Per Gianpietro Benedetti, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Danieli, i dividendi vanno sì distribuiti agli azionisti, ma sono soprattutto uno strumento per ottenere innovazione e nuovi impianti.
Gianpietro Benedetti, Presidente del Gruppo Danieli, spiega in che modo l'azienda vede il mercato azionario: una filosofia che strizza l'occhio all'economia reale, senza rischiare di perdersi in complicate operazioni finanziarie.
Gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti: "No a distribuzioni premio, l'utile deve essere reinvestito"
"Da ormai 20 anni Danieli destina alla remunerazione degli azionisti dal 10 al 15 per cento dell'utile, il resto lo reinvestiamo in azienda": con queste parole il Presidente e Amministratore Delegato
Gianpietro Benedetti riassume il modo di agire di Danieli nei confronti degli azionisti e del mercato telematico azionario.
"La Borsa è una buona cosa, chiama a gestire le aziende in modo più professionale e trasparente. Noi siamo stimati in particolare dai cassettisti, quelli che prendono un'azione e poi la dimenticano. E questo perché abbiamo un difetto, così almeno ci dicono gli analisti: siamo abbastanza parchi nel distribuire dividendi". Con l'approvazione dell'ultimo bilancio, gli azionisti della società leader nella produzione di impianti siderurgici hanno ottenuto un dividendo di 0,15 centesimi per ogni azione ordinaria e 0,17 per quelle di risparmio: un aumento, rispetto alle ultime cedole, conseguito grazie all'incremento del fatturato e dell'utile netto, passati rispettivamente da 2,71 a 3,06 miliardi e da 58,4 a 67 milioni. Un 2019 di crescita che porterebbe a pensare istintivamente a guadagni maggiori per i possessori delle cedole o ancora a dividendi premio:
"La nostra resta una filosofia 'artigianale' tesa non già a raccogliere capitali fine a se stessi, ma da investire in azienda. Il valore della quotazione in Borsa? Dal mio punto di vista - spiega
Gianpietro Benedetti -
è soprattutto quello di educare a una gestione amministrativa e finanziaria disciplinata. E in una situazione come quella che stiamo vivendo a livello globale, in materia di bilanci è meglio essere solidi e trasparenti". Una filosofia che ben si coniuga con la tipologia di azionisti maggioritaria:
"Investitori micro, molti dei quali sono nostri dipendenti, che apprezzano la nostra politica. Questo fa sì che non siamo in tensione sulla Borsa, siamo parchi, lasciamo gli utili in azienda, investiamo in nuovi impianti".
Gianpietro Benedetti, 40 anni nel Gruppo Danieli
È il 1961 quando
Gianpietro Benedetti entra a far parte del Gruppo Danieli: dopo gli studi presso l'Istituto Tecnico "A. Malignani" di Udine, assume il ruolo di ingegnere progettista per la allora Danieli & C. Officine Meccaniche S.p.A., multinazionale di Buttrio leader mondiale nella produzione di impianti siderurgici chiavi in mano. Gli bastano solo sette anni per ottenere la direzione dell'Ufficio tecnologie e Processo di Laminazione, in seguito quella del Centro Ricerche e infine del reparto Sales: grazie ai 23 anni passati a servizio dell'azienda, nel 1986 diventa Co-Amministratore Delegato del Gruppo, ruolo al quale si aggiunge quello di Direttore Generale. In quel periodo contribuisce all'internazionalizzazione di Danieli grazie ad acquisizioni di aziende high-tech in Svezia, Usa, Germania, Francia e investendo nei Paesi emergenti: nel 1999 ottiene quindi la nomina di Amministratore Delegato, nel 2003 quella di Presidente. Dal 2017 è anche Presidente del Consiglio di Amministrazione e dell'Executive Board di Danieli. Tra le onorificenze di una carriera sugellata da più di 80 invenzioni registrate a suo nome,
Gianpietro Benedetti ha ricevuto la nomina a Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana, la Tadeusz Sendzimir Memorial Medal dall'AIST (Association for Iron & Steel Technology) e il Diploma MBA in International Business conferito dal MIB School of Management di Trieste.