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martedì 31 marzo 2015

V per Violenza





Ogni anno, l'Institute for Economics and Peace (IEP) in collaborazione con un équipe internazionale di esperti di pace da istituti e da think tank su dati forniti e rielaborati dall'Economist Intelligence Unit, società di ricerca e consulenza che fornisce analisi sulla gestione di stati ed aziende, stila il Global Peace Index (GPI), ovvero la classifica delle nazioni in base a quanto sono pacifiche o, viste dalla prospettiva opposta, da quanto non sono violente. E' stato pubblicato per la prima volta nel 2007 e esamina la situazione di 162 Stati. I fattori che prende in considerazione sono: numero di conflitti esterni ed interni combattuti, decessi stimati dovuti a conflitti esteri, decessi stimati dovuti a conflitti interni, livello di conflitto interno organizzato, relazione con stati vicini, livello di criminalità percepita dalla società, numero di rifugiati e profughi in percentuale alla popolazione, instabilità politica, livello di rispetto dei diritti umani (bilancio del terrore politico), terrorismo, numero di omicidi, livello di criminalità violenta, probabilità di dimostrazioni violente, numero di carcerati, numero di agenti di polizia e sicurezza, spesa militare in percentuale al GDP, numero di personale delle forze armate, importazioni di armi convenzionali rilevanti, esportazione di armi convenzionali rilevanti, fondi per missioni di peacekeeping dell'ONU, numero di armi pesanti e capacità nucleare, facilità di accesso ad armi leggere. Pur comparendo ben 7 nazioni dell'Europa geografica, l'Italia non è presente nei primi 10 posti. La classifica vede al primo posto l'Islanda, seguita dalla Danimarca e poi via via ci sono l'Austria, la Nuova Zelanda, la Svizzera, la Finlandia, il Canada, il Giappone, il Belgio e la Norvegia. Il costo stimato della lotta globale contro la violenza raggiunge i 9 mila 8 cento miliardi di dollari (2 mila 535 miliardi solo per le spese militari). Il Belpaese è al 34esimo posto. Tra i Paesi che, viceversa, risultano più arretrati, secondo il GPI, troviamo la Siria, il Sudan e l'Afghanistan.
Pier Giorgio Tomatis





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