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sabato 11 aprile 2015

Finché morte non ci separi (ISIS vs Legge Fornero)



Voglio scrivere una frase molto forte e pregna di significati e me ne assumo la piena responsabilità: ci preoccupiamo dell'ISIS ma in Italia ha fatto più morti la Legge Fornero che i jihaidisti. Se posso sembrare irriverente e di cattivo gusto devo ricordare che l'ex Presidente del Consiglio Mario Monti seppe fare peggio di me sostenendo, in breve, che dovevamo ritenerci fortunati e lungimiranti perché con quel Governo (e la Crisi) avevamo avuto nello stesso periodo storico meno suicidi della Grecia. Non è il pessimo esecutivo del senatore a vita e nemmeno la setta dei tagliatori di teste il vero argomento di questo articolo. In realtà, voglio porre all'attenzione del lettore il fatto che la paura di ciò che è diverso suscita in ognuno di noi un terrore simile a quello della morte. Altrimenti, non si potrebbe razionalmente spiegare come ci si possa spaventare per un'invasione che non c'è e si assista inermi e senza reagire a questa silenziosa strage degli innocenti. Perché non è la testa che rotola a toglierci il sonno ma un impulso atavico che è radicato nel nostro DNA e nella Storia (e nella Geografia) dei luoghi in cui viviamo. E' un deja vu. I nostri avi hanno già vissuto un'esperienza simile e ne hanno conservato per noi il ricordo. Lo portiamo dentro le nostre cellule. L'altra crisi non ha colpito il nostro immaginario allo stesso modo. Anche un secolo fa ci sono state delle morti ma se è stata frutto di una (nefanda) scelta, forse, ci spaventa di meno perché ci illudiamo che essere preparati all'estremo sacrificio sia meno doloroso. L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”, questa frase è stata pronunciata da Franklin Delano Roosevelt durante il suo discorso inaugurale il 4 marzo 1933, riferendosi alla Grande Depressione. Credo dovremmo imparare bene il profondo significato di questa massima pronunciata da una persona che ha cambiato il corso della Storia senza riuscire a cambiare quello della sua vita, condannata dalla poliomielite.

Pier Giorgio Tomatis

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