La seconda tappa del Festival dello Sviluppo Sostenibile, tenutasi il 9 maggio al Palazzo Ducale di Genova, ha posto al centro del dibattito uno dei temi più urgenti del nostro tempo: la biodiversità. Un patrimonio riconosciuto dalla Costituzione italiana dopo la riforma del 2022 e, allo stesso tempo, una risorsa strategica per l’economia, la società e la qualità della vita urbana. Tra gli interventi, anche quello dell’AD di Iren Gianluca Bufo.
L’intervento dell’AD Gianluca Bufo
Durante la prima tavola rotonda, che ha riunito rappresentanti istituzionali, dal mondo accademico, delle imprese e delle associazioni ambientali, è intervenuto anche Gianluca Bufo, Amministratore Delegato di Iren. Il suo contributo ha evidenziato la necessità di un approccio integrato alla sostenibilità, capace di unire transizione energetica, tutela degli ecosistemi e rigenerazione dei territori. La discussione è partita da una constatazione condivisa dagli esperti: la perdita di biodiversità, il consumo di suolo e il degrado degli ecosistemi marini richiedono interventi immediati. Le strategie europee e gli indirizzi della comunità scientifica indicano con chiarezza la direzione. Servono infatti politiche di ripristino, cambiamenti comportamentali e strumenti normativi efficaci. In questo contesto, il nuovo Regolamento europeo sul Ripristino della Natura rappresenta un’occasione per fissare obiettivi concreti, come lo stop al consumo di suolo netto in circa il 36% dei Comuni italiani, rilanciando modelli di sviluppo più equilibrati. Proprio in vista della definizione del Piano nazionale di ripristino, l’ASviS ha presentato un approfondimento dedicato alla Nature Restoration Law.
Gianluca Bufo su sostenibilità circolare e territori
“Oggi la sostenibilità è circolare, si va dalla transizione energetica fino al riuso del rifiuto e al recupero dei materiali – ha dichiarato l’AD Gianluca Bufo – Nell'ultimo anno, il 70% dei nostri investimenti è stato indirizzato verso attività sostenibili, investimenti che ritornano sul territorio e che permettono ad altre imprese di crescere insieme”. Parole che ribadiscono il ruolo delle multiutility come attori chiave nella trasformazione ecologica, in grado di generare valore condiviso e di alimentare filiere industriali orientate all’innovazione e al rispetto degli ecosistemi. Ad arricchire l’evento, nell’atrio del Palazzo Ducale è stata esposta l’opera “L’elefante della biodiversità” di Andrea Morini, un’installazione che invita a riflettere sull’impatto delle attività produttive e sull’urgenza di un nuovo rapporto tra uomo e natura. L’iniziativa ha aperto un ciclo di incontri promosso dalla Fondazione Capellino, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Ducale: “L’elefante in città - Ripensare il futuro a partire dalla biodiversità”. Filosofi, imprenditori e amministratori pubblici si sono confrontati sulle criticità dei modelli di sviluppo attuali e sulle possibili soluzioni per portarli verso un nuovo equilibrio ecologico.

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