Il
Job-Act peggiora la vita e la salute degli italiani senza dare
certezze di liquidità (e nemmeno di liquidazione cospicua) né di
occupazione. Anziché prendersela coi gufi, i pigri, che riempiono le
piazze s i oppongono ad un sistema, forse sarebbe meglio ascoltare le
opinioni discordanti e dare ad esse il rispetto che meritano. Tanto
più che se tutti gli italiani avessero sempre detto di sì a chi
comandava, oggi forse saremmo sempre tedeschi ma di vecchia data.
Ancor più nausea mi provoca conoscere l'opinione di alcuni docenti
che ha recentemente trovato spazio nei mezzi d'informazione. Il
professore Antonio De Feo, che ha insegnato Diritto del Lavoro in
diverse università della Puglia, a Bari e Lecce, in una
intervista all’Adnkronos ha sostenuto che il Job Act dovrebbe
prevedere l'abolizione della Legge 104. Per chi non lo sapesse, si
tratta della possibilità che un coniuge od un parente possa
assentarsi dal lavoro con un permesso di 2 o 3 giorni per grave
malattia del congiunto. Le opinioni vanno rispettate ma le
problematiche sollevate... pure. I diritti dei lavoratori che si sono
cancellate o che si depenneranno in futuro sono tanti, troppi.
Anziché difendere la nostra eccellenza mondialmente riconosciuta (il
Made in Italy) la si è massacrata e lasciata in balia del TTIP,
salvo poi farci credere che la crisi occupazionale è figlia
dell'ingessatura del nostro sistema lavorativo. Stiamo vedendo un
film: “Il Signore dei Tranelli”. Tra
i problemi che la nuova normativa sul Lavoro solleverà ce ne sono un
paio che debbono fare riflettere. Che cosa succede al Job-Act se ci
viene diagnosticata una malattia o una gravidanza? Alzi la mano chi
pensa che il datore di lavoro permetterà la conservazione del lavoro
o l'indennità corrisposta serva alle cure o al mantenimento del
nascituro. D'ora in poi, a rischio della nostra salute, lavoreremo
anche quando non saremo in condizione di farlo e saremo
economicamente fragili quando meno ne avremo bisogno. Naturalmente,
se si è un/a figlio/a di... o un/a raccomandato/a le cose non
cambieranno di molto. Magari, il tutto si risolverà con un modello
di Rolex più economico o con qualche mq. di appartamento in meno o
più lontano dal centro. Con buona pace della nostrana
intellighenzia.
Pier Giorgio Tomatis
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