Risonanza
magnetica fetale – Nuova Villa Claudia
Risonanza magnetica fetale - Cos’è?
La risonanza magnetica fetale si pone come metodica di
terzo livello nell’identificazione e caratterizzazione delle patologie fetali
complesse. E’ complementare all’ecografia ostetrica di screening ed a quella
specialistica eseguita in centri di secondo livello. Non è una tecnica invasiva
e consente di ottenere le immagini utilizzando un campo magnetico e delle onde
radio, quindi in assenza di radiazioni ionizzanti.
Risonanza magnetica fetale - Quando
viene effettuato l’esame?
L’esame viene effettuato a partire dalla 19° settimana di
gestazione, successivamente ad un’accurata ecografia ostetrica di secondo
livello per la valutazione di anomalie selezionate, al fine di migliorare
l’accuratezza diagnostica, o in caso di limitazioni di origine materna e
fetale, quali l’habitus materno o l’oligo-anidramnios, che riducono la sensibilità
diagnostica dell’esame ecografico.
Cosa si vede con la Risonanza magnetica fetale?
Il principale campo di applicazione della Risonanza
magnetica fetale riguarda lo studio delle malformazioni del sistema nervoso
centrale, tuttavia numerosi lavori pubblicati in letteratura testimoniano
l’importanza della Risonanza magnetica
fetale anche nella valutazione delle patologie del collo, del torace, del
tratto gastroenterico e dell’apparato uro-genitale. La Risonanza magnetica fetale permette, inoltre,
lo studio della placenta e delle relative anomalie.
Le implicazioni pratiche che derivano dall’esame di Risonanza magnetica fetale possono essere
decisive nel corretto inquadramento della patologia ai fini della gestione
della gravidanza e del counseling sia per il successivo planning di eventuali
procedure interventistiche fetali, di aborto terapeutico, del timing del parto
e di interventi chirurgici intrapartum o postnatali.
I recenti sviluppi tecnologici consentono l’impiego di sequenze ultra veloci che permettono una
rapida acquisizione delle immagini ad
elevata risoluzione spaziale senza
necessità di sedazione materna o fetale.
L’esame di
Risonanza magnetica fetale viene effettuato dopo un approfondito
colloquio preliminare con la Paziente ed è necessario la raccolta di un
dettagliato consenso informato.
Quanto dura l’esame?
Lo studio
Risonanza magnetica fetale viene eseguito generalmente con magnete da
1,5 Tesla e ha una durata di circa 20-30 minuti. La paziente viene è
posizionata in decubito supino o, nei casi in cui tale posizione non venga
tollerata, in decubito laterale. Vengono fornite delle cuffie per attutire il
normale rumore dato dalle radiofrequenze e viene posizionata sull’addome una
bobina di superficie per focalizzare l’area di studio.
Può provocare danni al feto?
La Risonanza
magnetica fetale viene effettuata da quasi 15 anni e, allo stato attuale, non
sono stati riportati effetti dannosi, anche a lungo termine, sul feto. Per tale
ragione, campo magnetico e onde radio sono da ritenersi sicuri e senza effetti
negativi sul feto. Si ribadisce che non vi è uso di radiazioni ionizzanti.
Risonanza Magnetica Aperta -
La Risonanza Magnetica Aperta Siemens Magnetom Espree è
il primo dispositivo ad unire i vantaggi della morfologia “aperta” del magnete
con la potenza e le elevate capacità diagnostiche garantite dall’alta intensità
di campo da 1,5 Tesla.
È la soluzione ideale per lo studio dei pazienti
claustrofobici, sovrappeso e dei bambini.
Il macchinario è infatti lungo solo 125 cm ed ha un
diametro di 70 cm (laddove le tradizionali apparecchiature di Risonanza
Magnetica hanno lunghezze uguali o superiori a 160 cm e un diametro massimo di
circa 45 centimetri), dimensioni
disponibili fino ad ora solo su apparecchiature TAC.
Con questa innovativa strumentazione, oltre il 60% degli
esami di Risonanza Magnetica può essere eseguito con il paziente a testa fuori.
Inoltre, la notevole apertura del tunnel lascia uno
spazio di ben 30 cm tra la testa del paziente e l’apertura della macchina
(circa il doppio rispetto alle Risonanze Magnetiche tradizionali),
contribuendo, da un lato, a ridurre notevolmente la sensazione di “spazio
chiuso” alla base della claustrofobia dall’altro, a garantire spazio
sufficiente anche per il passaggio dei pazienti in sovrappeso di maggiori
dimensioni.
A beneficiare delle innovative caratteristiche della
Risonanza Magnetica aperta Siemens Magnetom Espree, sono anche i pazienti
pediatrici; infatti, proprio grazie al design rivoluzionario del magnete, i
bambini possono eseguire l’esame di Risonanza Magnetica in maniera confortevole
e con un genitore accanto.
Alle avvenieristiche proprietà della Risonanza Magnetica Aperta Siemens Magnetom Espree, e proprio
nell’ottica di incrementare al massimo il confort durante l’esecuzione degli
esami, si è pensato di aggiungere sul soffitto al di sopra del macchinario un
sistema d’avanguardia a tecnologia led che permette al paziente di vedere “il
cielo in una stanza”.
Moc
Dexa
- E' stata recentemente installata presso il reparto di Diagnostica per
Immagini della Casa di Cura Convenzionata
Nuova Villa Claudia la nuova Moc Dexa, in grado di effettuare la:
MOC DEXA FEMORE E COLONNA
MOC DEXA TOTAL BODY
La M.O.C. permette di diagnosticare le malattie in cui vi
è una riduzione della densità minerale ossea (in primis: l'osteoporosi),
permettendo così di fare diagnosi precoce di osteoporosi prima che avvengano le
fratture;
L'osteoporosi è infatti spesso chiamata "malattia
silenziosa" perché la perdita di massa ossea può essere asintomatica.
Molte donne possono non accorgersi di avere l'osteoporosi
finché non si verifica una frattura.
Vi sono vari tipi di apparecchiature utilizzabili (DEXA,
ultrasuoni, TAC), ma la metodica in atto piu' affidabile e con cui si puo' fare
diagnosi e classificazione dell'osteoporosi secondo l'Organizzazione Mondiale
della Sanità è la Moc Dexa (ottime doti di accuratezza, precisione con solo
piccole dosi di Raggi X).
Presso il reparto di
Senologia di Nuova Villa Claudia è stato installato l'innovativo
macchinario di Mammografia con Tomosintesi.
Per sconfiggere il cancro al seno, la prevenzione resta
l’arma fondamentale.
La Mammografia è un esame fondamentale per la prevenzione
del tumore della mammella.
Si tratta di una tecnica diagnostica morfologica (che
studia quindi forma e struttura della mammella) e consente di rilevare lesioni
mammarie in fase precoce, che si presentano sotto forma di opacità nodulari a
margini irregolari, micro calcificazioni polimorfe, oppure aree di distorsione
strutturale.
La mammografia è un esame che utilizza radiazioni
ionizzanti, ma le tecniche recenti permettono di utilizzare una dose di
radiazioni ionizzanti estremamente bassa.
Un interessante sviluppo tecnologico recente è
rappresentato dall'applicazione della tecnica digitale.
Rispetto alla tecnica tradizionale (mammografia
analogica), la mammografia digitale permette infatti di ridurre ulteriormente
la dose di radiazione, a fronte di un'ottima qualità dell'immagine.
Il limite maggiore della mammografia però è rappresentato
dalla "mammella densa", in cui strutturalmente prevale la quota di
tessuto ghiandolare rispetto a quello adiposo, condizione presente soprattutto
nelle donne giovani, in età fertile, ma comunque numericamente significativa
anche nella donne ultracinquantenni.
In queste condizioni, la radiopacità omogenea indotta dal
tessuto ghiandolare fa sì che ci sia una possibilità che la lesione non sia
individuata.
La ricerca tecnologica ha perciò cercato di sopperire a
tali limiti della mammografia sviluppando la Mammografia con Tomosintesi.
Si tratta in pratica di una mammografia tridimensionale
ad alta definizione.
La TOMOSINTESI è
uno strumento diagnostico che permette di studiare la mammella ‘a strati’, dove
appunto la mammella viene scomposta in tante immagini che poi, sovrapposte,
ricostruiscono la figura della mammella nella sua completezza.
Tutto questo si traduce in un grande vantaggio per i seni
difficili da leggere – ad esempio nei seni densi – che possono così essere
analizzati più specificamente e in dettaglio, svelando lesioni che
nell’immagine d’insieme sarebbero altrimenti mascherate.
Il risultato è che aumenta l’accuratezza diagnostica, in
quanto possono essere individuate lesioni che risulterebbero ‘invisibili’ con
l’esame tradizionale.
Da un punto di vista metodologico questa macchina di
ultima generazione offre una prestazione simile ad una mammografia digitale, ma
è meno dolorosa perché la compressione necessaria è inferiore.
Il costo dell’esame è praticamente uguale; rimane
invariato il tempo di esposizione e inoltre l’aumento di radiazioni assorbite è
assolutamente trascurabile.
Rispetto alla metodologia standard dell’esame 2D, però,
lo studio 3D eseguito con tomosintesi permette un’analisi molto più accurata
“strato per strato” della mammella.
Non tutte le unità Tomosintesi in commercio sono
realizzate seguendo gli stessi criteri e ciò naturalmente porta a performance
cliniche diverse da sistema a sistema.
L’unità Giotto Tomo del reparto di Senologia di Nuova
Villa Claudia, sviluppata dalla IMS,
utilizza soluzioni innovative, con angoli, dosi e metodo di
ricostruzione ottimizzati.
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