Scritto anch’esso da Silver, con la collaborazione di Paolo Battaglino (Se mi freghi un respiro, Tre gocce, Questo amore), mantiene la nuova linea artistica inaugurata da Questo Amore, in un connubio di idee e sonorità sospese tra contemporaneità e suggestioni più tradizionali, derivanti dal background musicale dell’artista.
Il brano racconta un altro aspetto dell’amore, la separazione o l’abbandono nel suo vissuto quotidiano. Il raggiungimento di quella apparentemente agognata libertà, che però alla fine, quasi con sorpresa, si rivela non essere realmente desiderata, nonostante gli autoinganni e i convincimenti messi in atto per sollevare l’animo dalla delusione. Il tutto sempre con la leggerezza che contraddistingue Silver e, soprattutto, con molta ironia ed autoironia.
Una giocosità amplificata ulteriormente nello stesso videoclip, girato a Cento (Fe) nel Giardino del Gigante – riprese Marco Dardari, regia Francesco Dardari (Dardari Multimedia) – sotto una imprevista pioggia che ha reso il lavoro sul set particolarmente divertente ed animato, per quanto difficoltoso, come attesta la scena della caduta di Silver, che si è voluta mantenere di proposito nel montaggio finale.
Il brano sarà presentato in anteprima all’apertura della prestigiosa manifestazione Cento Carnevale D’Europa il 31 gennaio, manifestazione che in questa edizione tornerà finalmente, dopo anni dal terremoto, nel centro storico della città.
Info
Il Giardino del Gigante è un parco artistico situato a Cento, in via Respighi, creato dall’artista Marco Pellizzola. Il giardino nasce da: “C’era una volta…” al futuro”, ispirato da una favola (“La Favola del Giardino del Gigante”) scritta dalla sua bambina all’età di 9 anni.
Le sculture vivibili a misura d’uomo sono realizzate in mosaico ceramico dalle forti valenze pittoriche e luministiche ed evocano un mondo fiabesco, colorato, che dialoga con la natura creando un oasi fantastica all’interno dell’attuale contesto urbano. Si tratta di un’opera d’arte ambientale, che trae diretta ispirazione stilistica dalle panchine progettate da Antoni Gaudì nel Parco Güell a Barcellona, nei primi due decenni del Novecento.
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