Imprenditore, padre, sportivo, lettore e interprete di una nuova leadership familiare e personale, Alessandro Benetton torna con un nuovo libro: “Mai fermi”. A 61 anni racconta una traiettoria fatta di coraggio, aperture e decisioni complesse, attraversata da figure ispiratrici – da Michael Schumacher ad Andy Warhol – e da momenti che hanno ridisegnato le priorità.
Alessandro Benetton: cambiare per restare in equilibrio
“È come andare in bicicletta”. Così Alessandro Benetton descrive il senso del cambiamento: “Quando sei in un momento di transizione, e a me è capitato, bisogna muoversi per restare in sella e in equilibrio”. Dopo “La Traiettoria”, il suo primo libro, “Mai fermi” diventa il secondo capitolo di un percorso di consapevolezza, personale e imprenditoriale, che mette al centro l’apertura e le relazioni: “Se dovessi indicare la qualità migliore da coltivare direi “apertura”, che significa cercare le similitudini”. Il libro è costruito attorno alla figura dei “maestri”. L’imprenditore ne identifica otto, primi fra tutti i figli. “In un momento in cui tutto era complicato, i miei figli sono stati una priorità che mi ha aiutato a rimettere le cose nella giusta prospettiva. Mi distraevano, nel senso migliore del termine: riportavano il focus su ciò che davvero contava – racconta – È successo spesso nella mia vita: quando ci sono tante progettualità, capire cos’è davvero importante ti rende più lucido”. Tra gli altri ispiratori, Alessandro Benetton fa il nome di Michael Schumacher: “Quando affrontava una curva a 300 all’ora, guardava già il punto d’uscita. Aveva un metodo, anche nel dormire: venti minuti con la tuta, poi di nuovo lucidissimo. Una lezione di progettualità e concentrazione”. E poi c’è Andy Warhol, sorprendentemente indicato come “maestro nel business” per la sua visione sulla creatività e la capacità di trasformarla in valore.
Coerenza e identità: i pilastri della leadership secondo Alessandro Benetton
Dopo gli anni negli Stati Uniti – la laurea ad Harvard e l’inizio alla Goldman Sachs – Alessandro Benetton ha costruito la propria carriera con 21 Invest, società da lui fondata nel campo del private equity. “Mi sono guadagnato la mia libertà vivendo le sfide di chi parte da zero, anche con un cognome importante. Ma la coerenza è sempre stata la mia guida”. È la stessa coerenza che oggi cerca nei progetti su cui investe: “Noi vogliamo sostenere aziende che vogliono essere globali, ma che mantengono un’anima italiana. Orientate alla crescita, perché come dice un detto orientale, quando una pianta smette di crescere muore”, racconta. L’imprenditore è anche protagonista di un passaggio generazionale che ha segnato un punto di svolta: “Con i miei cugini, abbiamo saputo fare una cosa fuori dall’ordinario, facendo da soli il passaggio generazionale – spiega Alessandro Benetton – portando una grande discontinuità, ma sempre nel rispetto dei valori-guida dei nostri padri fondatori, in primis la visione internazionale e il rispetto per le comunità”.
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