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martedì 13 ottobre 2015

L'occorrenza della concorrenza


Una pratica "comune" che nel tempo ha mostrato tutta la sua devastante pericolosità è quella dell'appalto concesso all'offerta che in gara è risultata più bassa. In pratica, l'Ente Pubblico, in nome della razionalizzazione delle risorse (ora si chiama spending review), per affidare un'opera, un servizio, ad una azienda privata valuta quasi unicamente il fatto che è pronta a "lavorare" per una cifra inferiore a quella proposta dai suoi competitori. Questa pratica, solo all'apparenza virtuosa, che non tiene conto ad esempio della "qualità" della prestazione erogata, ha un gravissimo handicap al quale nessuna Legge finora ha mai posto efficace rimedio. Tutti i soldi che usciranno dalle casse dell'Ente possono (e spesso lo fanno) non essere più disponibili per lo stesso per la mancanza di quello che viene chiamato "effetto ricaduta". Se, ad esempio, una ditta di Genova con dipendenti genovesi vince una gara per la manutenzione del verde pubblico è assai probabile che non spenderà o investirà in loco i soldi guadagnati come farebbe invece un'impresa locale. Il ritorno dal punto di vista fiscale per l'Ente erogatore è perciò monco e i soldi spesi non porterebbero lavoro e benessere alla sua cittadinanza. Alcune volte, poi, la differenza tra il vincitore della gara e l'offerta giunta seconda è talmente ampio da far nascere più di un sospetto sulla possibile natura illecita della stessa. Spesso, le grandi imprese si scambiano favori in chiaro regime di oligopolio concentrandosi su alcune piazze e non "disturbandosi" su altre... Altre volte, l'infiltrazione dell'illegalità è tale che non è possibile e sicuro presentare offerte "alternative" a quella che dovrà risultare vincente. Cambiare questa pratica si può tanto più che, con l'avvento dei dogmi europei, l'aspetto della tutela del principio della concorrenza si è solo affiancato a quello della tutela dell'interesse pubblico alla corretta e tempestiva esecuzione del contratto e non lo ha ancora sostituito. Certamente dipende dalla volontà politica di pensare con intelligenza alla realtà (per noi povera) e di dare un senso di libertà e liceità al concetto di concorrenza. Ci sono ostacoli insormontabili? Alle volte, per alcuni, sì...
PGT

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