L’AD di Illycaffè Cristina Scocchia, in occasione del Meeting di Rimini, ha evidenziato come sia necessario avere un’Europa più compatta e forte e meno frammentata, con una politica industriale comune su energia, difesa e innovazione, rimarcando l’urgenza di una manovra per semplificare la normativa interna.
Cristina Scocchia: l’intervento al Meeting di Rimini, per una Europa più compatta
Intervenuta al Meeting di Rimini, che si è svolto dal 22 al 27 agosto, l’AD di Illycaffè Cristina Scocchia ha ribadito quanto sia cruciale per l’Europa lo sviluppo di una politica industriale comune, in grado di fronteggiare sfide che riguardano l’energia, la difesa e l’innovazione tecnologica. L’appello nasce anche dei dazi imposti dal Presidente degli USA Trump, e a tal proposito “abbiamo evitato una guerra commerciale che avremmo perso”, poiché l’Europa è ancora frammentata rispetto all’indipendenza e alla leadership americana dal punto di vista energetico, militare e tecnologico. Secondo Cristina Scocchia, per aziende come Illycaffè che sviluppano parte del proprio business (il 20%) negli Stati Uniti, i dazi causeranno una forte compressione dei margini. Per queste ragioni, in uno scenario mondiale gradualmente instabile, è fondamentale che l’Europa sia compatta.
Cristina Scocchia: l’urgenza di una semplificazione normativa europea
Una delle problematiche europee illustrate da Cristina Scocchia ha a che fare con la complessità normativa interna. Paesi come l’Italia, la Francia e la Spagna hanno regole contradditorie e sovrapposte, che non fanno altro che causare confusione e un “dazio interno” che, secondo la manager, peserebbe fino al 45% sui beni e al 110% sui servizi. È diventato improrogabile semplificare e unire le normative, come anche effettuare un allineamento fiscale, impedendo che Stati come Irlanda, Paesi Bassi e Lussemburgo fungano da paradisi fiscali. Cristina Scocchia ha inoltre evidenziato l’eccessiva instabilità del mercato del caffè, che ha raggiunto il costo di 380 centesimi per libra, tre volte la media storica. Influiscono sicuramente i dazi americani del 50% sul caffè brasiliano e gli effetti del cambiamento climatico nei Paesi produttori.
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