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martedì 25 maggio 2021

Le donne tra potere e meritocrazia: l’intervista a Paola Severino del “Corriere della Sera”

"Il cammino della parità in Italia procede per gradini. Ogni tanto accelera, poi si ferma": il punto della Vice Presidente dell'Università Luiss Guido Carli Paola Severino in un'intervista al "Corriere della Sera".

Paola Severino

Paola Severino al "Corriere della Sera": creare più occasioni per il riconoscimento del merito femminile

Il merito per le donne non ha come riconoscimento naturale e obbligato il potere. Ma per Paola Severino la responsabilità è "anche un po' nostra". Lo ha sottolineato in un'intervista al "Corriere della Sera" nell'aprile 2020, parlando di pari opportunità, meritocrazia e valorizzazione del talento femminile. Poche settimane prima in Italia l'esplosione della pandemia: fu una donna, la dottoressa Annalisa Malara, a individuare il virus nel "paziente 1" di Codogno quando regole e prassi non lo prevedevano. "Ha vinto la sua battaglia. Ha mostrato intuizione e tenacia, due grandi virtù che le donne possono portare alla comunità, perché sono loro proprie. Però non chiede niente, non ha il "complesso dell'eroe", così tipicamente maschile. Con nobiltà e generosità vuole solo tornare al suo lavoro, come prima", ha evidenziato Paola Severino richiamandone l'esempio. Le donne, secondo la Vice Presidente dell'Università Luiss Guido Carli, separano il merito dal potere: "Troppo spesso ci accontentiamo di essere brave. Gli uomini invece si accontentano solo col potere, e si nominano l'un l'altro". E questo non sempre però risulta producente: "Abbiamo pudore nel parlare di potere e accettarlo come misuratore abituale di qualità e competenza. Il nostro primo problema è di creare più occasioni per il riconoscimento del merito femminile e ridurre così il gap tra merito e potere. Credo anche che le donne che ce l'hanno fatta a sfondare il soffitto di cristallo dovrebbero aiutare le altre donne ad avere occasioni per mostrarlo".

Paola Severino: il cammino verso una maggiore consapevolezza deve cominciare in famiglia

Non si può non parlare di talento femminile e meritocrazia senza citare la cosiddetta legge Golfo-Mosca del 2011, che imponeva certe percentuali di donne nei Consigli di Amministrazione delle aziende, seppur per un tempo limitato. La richiama anche nell'intervista al "Corriere della Sera" la Vice Presidente dell'Università Luiss Guido Carli Paola Severino: "Mi trovo davanti a un caso tipico in cui la norma anticipa e promuove una realtà sociale che stenta ad affermarsi. La realtà si è adeguata. Ma ogni volta che, per la mia esperienza universitaria, un uomo mi chiede qualche nome di donne capaci, e io ne indico una, sento sempre la frase: ah, è vero, non ci avevo pensato. Perché non ci pensano? È questo il problema". La strada sembra essere ancora lunga: "Il cammino della parità in Italia procede per gradini. Ogni tanto accelera, poi si ferma". Ma secondo Paola Severino è in famiglia che dovrebbe cominciare questo percorso di equo riconoscimento: "Penso al modo di dire: "Dietro un grande uomo c'è sempre una donna intelligente". Perché non si dice "accanto" invece che "dietro"? E, in secondo luogo, quando cominceremo a dire che dietro una donna di successo c'è sempre un uomo intelligente? Perché anche questo conta, eccome. Conta la capacità degli uomini di essere uno stimolo e non un ostacolo alla crescita delle donne. La disponibilità ad accompagnare la loro strada e la fatica che comporta, a compensare il tempo che sottrae. Quanti ce ne sono, di uomini così?".

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