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martedì 31 marzo 2015

Il volo dell'aquila





Sulla tragedia che ha colpito 150 passeggeri del volo 9525 della Germanwings ho letto diverse ricostruzioni prima ancora che le autorità competenti abbiano fatto chiarezza sulle cause del disastro. Qualcuno sostiene che dietro questo mistero ci sia un esperimento militare fallito da parte della NATO. Altri sostengono si tratti di un atto terroristico. C'è chi ne approfitta per fare confronti fra il nostrano Schettino e il teutonico Lubitz (sottolineando che è meglio essere distratti da una donna in carne ed ossa che non dal suo ricordo dopo una, l'ultima, litigata). Alcuni approfittano di questa tragedia per criticare l'arroganza tedesca e rivendicare la fallibilità umana. Di tutti gli esseri umani, senza distinzioni geografiche. C'è chi attende un responso che, data la singolarità del caso, sta giustamente tardando ad arrivare. Una parte di coloro che seguono questa vicenda non tiene a freno il proprio nervosismo ed il vissuto e litiga, commenta acidamente, provoca, condanna. Credo sia profondamente sbagliato. Litigare su una tragedia così non è cosa intelligente. Un aereo cade. Muoiono tante persone. Bambini. L'aereo era tedesco. Il pilota con la cloche, pure. Le cause ancora da chiarire. L'Italia con le misteriose stragi aeree ha già dato. La Fede religiosa potrebbe essere una facile spiegazione per la tragedia ma al momento non è dato di confermare questo sospetto. Sperarlo è assurdo e controproducente per tutti. Se pensassimo che ogni aereo, treno, autobus su cui viaggiamo potrebbe essere preda del folle gesto di un terrorista o di un depresso non ci sentiremmo più al sicuro in nessun posto. Non c'è luogo sulla Terra abbastanza protetto da porci al riparo dai mezzi di trasporto. Essi raggiungono l'aria, la terraferma, il mare. Una sola è la certezza: sono morte tante persone. Anziani, giovani, bambini, E' accaduta una tragedia. Possiamo solo piangere e riflettere. Tutto il resto, che non è rispetto, è incoscienza.
Pier Giorgio Tomatis

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