Nella
toponomastica di una città della provincia emiliana il nome di un famoso
quartiere popolare, in musica il nome scelto per il progetto musicale della
“strana coppia” Massimo Ice Ghiacci (bassista e compositore da sempre nei
Modena City Ramblers) e Marco Goran Ambrosi (chitarrista e compositore nei
Nuju).
Undici canzoni
combinate tra suoni acustici e trame elettroniche, intrise di sapori
mediterranei e padani, in bilico tra folk e new wave, tra il cantautorato
italiano degli anni ’70 e il country rock alternativo dei nostri giorni.
Scritte e
registrate in oltre un anno e mezzo di frequentazioni sonore nella mansarda di
casa, con un microfono, un computer e una marea di strumenti acustici,
elettrici ed elettronici, le canzoni sono state rifinite e mixate da Andrea
Rovacchi nello storico studio Bunker di Rubiera (RE), già teatro nel passato di
numerose registrazioni da parte dei rispettivi gruppi e di molte altre band
della scena indie italiana.
Canzoni scritte in
italiano, con testi che combinano e fanno scontrare storie che sanno di vita
vissuta e fotografie d’orizzonti emotivi e derive oniriche. Echi del Bennato
busker di quarant’anni fa s’insinuano in una scrittura in delicato equilibrio
tra psichedelia, elettronica e folk. Il calore del suono acustico del bouzouki
s’ibrida con l'elettricità di una chitarra elettrica western sul battito di una
batteria elettronica.
Un suono meticcio
e senza tempo, il suono dei La Rosta!
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