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venerdì 3 gennaio 2025

Gian Maria Mossa: il ruolo dei Private Banker nella crescita delle PMI

In un incontro che ha unito finanza, imprenditoria e accademia, Banca Generali e Tamburi Investment Partners hanno partecipato al format “Ricette di Innovazione” presso il Politecnico di Milano, per discutere il ruolo cruciale del Private Banking e del Private Equity nel rafforzare la competitività delle piccole e medie imprese italiane. L’evento, che ha coinvolto anche gli studenti del Politecnico di Milano, ha visto la partecipazione di Gian Maria Mossa, CEO di Banca Generali, Giovanni Tamburi, fondatore di TIP, e il professor Marco Giorgino.

Gian Maria Mossa

Gian Maria Mossa: Private Banking e risparmio per la crescita delle PMI

Gli italiani – ha fatto sapere il professor Giorgino – sono storicamente bravi nell’accumulare risparmi, ma gestirli in modo efficiente rappresenta una sfida ancora irrisolta. Oggi, circa il 30% della ricchezza delle famiglie è immobilizzato in strumenti a breve termine o conti correnti, che non offrono protezione del capitale né rendimenti reali nel lungo periodo. Altrove, invece, i risparmi vengono allocati in modo più produttivo, favorendo una crescita sostenibile della ricchezza. Secondo Gian Maria Mossa, per favorire la crescita delle imprese è necessario un cambio di paradigma. Dopo il Covid-19, il sistema bancario ha ridotto la propria capacità di finanziare le aziende. In questo scenario, il Private Banking può svolgere un ruolo fondamentale, accompagnando gli imprenditori nel percorso di valorizzazione del patrimonio d’impresa e facilitando l’accesso al mercato dei capitali. “Per far crescere le imprese serve uno sforzo di sistema che parta da un beneficio fiscale rivisto rispetto al modello attuale – ha ribadito il CEO di Banca Generali – In questo senso occorrerebbe equiparare le società quotate illiquide con quelle non quotate e dare un’immediatezza del beneficio fiscale (per esempio una deducibilità immediata del 30% rispetto al modello Pir che premia solo la plusvalenza)”. A sua volta, Giovanni Tamburi ha offerto una prospettiva storica sull’evoluzione del Private Equity, sottolineandone l’importanza negli ultimi 30 anni. “L’asset class del Private Equity negli anni ha reso molto bene ma ora siamo a una svolta: il Private Equity nel mondo si sta un po’ asciugando. È crollata la contribuzione del mondo assicurativo. Quel risparmio privato sarebbe logico che finisse alle imprese con strutture che non hanno l’obbligo di vendere quindi non attraverso fondi”, ha spiegato il fondatore di TIP.

Gian Maria Mossa: educare gli imprenditori al dialogo con i mercati finanziari

Una delle questioni centrali emerse durante l’evento è la necessità di educare gli imprenditori a dialogare con il mondo finanziario. “I nostri imprenditori sanno fare business in modo eccezionale, ma spesso non parlano la lingua dei professionisti dei mercati dei capitali e della finanza. In questa fase può entrare in gioco il Private Banker, forte di una relazione di lungo periodo con il cliente imprenditore e di una visione d’insieme del suo patrimonio, nel quale l’azienda è una pietra angolare”, ha spiegato Gian Maria Mossa. Gli imprenditori spesso si rivolgono ai Private Banker di fiducia per esplorare soluzioni alternative all’accesso al credito tradizionale offerto dalle banche. Il ruolo del Private Banker diventa quindi quello di facilitare un dialogo tra l’imprenditore e il mondo della finanza, aiutandolo a sviluppare una visione più orientata alla finanza e a considerare l’apertura al mercato dei capitali, inclusa la partecipazione azionaria nelle proprie aziende. Sul versante dell’offerta di capitali, è fondamentale incoraggiare il risparmio privato a supportare le PMI. Per farlo, ha quindi concluso Gian Maria Mossa, “serve uno sforzo di sistema, fatto di incentivi, stimoli e regole, per portare i capitali pazienti, di cui si parla molto in questa fase, a sostenere lo sviluppo delle nostre imprese attraverso l’investimento nel mercato dei capitali”.

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