Eni Award, l’intervento dell’AD Claudio Descalzi: “La ricerca non dà solo un contributo tecnico ma anche di unione. Per svilupparsi ha bisogno di continuità, non di isole, e di essere connessa”.
Claudio Descalzi: negli Eni Award l’importanza della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica
16esima edizione per gli Eni Award: la consegna dei premi si è svolta lo scorso 15 ottobre con il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Eni Giuseppe Zafarana e l’Amministratore Delegato Claudio Descalzi al Palazzo del Quirinale: a consegnare i riconoscimenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell’energia e dell’ambiente, il premio attesta il valore che Eni riconosce alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnologica, rimarcato in diverse occasioni anche dall’AD Claudio Descalzi, e l’impegno a favorire la sostenibilità e l’accesso all’energia, in accordo ai 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Da quando è stato istituito nel 2008, sono state più di 11mila le candidature ricevute. Fanno parte dei più avanzati istituti di ricerca a livello mondiale gli scienziati che operano all’interno della Commissione Scientifica con il compito di valutare le ricerche presentate: negli anni ha visto la partecipazione di 6 Premi Nobel. Il Presidente della Repubblica, che ha ricevuto la medaglia coniata in occasione dell’edizione 2024, oltre a consegnare i premi ha anche conferito i 'Riconoscimenti all’Innovazione Eni’ e la menzione speciale 'Eni Joule for Entrepreneurship'. È Joule, la Scuola per l’Impresa di Eni, che la assegna a team, spin off universitari, startup e volta a favorire l’applicazione, la valorizzazione e il trasferimento delle tecnologie promuovendo nel contempo la creazione di un ecosistema dell’innovazione sostenibile.
Claudio Descalzi: la ricerca è un seme che deve trovare un terreno, deve guardare anche al presente
Nel suo intervento, l’AD Claudio Descalzi ha sottolineato come anche la ricerca, così come la transizione energetica, necessiti di un approccio pragmatico. “È un momento particolare non solo perchè c’è la transizione in atto ma perché stiamo vivendo con le guerre una situazione non semplice, di frammentazione della globalizzazione. La ricerca in questo dà un contributo non solo tecnico ma anche di unione e ha bisogno di continuità, non di isole, e di essere connessa. La ricerca è un seme, è un inizio, ma poi spesso rimangono solo articoli, premiazioni. Invece per dare terreno, bisogna poi investire in un processo industriale e commerciale che sia reale, inserendola in una catena del supply”. L’AD Claudio Descalzi lo definisce “un messaggio di passione” quello che lancia nel corso della cerimonia di premiazione evidenziando il ruolo fondamentale che la ricerca può giocare anche nel contesto attuale: “Non dobbiamo guardare solo al futuro ma al presente”. Il riferimento è allo stato di salute dell’industria europea: “Si sta, non dico sgretolando, ma riducendo” a favore del terziario che rappresenta invece il 70% delle attività. Quindi per quanto il loro lavoro venga premiato “con grandi applausi”, i ricercatori sono comunque costretti “ad andare da un’altra parte”. La ricerca invece è “un seme che deve trovare un terreno: se da una parte deve occuparsi di rendere ancor più efficiente e con meno emissioni l’industria attuale, dall’altra deve creare una nuova industria che non abbia componenti carboniche e nocive”, ha ribadito infine l’AD.
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