Il
professore e psicologo dell’UTMB (utmbhealth.com), Jeff Temple, ha dichiarato:
“Ora sappiamo che il sexting tra gli
adolescenti è abbastanza diffuso. Il sexting può ormai essere ascritto tra gli
altri comportamenti tipici degli adolescenti, come per esempio l’uso di
sostanze. Il sexting non è necessariamente indicativo di un buono o cattivo
stato mentale”. Queste dichiarazioni sono il frutto di un’indagine di 6 anni
in un gruppo eterogeneo di studenti adolescenti provenienti dal Sud-Est del
Texas, condotta dal team di Temple.
Del team di Temple fa parte anche il ricercatore Hye Choi
Jeong, il quale ha spiegato: “Essere un
destinatario passivo o chiedere un sexting non richiede probabilmente lo stesso
livello di agio con la propria sessualità. L’invio di una foto da nudi può
comunicare al destinatario un livello di apertura verso l’attività sessuale,
promuovere la convinzione che ci si aspetta di fare sesso e serve ad aumentare
le avances sessuali, ognuna delle quali può aumentare la probabilità di un
futuro comportamento sessuale. Il sexting può servire come una tecnica che
porta a comportamenti sessuali reali o come un modo per indicare la propria
disponibilità a raggiungere un migliore livello di intimità”.
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