Una
recente tendenza della politica nostrana è quella di anticipare una
notizia economica allo scopo di guadagnare punti nei sondaggi o
credibilità nei mercati. Come se non bastassero i danni che i
“rapporti trimestrali” fanno alle aziende e all'azionariato, ecco
che il sistema si rinnova aumentando gli strumenti a disposizione. Se
il mercato mondiale fosse uno smartphone si potrebbe affermare che si
è arricchito di una nuova app: la (Exit) Poll Fiction. Il meccanismo
è semplicissimo. Pur di anticipare dei risultati positivi da
sbattere in prima pagina e da portare trionfalmente in televisione,
si è inventata la pre-notizia, il pre-annuncio, il pre-dato. Così,
con abilità di consumati prestigiatori, i mezzi di informazione
hanno diffuso ipotesi e congetture, idee e presupposti, che fino a
ieri erano di dominio di chi giocava d'azzardo con la finanza. Oggi,
la paternità di questo movimento di fiches è (anche)
dell'Esecutivo. Confusi e sorpresi leggiamo e ascoltiamo notizie che
ci illuminano sul futuro in questo modo: “Dopo i dati preliminari
diffusi a metà marzo dal presidente dell’Inps Tito Boeri”(Il
fatto quotidiano, 27-3-15), “dalle stime Istat emerge come il tasso
di disoccupazione a dicembre risulti in forte calo. Si
parla del 12,9%” (Si24, 30-1-15), “Abbiamo attraversato una fase
emergenziale di crisi economica. Ne siamo fuori? Credo di sì, perché
segnali univoci vanno in quella direzione” (Renzi su Il messaggero,
17-3-15), “Il Pil italiano crescerà dell'1,1% nel 2015 e
dell'1,4% nel 2016. Lo rende noto il direttore dell'ufficio studi di
Confcommercio” (Tgcom24, 28-3-15). Fare una previsione
(spacciandola per dato di fatto), parzializzare un'analisi
statistica, dare un'interpretazione emotiva a formule matematiche,
sono esempi di pura manipolazione. Di per sé, non è cosa sbagliata
a meno che non lo sia il motivo per il quale viene fatta. Su questo
tema intendo giudicare l'operato dell'Esecutivo, della politica
italiana e degli analisti. Se questa frenesia ed imprecisione servirà
a convincere gli stranieri ad investire ed a credere nell'Italia e
nei suoi abitanti allora penso che questo comportamento sia
giustificabile e degno di indulgenza. Nel caso gli obiettivi fossero
differenti, invece...
Pier Giorgio Tomatis
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