futuro sarà differente. Dobbiamo pertanto essere anche efficienti nello studiare differenti modi di finanziamento e nuovi modelli regolativi" ha ribadito l'AD di Eni Claudio Descalzi nel corso del webinar organizzato da Ispi e Ministero degli Esteri. Il dibattito con l'Executive Director dell'International Energy Agency ha inoltre messo in luce come i Paesi più sviluppati rivestano un ruolo di rilievo e responsabilità nell'agevolare la transizione energetica anche nei confronti di alcuni quadranti geopolitici (il Mediterraneo, il Nordafrica e l'Africa subsahariana, il Medio Oriente per citarne alcuni): "Il 40% della radiazione solare nel mondo brilla sull'Africa, ma solo l'1% viene utilizzato nel continente per produrre energia. Ecco perché sono necessari investimenti". La cooperazione in questa ottica è fondamentale: "L'Africa sta soffrendo molto. Abbiamo dovuto bloccare alcuni investimenti ma continueremo a lavorare per l'accesso all'energia in diversi Paesi. Continuiamo a fornire gas al Ghana, al Congo, all'Angola... Questo è il modo nel quale possiamo aiutare e dall'altra parte dobbiamo implementare l'utilizzo di energia sostenibile per rimpiazzare il gas. Dobbiamo investire lì per cambiare e rendere possibile l'accesso energetico". Eni ha in piano grandi investimenti nel continente "e, nonostante la situazione sia difficile, dobbiamo essere ottimisti verso il futuro e il futuro è in Africa!". Sulla Libia invece Claudio Descalzi osserva come dopo oltre dieci anni di guerre e di tensioni la situazione sia ancora particolarmente difficile ma le attività di Eni "stanno andando bene". Nel Paese "serve l'elettricità, servono le infrastrutture". L'auspicio dell'AD è che si arrivi rapidamente alla pace: "La popolazione libica è molto forte e molto resiliente e con Eni lavorano ottimi ingegneri, persone molto competenti". Per risolvere la situazione "è essenziale l'aiuto dell'Ue ma anche della Turchia, della Russia e dell'Egitto".
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