Cristina Scocchia, AD di illycaffè e figura di rilievo nel panorama economico italiano, offre un’analisi lucida e impattante sulla condizione delle donne nel mondo del lavoro, mettendo in luce le difficoltà, i pregiudizi e la necessità di un cambio culturale.
Cristina Scocchia: l’importanza di abbattere il soffitto di cristallo
Cristina Scocchia parla senza filtri del “soffitto di cristallo” che molte donne si trovano a combattere nel corso della loro carriera. Invitata nelle università, si rivolge spesso alle studentesse che incontra, ricordando loro che “dare testate al soffitto di cristallo è doloroso. Ogni testata che darete avrà un costo. Ci sarà un prezzo da pagare e farà male”. Ma una volta che quel soffitto crollerà, chi verrà dopo di noi troverà meno ostacoli. Secondo l’AD, in Italia manca una vera cultura di parità. Le donne che si affermano professionalmente spesso vengono fatte sentire in colpa, come se il successo professionale fosse incompatibile con il ruolo di madre o con una vita personale appagante. “Se fai carriera automaticamente non sei una buona madre e sei anche una donna egoista”, osserva Cristina Scocchia, rimarcando un doppio standard che discrimina fin dalle scuole.
Leadership, gender gap e purpose: Cristina Scocchia sfida pregiudizi e stereotipi
Un altro tema centrale è quello della leadership femminile. Secondo Cristina Scocchia, il concetto non dipende dal genere, ma dai valori e dalle competenze. Nonostante ciò, il pregiudizio verso le donne ai vertici aziendali persiste. Le donne sono spesso etichettate come empatiche e gentili, mentre gli uomini vengono considerati assertivi e capaci di decidere, spiega l’AD, contestando l’idea che in tempi di crisi si cerchi l’“uomo forte” per guidare le aziende. “La donna ha fatto per centinaia di anni l’angelo del focolare, ora non dobbiamo fare gli angeli del CdA”, aggiunge, rifiutando l’idea di costruire nuovi stereotipi. Secondo la manager, le aziende possono fare la loro parte per promuovere l’equilibrio di genere, ma il cambiamento deve partire dalla società e dall’educazione: “Bisogna insegnare questi principi alle elementari, alle medie e poi nelle università”. Cristina Scocchia affronta infine il tema del purpose, ovvero lo scopo di un’azienda che va oltre il profitto. “A me dispiace – fa sapere – che si debba dimostrare alle aziende che serve un purpose per aumentare il profitto. Mi disturba proprio a livello etico perché io credo che un leader debba sapere integrare il valore economico con i valori etici, sociali e ambientali”. Anche il gender gap ha un costo economico. L’AD conclude quindi ricordando che un tasso di occupazione femminile pari a quello maschile farebbe aumentare il PIL italiano del 12%: “Sono metriche economiche che vanno ribadite, ma è abbastanza triste doverlo fare”.
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